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ARTICOLO intervista del quotidiano GIORNALE DI VICENZA del 15/01/2020 "FELICE DI PERDERE"

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ARTICOLO INTERVISTA  A MISTEREZIO,  SPAMPATO  DAL QUOTIDIANO "GIORNALE DI VICENZA" IL  15/01/2020 SCRITTO  E COMPOSTO OTTIMAMENTE  DALLA GIORNALISTA MARTA BENEDETTI  E CHE DESIDERO RINGRAZIARE TITOLO:       MISTEREZIO , " FELICE DI PERDERE" MisterEzio  è responsabile tecnico del settore giovanile della società dei Ponte dei Nori "qui giocano tutti" ""Ezio lorenzi Pier Paolo ,in arte MisterEzio,si definisce una "mosca bianca". Sentito e conosciuto il personaggio ,è un pò riduttivo .Il 56enne tecnico valdagnese che allena gli esordienti dei Ponte dei Nori , è uno "contro" il sistema calcio e tutti coloro che predicano la vittoria.A lui piace perdere.Ritiene la sconfitta terapeutica."Con i miei perdo quasi sempre , manon è un problema anzi.Io preferisco così.Dopo anni ho imparato a metter prima la prestazione e per seconda la vittoria.Questo atteggiamento mi permette di allenare ,ancora oggi, con piacere dive

Il Mister: carisma, disponibilità, competenza ed esperienza

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Progetto: "Allenare la prestazione" "ILmister.....carisma....competenza....capacità.... ...disponibilità" In questo nuovo articolo desidero descrivere  ancora la figura del mister. Per prima cosa penso egli debba orientare ogni suo sforzo verso l’obiettivo primario cioè "i tre punti". Ogni intervento dovrà essere centrato sulla soluzione dei problemi in vista del raggiungimento del risultato. Nel settore giovanile deve essere raggiunto tramite il miglioramento della prestazione e il fare giocare il più possibile tutti i ragazzi. In generale, il mister dovrà riuscire a tirar fuori e rafforzare le abilità di ciascun giocatore attraverso il giusto incoraggiamento che porterà il giocatore a dare il meglio di sè. Significa quindi aiutarlo e consigliarlo nelle varie situazioni di gioco. Il mister dovrà quindi agire efficacemente tenedo presente gli obiettivi prefissati, riuscendo ad interagire e quindi comunicare con il giocatore. E' importante durante g

IL PASSAGGIO O MEGLIO L'APPOGGIO STRUMENTO PRINCIPALE PER IL GIOCO E DELLA COMUNICAZIONE DI SQUADRA

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ALLENARE LA PRESTAZIONE Questo articolo l'ho scritto molti anni  orsono, risulta essere molto odierno: COSI’ COME LA COMUNICAZIONE AVVIENE CON LA PAROLA, LA COSTRUZIONE DEL GIOCO SI SVILUPPA CON IL PASSAGGIO’ . IL PASSAGGIO E’ IL MATTONE CHE CONSENTE LA COSTRUZIONE DEL GIOCO. E’ IMPORTANTE CAPIRE CHE L’ESSENZA DEL PASSAGGIO NON E’ LA PRECISIONE DEL GESTO TECNICO MA L’ELABORAZIONE CHE LO PRECEDE. IL GESTO TECNICO DI CHIUSURA CIOE' IL PASSAGGIO  E’ COME LA CORNICE CHE SI METTE AD UN QUADRO DOPO AVERLO DIPINTO; E ANCORA, LA SCELTA DELLA CORNICE STESSA SI FA IN BASE AI COLORI E AL TIPO DI DISEGNO ECC,; ANCHE LA SCELTA DEL PASSAGGIO  DEVE AVVENIRE  IN FUNZIONE DELLA SITUAZIONE DI GIOCO E DELLO SPIRITO DI COLLABORAZIONE. IL DIALOGO CALCISTICO DEL PASSAGGIO AVVIENE TRA DUE COMPONENTI: IL PORTATORE DI PALLA E L’APPOGGIO CIOE' COLUI CHE RICEVE IL PASSAGGIO, PRECEDUTO DA UN MOVIMENO SENZA PALLA. IL PASSAGGIO ESPRIME E SINTETIZZA LA CAPACITA’ DI RECI

Le assenze pesano....

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Spesso sento dire dal giovane giocatore: "mister  non vengo all'allenamento perchè devo studiare, " e spesso viene suggerito, o imposto, dai genitori. Da alcuni anni, le assenze dagli allenamenti , da parte del giovane giocatore, sono sempre  più frequenti e quasi sempre  per motivi scolastici. Purtroppo spesso è dovuta da una incapacità dei ragazzi di organizzarsi con i studi. Molto spesso però sono genitori, che per motivi scolastici, non mandano  all'allenamento i ragazzi.  Scelta, per me, molto discutibile e sbagliata, chiaramente  contro alla volontà del ragazzo, e alla sua salute psico fisica di gioco  che potrebbe equilibrare , centrare con l'allenamento tramite lo scarico motorio.....  Viene facile, da parte del genitore , di  impedire l' allenamento.  La presa di posizione del genitore ,  spesso è accompagnato con  un  castigo a medio o a lungo termine,  per me e poco efficace per il  ragazzo.  ("Non vai allenamento così impari .....

MisterEzio

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            Quest'anno festeggio, in silenzio, i miei primi trent'anni da allenatore da MISTER                                                    1989 - 2019              💪💥 Metamorfosi del mister😊😏 Sempre in campo,   il sorriso e la positività  non mi sono  mai mancati.  Ho iniziato ad allenare  per volontà di un grande presidente (ex giocatore professionista e allora dirigente di industria ,VITETTA GIUSEPPE) che mi ha permesso di iniziare ad allenare a 27 anni, dopo un grave infortunio calcistico. A 28 anni allenavo in seconda categoria grazie alla sua incredibile lungimiranza . 1989....1990 GRAZIE A GIUSEPPE VITETTA. Mi ha fatto indossare il mio vestito. Ma chi sono???                     CATEGORIE ALLENATE : 1989/1990  Allievi A.C. Agno 1990/1991    Seconda categoria A.C. Agno 1991/1992   Seconda categoria A.C. Agno 19992/1993 Seconda categoria A.C.Agno 1993/1994   Seconda categoria A.C. Agno 1

Lasciamoli giocare

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Per noi ragazzi della nostra generazione, purtroppo di molti anni fa, dopo gli anni 60 e 70 veniva naturale a giocare a calcio. Bastava un pallone (non sempre con forma ,peso e dimensione regolare) e  minimo 4 amici, non necessariamente bravi a giocare a calcio  e non necessariamente amici, ma vogliosi di giocare, di sfidarsi. Il calcio è nato per strada , così afferma il documento numero uno della FGCI Già con quattro amici ,nasceva una partita 4 x 4 a portine. Grandi erano le sfide le partite che si facevano , che spesso per fare i pali della porta bastavano i giubbetti o facevamo i pali con mucchietti di terra o di sassi. Il campo era la strada un campo ,un portico ,un giardino, in oratorio. A fine della partita si andava a mangiare un gelato o altro. Si giocava sette giorni su sette fuori all'aria all' aperto, e mai con gli stessi amici dipendeva dalla zona della città . Si giocava al pomeriggio dopo la scuola o dopo aver fatto i compiti e in  estate anche dopo cena.

Considerazioni sul calcio giovanile

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Allenare nel settore giovanile di  calcio per è una  autentica "mission" e non certo un mezzo per ottenere vittorie  gloria o particolari premi, coppette o altro. Metto la mia esperienza a disposizione del giovane atleta per aiutarlo e accompagnarlo nella sua crescita sia come persona che come giocatore, sempre e solo in un clima positivo e sereno. Ritengo fondamentale rispettare la  volontà , del giovane giocatore,  di voler  GIOCARE a calcio  senza umiliarlo con rimproveri inutili  o farlo sentire in colpa innanzi ad un errore come nel caso di  una  una sconfitta  o in  un gesto tecnico non ben riuscito. Non sopporto quei  mister, e c'è ne sono ancora tanti,  che  pur di trarre  proprio profitto  di immagine , che  pur di vincere, nelle categorie della attività di base, sono pronti a tutto....e a vincere  a tutti i costi. Non basta insegnare a giocare a calcio per permettere al giovane di crescere bene  ma il mister e gli addetti ai lavori devono farlo in maniera corr

Progetto Formativo , un progetto di misterEzio educativo calcistico

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Parto sempre dal mio metodo di allenare:                                                                       Allenare la prestazione                                " SOLO Giocando si impara a Giocare"   Il mio m etodo, modo di allenare in cui il metodo dell'allenamento si ispira, copia il modello della prestazione ,della partita. L'allenamento e il progetto formativo favorisce sia l'insegnamento del gioco del calcio che la migliore conoscenza del gioco stesso. L'allenamento formativo  situazionale ha obbiettivi di formazione e non unicamente mirati alla vittoria . In questo progetto, in questa programmazione il centro è il giocatore , il giovane ,la persona. Il modello ispiratore è " Allenare la prestazione".Questo metodo predilige , durante gli allenamenti, lo strumento cardine  è la situazione , per insegnare la imprevedibilità della tattica collettiva e individuale. La situazione , la partita con tutte le sue variabili è il principale m