Allenare nella attività di base con intenzioni educative...
Allenare con intenzioni educative
Parto da lontano e prendo una lunga rincorsa. Gli ultimi dieci anni
circa, forse ancora di più, ho dedicato buona parte del mio tempo e delle mie
energie ad allenare squadre dell'attività di base, girovagando in moltissimi
campi diversi. Durante questi anni ho notato con crescente preoccupazione che
c'è stato un progressivo e marcato allontanamento dall'insegnare il gioco del
calcio con una chiara impronta educativa. Negli ultimi anni, si è data sempre
maggiore importanza al raggiungimento del risultato, spesso in modo esasperato.
Questa scelta ha finito per allontanare allenatori e società dai valori
educativi che lo sport ha sempre rappresentato, distogliendo l’attenzione dai
principi fondamentali. Di conseguenza, si sono progressivamente abbandonati i
principi etici -educativi che dovrebbero essere il pilastro di ogni attività
sportiva, relegando in secondo piano quegli aspetti formativi essenziali per la
crescita personale del giocatore, inteso prima di tutto come individuo. La
ricerca del risultato a tutti i costi si
è inserito in modo prepotente persino nei settori giovanili, andando a creare
numerosi problemi, tra cui il fenomeno del drop out, cioè l'abbandono precoce
del giovane dal calcio in un'età prematura, spesso già intorno ai 10 o 12 anni
o prima. Recentemente sono stati pubblicati i dati ISTAT 2024 sull’attività
sportiva degli italiani. Dal 2010, il numero degli iscritti al calcio è in
forte diminuzione, nonostante sia in crescita il numero di persone che
praticano sport in generale. Credo che, oggi più che mai, lo sport rappresenti
per le nuove generazioni un punto di riferimento fondamentale. Fare sport,
giocare a calcio è un percorso che
favorisce una crescita equilibrata, guidando i giovani verso
l'autorealizzazione. Tutto questo è possibile grazie ai valori autentici e sani
che lo sport trasmette. Spesso siamo noi adulti, presi dalla ossessione per la
competizione, a mettere a rischio i valori fondamentali e l'energia positiva
che lo sport dovrebbe trasmettere. Questo accade quando diamo un peso eccessivo
al risultato, cercando vittorie a tutti i costi, oppure, come mi capita di notare di sovente, di voler ancora allenare con metodi autoritari e direttivi anche in contesti puramente
amatoriali, dilettantistici e in particolare nelle squdre della attività di base. Tentando
di imitare il mondo professionistico in modo inappropriato, finiamo per creare
effetti negativi, come l'abbandono precoce dello sport o la perdita della
passione per il calcio. Questi fenomeni sono spesso il risultato di aspettative
irrealistiche, pressioni eccessive o dell'impossibilità di partecipare
semplicemente per il piacere del gioco, se non si eccelle. Negli ultimi anni, o
forse sarebbe meglio dire da molto tempo ormai, i metodi di allenamento si sono
evoluti diventando sempre più scientifici, e questo è senz'altro positivo.
Tuttavia, in questo percorso si è spesso trascurato, intenzionalmente o meno,
l'aspetto sociale ed educativo. Per esempio, si è dato poco spazio
all'insegnamento dell'importanza di saper gestire le emozioni. Di conseguenza,
oggi spesso accade che siano i giovani giocatori ad essere dominati dalle proprie
emozioni, invece di saperle controllare e usare a proprio vantaggio. La
priorità è stata posta sul "qui e ora", concentrandosi esclusivamente
su obiettivi di rendimento immediato. Questo atteggiamento, però, ha
sacrificato programmi a lungo termine che avrebbero potuto includere finalità
educative più ampie e formative. La qualità dell'atteggiamento del mister gioca
un ruolo fondamentale nel promuovere l'automotivazione e l'autonomia del
giovane giocatore, riflettendosi anche nelle prestazioni durante le partite.
Insegnare a giocare a calcio con atteggiamento educativo crea un legame profondo e
inscindibile tra sport e valori. Quando l'aspetto educativo viene trascurato,
si perde un elemento essenziale che, ne sono certo, è fondamentale per garantire
una crescita equilibrata. Insegnare nella attività di base con intenzioni
educative significa educare al sano agonismo, promuovendo valori fondamentali
come la soliderietà e la collaborazione, e rispettare il risultato ottenuto,
senza cadere in esagerazioni, esasperazioni o atteggiamenti che possano
compromettere lo spirito formativo e positivo dell’esperienza sportiva. Concludo
sottolineando con fermezza che insegnare calcio senza un preciso intento
educativo rappresenta un approccio profondamente scorretto, che nel corso del
tempo può facilmente generare frustrazioni e insoddisfazioni profonde,
difficili da comprendere e da gestire in maniera adeguata.
Grazie da misterezio


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