Il mio modello: ALLENARE LA PRESTAZIONE. INTRODUZIONE
ALLENARE LA PRESTAZIONE
Il mio metodo nuovo di conduzione degli allenamenti e della partita di campionato, l'ho intitolato "Allenare la Prestazione" , ovvero lo stile che metto in campo , nell'insegnare a giocare a calcio sia durante gli allenamenti che nelle partite .
E' espressione di una diversa visione, dell' l'insegnamento al gioco del calcio nella Attività di base" (e non solo).
Concettualmente è ispirato e può essere riassunto in un frase di un grande maestro di calcio:
"IL CALCIO E' DI FACILE VISIONE MA DI DIFFICILE INTERPRETAZIONE, La metodologia che applico durante gli allenamenti si ispira, imita, la prestazione , la partita di calcio ed è un insegnamento situazionale. L'avversario, palla e compagno sempre presente.
Credo alla volontà di cambiare metodo e provo a dare una mia personale interpretazione del cambiamento , specchio di approfondimenti e da tanti anni di panchina , di calcio attivo, in prima linea.
Così ho creato una mia personale metodologia che
mette al centro della programma IL GIOVANE GIOCATORE e il poter e voler giocare..
Il calcio è un gioco di squadra, imprevedibile, fortemente situazionale, aciclico, intermittente, collaborativo e creativo.
Innanzitutto la mia intenzione è di voler rispettare e realizzare proprio quanto contenuto nella frase: "il fine del giocatore è imparare a giocare, giocando a calcio divertendosi, il vero allenatore, l'istruttore per eccellenza risulta essere la partita stessa che, in tutte le variabili, le play in reduced spaces, sono un mezzo che permette di far crescere il bagaglio cognitivo tecnico-tattico motorio del giocatore".
I giocatori in queste situazioni imparano anche l'intenzione del compagno e avversario con o senza palla in maniera completa. Inoltre il giocatore si trova al centro del gioco di continuo, come sviluppa la partita a ranghi ridotti, con la regole che non prevedono aut o corner .......
Quindi il mio voler allenare alla prestazione, alla partita durante gli allenamenti diventa prioritario.
L'obiettivo più importante è la prestazione, la situazione , ovvero la partita (aiutano molto le situazioni di partite a ranghi ridotti " play in reduced spaces"), dove è il gioco che insegna la tecnica specifica e la tattica e non viceversa.
Un ragazzo, o meglio un giocatore durante l'attività di base o di categoria impara e affina e migliora a giocare molto rapidamente a calcio solo attraverso la partita. La partita di calcio, in tutte le sue variazioni e temi, diventa ''lo strumento'' principale, il vero istruttore nell'organizzazione degli allenamenti. L 'allenatore spesso durante gli allenamenti dovrebbe limitarsi ad osservare , o se interviene è solo per alzare l'intensità.
Il giocatore ,giocando ,viene stimolato l'insegnamento tattico collettivo dello sviluppo del gioco sia difensivo che offensivo, sia in possesso p. che in non possesso p. .Il modello dell'allenamento si deve avvicinare al modello della partita ed è la scoperta del gioco e della sua complessità , di situazione di difficoltà, di stress tattico-tecnico .che stimola e arricchisce il bagaglio cognitivo del giocatore. E' la partita , con la presenza continua dell avversario,proposta e giocata in tutte le sue forme e tematiche fa ruotare l'organizzazione e stesura di un allenamento.
Il continuo giocare a calcio permette al giocatore di arricchire continuamente il proprio carico cognitivo.
La partita di calcio oltre ad avere le caratteristiche della imprevedibilità e della situazionalità, ha alcune prerogative
inevitabili: come ad esempio la presenza continua dell'avversario, e del pallone. Ne consegue che il giocatore deve essere sollecitato, con creatività e in anticipo, a muoversi durante la partita e gli allenamenti con la costante presenza della palla dei compagni e sempre in presenza dell'avversario. Solo così riesce ad acquisire velocemente la tecnica e la tattica, sempre in una situazione di difficoltà e di imprevedibilità e in una complessa piattaforma complessa ,situazionale.
In questa situazione di stress tattico e motorio, il giocatore viene stimolato a prendere iniziativa, ad abituarsi 'al nuovo', a scegliere in tempi stretti e rapidi, sicuramente la giocata migliore e con altri fattori come la presenza dell' avversario e compagni di sq. che ne determinano i tempi e i modi
Situazione partita "pilota" 3 x 3
Ogni giocatore deve porre l'attenzione mai solo alla palla ma in modo determinante all'avversario , alla propria posizione ecc..
Durante le partite a ranghi e spazi variabili ossia le ''situazioni prestative ''durante allenamento è importante inserire la regola, in caso di possesso palla, a "non calciare a caso". E' una semplice regola, apparentemente banale, che obbliga il giocatore ad una serie di ragionamenti, atteggiamenti che rappresentano il preludio a schemi di gioco con palla in movimento e riflessioni e
stimoli:
Imparare a "non calciare a caso"
1. Si impara a mantenere il possesso palla in una situazione di difficoltà, responsabilità;
2. Si impara a passare la palla al compagno che si trova nella traiettoria, "il più libero; '' zona luce ' ...scarico , passo dove vedo al compagno più libero...gioco dove vedo
3. Si impara a valutare e risolvere l'imprevisto, il problema tattico,
4. Si deve decidere nel minor tempo possibile favorendo il possesso e il movimento dei compagni della propria squadra;
5. Si allena "l'abitudine al nuovo" arricchendo anche il proprio bagaglio cognitivo; si impara la tecnica e la tattica in situazioni reali che rispecchiano la partita
6. Si obbliga a mantenere l'attenzione a lungo;
7. Si sviluppa il movimento senza palla prima e sia prima che dopo aver ricevuto la palla, in maniera induttiva ; favorendo il principio 'occupo spazio, libero creo spazio''
8. Si sviluppa la capacità di protezione (copertura della palla) e difesa del pallone;
9. favorisce e potenzia lo spirito di collaborazione, la complicità, la comunicazione e l'intesa fra compagni;
10. Curare con attenzione la copertura e la chiusura preventiva
11. Indirettamente favorisce l'abbandono del principio calcistico che rappresenta un vecchio stereotipo......''palla lunga e pedalare'' ossia calciare a caso, non calciare a caso permette di curare con molta attenzione l'inizio dello sviluppo dell azione fin dal portiere.
Durante le partite, in allenamento, prediligo il metodo induttivo centrato sulla possibilità che la soluzione spetti al giocatore. Qualche volta intervengo per stimolare più soluzioni, o gratificare una originale e efficace iniziativa. All'inizio ho definito il mio, uno stile che ha come obbiettivo il "far tirare fuori'' al giocatore la soluzione. Questo da solo non è sufficiente perchè l'insegnamento va accompagnato a vere intenzioni educative, in cui l'avere un atteggiamento a disposizione delle esigenze della sq. è fondamentale. I bravo mister non da soluzione ,sostituendosi al bambini ragazzo giocatore , ma da a loro dei problemi da risolvere.
Si educa il il giocatore a prepararsi a vincere, e non vincere a tutti i costi: si allena la prestazione per arrivare alla vittoria ma anche per accettare la sconfitta.
La regola del "mai calciare a caso" oltre ad allenare la tecnica e la tattica in situazione di difficolta, favorisce la protezione della palla, attraverso il dribbling.
Il dribbling,finta e cambio di direzione , è un gesto tecnico, una abilità del ragazzo, spesso sottovalutato da noi allenatori. In realtà rappresenta nel calcio la magia la creatività, la fantasia , il riuscire a districarsi in una possibile situazione difficile, complicata, rispecchia una scelta , una strategia ,una presa di posizione ben precisa. Lavorare in piccoli gruppi consente anche di eseguire più volte, partite con variabili e modalità diverse. Questo permette di fare , di giocare alla situazione più divertente e piacevole del giocatore: LA PARTITA che noi mister ,sbagliando, la collochiamo a fine allenamento. E' il caso anche di giocarla a metà allenamento o altro collocandola diversamente.
Ricordo che il giocatore assimila, apprende molto di più in in contesto di divertimento, come è la SITUAZIONE,LA PARTITA
Come ultimo concetto vorrei dire che gli strumenti per allenare alla partita che devono essere presenti, anche in sostituzione del riscaldamento, sono principalmente le partite a ranghi e spazi variabili definite più semplicemente le "partite a portine" o meglio le "play in reduced spaces", che permettono di perfezionare le transizioni, l'apprendimento tecnico tattico individuale e collettivo, in maniera induttiva , ancora : partite con sponde con tutte le possibili variabili e le situazioni di tiro in tutte le variabili possibili, sempre in presenza dell'avversario. Durante l'unità di base, cioè l'allenamento si dovrebbero eseguire almeno situazioni di tre partite ,in situazioni diverse ........
Il mister può scegliere a questo proposito tra un numero infinito di variabili.
Il mister deve essere creativo coraggioso e propositivo e avere un atteggiamento positivo.
Situazione tre contro tre
Per capirne di più interpellatemi.......sono disponibile.
Giovani mister che vorrebbero intraprendere la strada da allenatore , esposizione del mio metodo e di come diventare un mister Formativo sopratutto in maniera pratica , in campo. Mi piacerebbe aprire una scuola per mister o una scuola calcio......non per insegnare ma per poter mettere a disposizione la mia esperienza .
Grazie da misterEzio
Il mio sogno è di organizzare una scuola per allenatori, per mister e mettere a disposizione la mia esperienza, senza aver pretese di insegnare .
INVERTIAMO LA ROTTA!
E' espressione di una diversa visione, dell' l'insegnamento al gioco del calcio nella Attività di base" (e non solo).
Concettualmente è ispirato e può essere riassunto in un frase di un grande maestro di calcio:
"IL CALCIO E' DI FACILE VISIONE MA DI DIFFICILE INTERPRETAZIONE, La metodologia che applico durante gli allenamenti si ispira, imita, la prestazione , la partita di calcio ed è un insegnamento situazionale. L'avversario, palla e compagno sempre presente.
Credo alla volontà di cambiare metodo e provo a dare una mia personale interpretazione del cambiamento , specchio di approfondimenti e da tanti anni di panchina , di calcio attivo, in prima linea.
Così ho creato una mia personale metodologia che
mette al centro della programma IL GIOVANE GIOCATORE e il poter e voler giocare..
Il calcio è un gioco di squadra, imprevedibile, fortemente situazionale, aciclico, intermittente, collaborativo e creativo.
Innanzitutto la mia intenzione è di voler rispettare e realizzare proprio quanto contenuto nella frase: "il fine del giocatore è imparare a giocare, giocando a calcio divertendosi, il vero allenatore, l'istruttore per eccellenza risulta essere la partita stessa che, in tutte le variabili, le play in reduced spaces, sono un mezzo che permette di far crescere il bagaglio cognitivo tecnico-tattico motorio del giocatore".
I giocatori in queste situazioni imparano anche l'intenzione del compagno e avversario con o senza palla in maniera completa. Inoltre il giocatore si trova al centro del gioco di continuo, come sviluppa la partita a ranghi ridotti, con la regole che non prevedono aut o corner .......
Quindi il mio voler allenare alla prestazione, alla partita durante gli allenamenti diventa prioritario.
L'obiettivo più importante è la prestazione, la situazione , ovvero la partita (aiutano molto le situazioni di partite a ranghi ridotti " play in reduced spaces"), dove è il gioco che insegna la tecnica specifica e la tattica e non viceversa.
Un ragazzo, o meglio un giocatore durante l'attività di base o di categoria impara e affina e migliora a giocare molto rapidamente a calcio solo attraverso la partita. La partita di calcio, in tutte le sue variazioni e temi, diventa ''lo strumento'' principale, il vero istruttore nell'organizzazione degli allenamenti. L 'allenatore spesso durante gli allenamenti dovrebbe limitarsi ad osservare , o se interviene è solo per alzare l'intensità.
Il giocatore ,giocando ,viene stimolato l'insegnamento tattico collettivo dello sviluppo del gioco sia difensivo che offensivo, sia in possesso p. che in non possesso p. .Il modello dell'allenamento si deve avvicinare al modello della partita ed è la scoperta del gioco e della sua complessità , di situazione di difficoltà, di stress tattico-tecnico .che stimola e arricchisce il bagaglio cognitivo del giocatore. E' la partita , con la presenza continua dell avversario,proposta e giocata in tutte le sue forme e tematiche fa ruotare l'organizzazione e stesura di un allenamento.
Il continuo giocare a calcio permette al giocatore di arricchire continuamente il proprio carico cognitivo.
La partita di calcio oltre ad avere le caratteristiche della imprevedibilità e della situazionalità, ha alcune prerogative
inevitabili: come ad esempio la presenza continua dell'avversario, e del pallone. Ne consegue che il giocatore deve essere sollecitato, con creatività e in anticipo, a muoversi durante la partita e gli allenamenti con la costante presenza della palla dei compagni e sempre in presenza dell'avversario. Solo così riesce ad acquisire velocemente la tecnica e la tattica, sempre in una situazione di difficoltà e di imprevedibilità e in una complessa piattaforma complessa ,situazionale.
In questa situazione di stress tattico e motorio, il giocatore viene stimolato a prendere iniziativa, ad abituarsi 'al nuovo', a scegliere in tempi stretti e rapidi, sicuramente la giocata migliore e con altri fattori come la presenza dell' avversario e compagni di sq. che ne determinano i tempi e i modi
Situazione partita "pilota" 3 x 3
Partita a ranghi e spazi ridotti, la Situazione di gioco
Situazione 2 x 2 con due squadre aspettano il goal
Situazione 3 x 3 con due squadre che aspettano il goal
Ogni giocatore deve porre l'attenzione mai solo alla palla ma in modo determinante all'avversario , alla propria posizione ecc..
Durante le partite a ranghi e spazi variabili ossia le ''situazioni prestative ''durante allenamento è importante inserire la regola, in caso di possesso palla, a "non calciare a caso". E' una semplice regola, apparentemente banale, che obbliga il giocatore ad una serie di ragionamenti, atteggiamenti che rappresentano il preludio a schemi di gioco con palla in movimento e riflessioni e
stimoli:
Imparare a "non calciare a caso"
1. Si impara a mantenere il possesso palla in una situazione di difficoltà, responsabilità;
2. Si impara a passare la palla al compagno che si trova nella traiettoria, "il più libero; '' zona luce ' ...scarico , passo dove vedo al compagno più libero...gioco dove vedo
3. Si impara a valutare e risolvere l'imprevisto, il problema tattico,
4. Si deve decidere nel minor tempo possibile favorendo il possesso e il movimento dei compagni della propria squadra;
5. Si allena "l'abitudine al nuovo" arricchendo anche il proprio bagaglio cognitivo; si impara la tecnica e la tattica in situazioni reali che rispecchiano la partita
6. Si obbliga a mantenere l'attenzione a lungo;
7. Si sviluppa il movimento senza palla prima e sia prima che dopo aver ricevuto la palla, in maniera induttiva ; favorendo il principio 'occupo spazio, libero creo spazio''
8. Si sviluppa la capacità di protezione (copertura della palla) e difesa del pallone;
9. favorisce e potenzia lo spirito di collaborazione, la complicità, la comunicazione e l'intesa fra compagni;
10. Curare con attenzione la copertura e la chiusura preventiva
11. Indirettamente favorisce l'abbandono del principio calcistico che rappresenta un vecchio stereotipo......''palla lunga e pedalare'' ossia calciare a caso, non calciare a caso permette di curare con molta attenzione l'inizio dello sviluppo dell azione fin dal portiere.
Durante le partite, in allenamento, prediligo il metodo induttivo centrato sulla possibilità che la soluzione spetti al giocatore. Qualche volta intervengo per stimolare più soluzioni, o gratificare una originale e efficace iniziativa. All'inizio ho definito il mio, uno stile che ha come obbiettivo il "far tirare fuori'' al giocatore la soluzione. Questo da solo non è sufficiente perchè l'insegnamento va accompagnato a vere intenzioni educative, in cui l'avere un atteggiamento a disposizione delle esigenze della sq. è fondamentale. I bravo mister non da soluzione ,sostituendosi al bambini ragazzo giocatore , ma da a loro dei problemi da risolvere.
Si educa il il giocatore a prepararsi a vincere, e non vincere a tutti i costi: si allena la prestazione per arrivare alla vittoria ma anche per accettare la sconfitta.
La regola del "mai calciare a caso" oltre ad allenare la tecnica e la tattica in situazione di difficolta, favorisce la protezione della palla, attraverso il dribbling.
Il dribbling,finta e cambio di direzione , è un gesto tecnico, una abilità del ragazzo, spesso sottovalutato da noi allenatori. In realtà rappresenta nel calcio la magia la creatività, la fantasia , il riuscire a districarsi in una possibile situazione difficile, complicata, rispecchia una scelta , una strategia ,una presa di posizione ben precisa. Lavorare in piccoli gruppi consente anche di eseguire più volte, partite con variabili e modalità diverse. Questo permette di fare , di giocare alla situazione più divertente e piacevole del giocatore: LA PARTITA che noi mister ,sbagliando, la collochiamo a fine allenamento. E' il caso anche di giocarla a metà allenamento o altro collocandola diversamente.
Ricordo che il giocatore assimila, apprende molto di più in in contesto di divertimento, come è la SITUAZIONE,LA PARTITA
Come ultimo concetto vorrei dire che gli strumenti per allenare alla partita che devono essere presenti, anche in sostituzione del riscaldamento, sono principalmente le partite a ranghi e spazi variabili definite più semplicemente le "partite a portine" o meglio le "play in reduced spaces", che permettono di perfezionare le transizioni, l'apprendimento tecnico tattico individuale e collettivo, in maniera induttiva , ancora : partite con sponde con tutte le possibili variabili e le situazioni di tiro in tutte le variabili possibili, sempre in presenza dell'avversario. Durante l'unità di base, cioè l'allenamento si dovrebbero eseguire almeno situazioni di tre partite ,in situazioni diverse ........
Il mister può scegliere a questo proposito tra un numero infinito di variabili.
Il mister deve essere creativo coraggioso e propositivo e avere un atteggiamento positivo.
Situazione tre contro tre
Per capirne di più interpellatemi.......sono disponibile.
Giovani mister che vorrebbero intraprendere la strada da allenatore , esposizione del mio metodo e di come diventare un mister Formativo sopratutto in maniera pratica , in campo. Mi piacerebbe aprire una scuola per mister o una scuola calcio......non per insegnare ma per poter mettere a disposizione la mia esperienza .
Grazie da misterEzio
Il mio sogno è di organizzare una scuola per allenatori, per mister e mettere a disposizione la mia esperienza, senza aver pretese di insegnare .
Grazie
INVERTIAMO LA ROTTA!