Lasciamoli giocare


Per noi ragazzi della nostra generazione, purtroppo di molti anni fa, dopo gli anni 60 e 70 veniva naturale a giocare a calcio. Bastava un pallone (non sempre con forma ,peso e dimensione regolare) e  minimo 4 amici, non necessariamente bravi a giocare a calcio  e non necessariamente amici, ma vogliosi di giocare, di sfidarsi. Il calcio è nato per strada , così afferma il documento numero uno della FGCI
Già con quattro amici ,nasceva una partita 4 x 4 a portine. Grandi erano le sfide le partite che si facevano , che spesso per fare i pali della porta bastavano i giubbetti o facevamo i pali con mucchietti di terra o di sassi. Il campo era la strada un campo ,un portico ,un giardino, in oratorio. A fine della partita si andava a mangiare un gelato o altro. Si giocava sette giorni su sette fuori all'aria all' aperto, e mai con gli stessi amici dipendeva dalla zona della città . Si giocava al pomeriggio dopo la scuola o dopo aver fatto i compiti e in  estate anche dopo cena.
Veramente a pochi ragazzi, interessava vincere, ci interessava giocare e provare magari nuovi dribbling, palleggi e passaggi e nuovi numeri con la palla. Veniva rispettato il ragazzo "driblomane", chi sapeva fare bei stop o e passaggi, o tiri spettacolari. La prestazione, il gioco prevaleva su tutto.
Analizzando. ora , nel 2019 le nuove generazioni, da parecchi anni , hanno visto scomparire molti spazi di ritrovo e di gioco e sono aumentati i giochi tecnologici di non movimento sedentari e la scuola ha occupato gran parte del loro tempo libero.
Noi adulti e addetti ai lavori ,inoltre, abbiamo anche distorto il valore del risultato,  non riconosciamo la giusta  opportunità della partita che è il  confrontarsi è una  sfida, con un valore sano ed equilibrato della competizione , ci siamo gradualmente  allontanati dai valori etici e sportivi che lo sport rappresenta. 

Noi adulti e la società  abbiamo sostituito questi valori con esasperazioni ed esagerazione e con aspettative , della vittoria, distorte, esagerate.
Spesso, molto spesso , si vedono partite di calcio, anche nel settore giovanile, che sono diventate autentiche battaglie , cercando il risultato a tutti i costi e facendo giocare sempre gli stessi ragazzi. Anzi senza NON far giocare tutti i componenti della squadra. Abbiamo provocato il droop aut, cioè l'abbandono precoce , da parte del giovane, allo sport , al calcio. Un autentico fallimento social sportivo. Invece di allargare la forbice l'abbiamo ristretta a scapito delle nuove generazioni. Al tempo noi, le nostre generazioni che giocavano nei numerosi settori giovanili giocavano a calcio dai sei anni fino a 20 (under) anni e oltre , ora giocano dai sei e sono bravi se continuano dopo i 14 anni......sono sparite le categorie come molte terze categorie, squadre ACS, allievi, under 21 e con loro molte società.
Noi adulti,mister e dirigenti e presidenti, molto spesso, (sempre) ci ostiniamo giocare a calcio mettendo davanti a tutto la vittoria!......Io sono convinto che sia fondamentale cambiare la rotta e dare ai giovani la possibilità di giocare il più possibile e magari appassionarsi. Il mio è un autentico grido di allarme.
Cosa me ne frega se vinco un una coppetta del campionato esordienti!!!!!! penso che sia più importante far giocare e curare il valore della prestazione
La domanda più frequente che mi fanno i ragazzi durante una partita è: " Mister posso giocare ancora??????" poco importa se vincono o perdono loro interessa GIOCARE!!!! 



Io vinco poco con i miei esordienti (abbiamo due squadre , non A e B separando i più scarsi e i più bravi, ma equilibrate) qualcuno mi spieghi come mai abbiamo 43 esordienti con un numero costante e alto agli allenamenti!! i ragazzi chiedono semplicemente più visibilità e possibilità di GIOCARE!!!
N.B. Per favore non ditemi e scrivete che per i giovani  la vittoria è tutto!! per favore è  una fantomatica storia che non regge più!!!
GRAZIE

misterEzio

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