MisterEzio
Quest'anno festeggio, in silenzio, i miei primi trent'anni da allenatore da MISTER
1989 - 2019
Sempre in campo, il sorriso e la positività non mi sono mai mancati.
Ho iniziato ad allenare per volontà di un grande presidente (ex giocatore professionista e allora dirigente di industria ,VITETTA GIUSEPPE) che mi ha permesso di iniziare ad allenare a 27 anni, dopo un grave infortunio calcistico. A 28 anni allenavo in seconda categoria grazie alla sua incredibile lungimiranza . 1989....1990
GRAZIE A GIUSEPPE VITETTA. Mi ha fatto indossare il mio vestito.
Ma chi sono???
CATEGORIE ALLENATE:
Ho sempre scelto sfide particolari, espressione di situazioni complesse, vissute sempre , in prima linea ma con grande entusiasmo e trasporto .
Agendo in questa maniera ho imparato molto , come ad esmpio ho capito considerare che fare il mister è una vera "mission", e la figura del mister va compresa come un insieme complesso di ruoli.
Sin dall'inizio della mia avventura della mia scelta , ho capito che allenare era il mio vestito.
La mia scelta di allenare in società senza fare calcoli, mi ha permesso di fare esperienze fortemente formative. Affrontando sfide scomode e sempre senza preoccuparmi e disinteressandomi della categoria o del risultato a tutti i costi.
Ho sempre voluto cercare il risultato valorizzando il valore e l'importanza della prestazione.
La sfida più grande era allenare in società che non potevano prendersi il giocatore di valore e gli stessi giocatori non erano filtrati o selezionati. Ho voluto anche allenare in società in cui il risultato era tutto, dove il presidente mi chiamava ad ogni fine partita. Non ho voluto farmi mancare nulla.
Nei primi anni ho addirittura allenato in categorie in cui c'erano nel gruppo squadra giocatori ,con date anagrafiche erano maggiori delle mie ,erano più vecchi!!! La sfida era di riuscire a vincere e convincere lo stesso. l
I risultati li ho ottenuto attraverso il gruppo e non tramite il singolo "fenomeno".
Penso che l'abilità del mister è nel riuscire a fare uscire il massimo da ogni giocatore e al gruppo squadra , fonte di ogni vittoria.
Il miracolo di vincere, anche in situazioni non ottimali , è possibile.
Il segreto è di avere pazienza e creare una adeguata programmazione.
1989 - 2019
💪💥
Metamorfosi del mister😊😏
Sempre in campo, il sorriso e la positività non mi sono mai mancati.
Ho iniziato ad allenare per volontà di un grande presidente (ex giocatore professionista e allora dirigente di industria ,VITETTA GIUSEPPE) che mi ha permesso di iniziare ad allenare a 27 anni, dopo un grave infortunio calcistico. A 28 anni allenavo in seconda categoria grazie alla sua incredibile lungimiranza . 1989....1990
GRAZIE A GIUSEPPE VITETTA. Mi ha fatto indossare il mio vestito.
Ma chi sono???
CATEGORIE ALLENATE:
1989/1990 Allievi A.C. Agno
1990/1991 Seconda categoria A.C. Agno
1991/1992 Seconda categoria A.C. Agno
19992/1993 Seconda categoria A.C.Agno
1993/1994 Seconda categoria A.C. Agno
1994/1995 Terza categoria A.C. Cornedo (VITTORIA CAMPIONATO)
1995/1996 Seconda categoria A.C. Cornedo
1996/1997 Seconda categoria A.C. Cornedo
1997/1999 ACSI
1998/1999 CSI
1999/2001 CSI
2002/2003 SECONDA CATEGORIA A.C. BROGLIANO
2004/2005 ACS
2006/2007 Castelgomberto UNDER 20 JUNIORES (VITTORIA CAMPIONATO)
2007/2008 Castelgomberto UNDER 20 JUNIORES
2008/2009 Terza categoria A.C. Azzurra Maglio
2009/2010 Esordienti Real Valdagno
2010/2011 Esordienti Real Valdagno
2011/2012 Esordienti Real Valdagno
2012/2013 Giovanissimi Real Valdagno (VITTORIA COPPA DISCIPLINA)
2013/2014 Giovanissimi Real Valdagno
2014/2015 Seconda categoria MONTORSO "La Contea"
2015/2016 Collaborazione con una società calcistica del vicentino CON organizzazioni incontri con allenatori sul metodo di allenamento
2016/2017 Esordienti USD Ponte dei Nori, Responsabile settore tecnico della attività di base
2017/2018 Esordienti & Responsabile tecnico del settore giovanile, attività di base dell USD PONTE DEI NORI
2018/2019 Esordienti USD PONTE DEI NORI & responsabile tecnico della attività di base
2019/ 2020: ESORDIENTI & Responsabile tecnico dell USD Ponte dei Nori
2020/21 Responsabile tecnico e allenatore della categoria esordienti e interventista nella squadre primi calci, pulcini, esordienti, giovanissimi.
Parte del mio studio
SONO IN POSSESSO DEL PATENTINO ALLENATORE UEFA B & ISTRUTTORE BASE SCUOLA CALCIO FIGC - CONI e 30 anni di calcio
Ho sempre scelto sfide particolari, espressione di situazioni complesse, vissute sempre , in prima linea ma con grande entusiasmo e trasporto .
Agendo in questa maniera ho imparato molto , come ad esmpio ho capito considerare che fare il mister è una vera "mission", e la figura del mister va compresa come un insieme complesso di ruoli.
Sin dall'inizio della mia avventura della mia scelta , ho capito che allenare era il mio vestito.
La mia scelta di allenare in società senza fare calcoli, mi ha permesso di fare esperienze fortemente formative. Affrontando sfide scomode e sempre senza preoccuparmi e disinteressandomi della categoria o del risultato a tutti i costi.
Ho sempre voluto cercare il risultato valorizzando il valore e l'importanza della prestazione.
La sfida più grande era allenare in società che non potevano prendersi il giocatore di valore e gli stessi giocatori non erano filtrati o selezionati. Ho voluto anche allenare in società in cui il risultato era tutto, dove il presidente mi chiamava ad ogni fine partita. Non ho voluto farmi mancare nulla.
Nei primi anni ho addirittura allenato in categorie in cui c'erano nel gruppo squadra giocatori ,con date anagrafiche erano maggiori delle mie ,erano più vecchi!!! La sfida era di riuscire a vincere e convincere lo stesso. l
I risultati li ho ottenuto attraverso il gruppo e non tramite il singolo "fenomeno".
Penso che l'abilità del mister è nel riuscire a fare uscire il massimo da ogni giocatore e al gruppo squadra , fonte di ogni vittoria.
Il miracolo di vincere, anche in situazioni non ottimali , è possibile.
Il segreto è di avere pazienza e creare una adeguata programmazione.
Ho vissuto questi primi 30 anni da mister, maturando e cambiando filosofia e ho cambiato"pelle" lentamente e sono passato a varie metodologia , sia di gioco che di comportamento e di comunicazione .
Ho iniziato , nei primi anni, allenando in maniera esasperata , solo orientato al RISULTATO a tutti i costi.
Ogni partita, l' intendevo, come fosse una battaglia , come se, ogni volta , giocassi la partita della vita alla mister Conte per intenderci In panchina alla domenica saltavo gridando vivendo la partita in maniera sanguigna, passionale , forse, anzi sicuramente in maniera esagerata , sempre però rispettando le regole, e ruoli come l'arbitro e l'avversario ecc....
Ogni partita, l' intendevo, come fosse una battaglia , come se, ogni volta , giocassi la partita della vita alla mister Conte per intenderci In panchina alla domenica saltavo gridando vivendo la partita in maniera sanguigna, passionale , forse, anzi sicuramente in maniera esagerata , sempre però rispettando le regole, e ruoli come l'arbitro e l'avversario ecc....
Poi ho voluto approfondire il mio ruolo e il modo ,comportamento da mister si è mutato. Gli studi e ricerche che ho voluto fare, e successivamente conseguendo anche vari patentini come uefa B mi hanno permesso di affinare e di completare cioè di perfezionare la mia figura da allenatore.
Nei primi anni ero un mister poco attento a risolvere veramente i problemi , davo spesso la colpa al gruppo squadra o avversario o arbitro. Successivamente il mio comportamento e modo di allenare è diventato molto più AUTOREVOLE . Letture , studi, approfondimenti , mi hanno permesso di imparare e a dare le soluzioni più centrate . Anche a vivere l'errore con uno spirito e predisposizione più equilibrata, senza esasperazioni o esagerazioni. Considero la sconfitta come la possibilità di fare tesoro per migliorare e non di certo come una mortificazione , una umiliazione di cui sia il mister e i giocatori non si devono sentire umiliati . Deve essere un nuovo punto di partenza per migliorare se stessi e specialmente il gruppo e chiaramente e per nuove opportunità di gioco.
Tutto questo mi ha anche aiutato e stimolato a creare una mia personale filosofia e metodologia di allenamento, anche di ricerca e ascolto.
Dopo tanti anni , ho imparato a mettere prima la prestazione e per seconda la vittoria. Questo atteggiamento mi permette di allenare ancora oggi con piacere e divertimento.
Nei primi anni ero un mister poco attento a risolvere veramente i problemi , davo spesso la colpa al gruppo squadra o avversario o arbitro. Successivamente il mio comportamento e modo di allenare è diventato molto più AUTOREVOLE . Letture , studi, approfondimenti , mi hanno permesso di imparare e a dare le soluzioni più centrate . Anche a vivere l'errore con uno spirito e predisposizione più equilibrata, senza esasperazioni o esagerazioni. Considero la sconfitta come la possibilità di fare tesoro per migliorare e non di certo come una mortificazione , una umiliazione di cui sia il mister e i giocatori non si devono sentire umiliati . Deve essere un nuovo punto di partenza per migliorare se stessi e specialmente il gruppo e chiaramente e per nuove opportunità di gioco.
Tutto questo mi ha anche aiutato e stimolato a creare una mia personale filosofia e metodologia di allenamento, anche di ricerca e ascolto.
Dopo tanti anni , ho imparato a mettere prima la prestazione e per seconda la vittoria. Questo atteggiamento mi permette di allenare ancora oggi con piacere e divertimento.
Ho anche imparato ad ascoltare e ho capito che i giocatori non sono soldatini, dei robot , ma persone, ciascuno con una propria identità
Ho sempre allenato in squadre dilettantistiche, sia in squadre di categorie e sia nei settori giovanili, praticamente in tutte le categorie.
Negli ultimi anni ho deciso di allenare , e di specializzarmi , nello specifico, nel settore giovanile , nella attività di base.
Il mio cambiamento e maturazione e di coscienza è stato graduale, ma inevitabile, e voluto studiato con una mia presenza continua in campo, anzi in campi veramente in società eterogenee e diversificate.
Nei primi anni da mister sono partito da il convincimento che ogni mio sforzo o metodologia dell'allenamento, doveva essere orientato esclusivamente alla ricerca del risultato , esasperando il risultato .
La ricerca della vittoria inevitabilmente mi costringeva vivere il risultato con esagerata pressione ed esasperando così la competitività. Cercavo ricercavo il massimo del risultato a tutti i costi, e spesso esasperando .
Poi negli anni a seguire ho voluto e ho rivalutato che era più importante ricerca della qualità della prestazione , restituendo valore della competizione più equilibrato .
Così ho orientato i miei allenamenti figli di un più equilibrato significato della vittorie e orientando la mia metodologia verso il valore della prestazione, sia singola che di squadra,-
Una una maggiore più marcata attenzione e focalizzazione sulla qualità della prestazione e dell'allenamento , più che al risultato numerico finale . Penso di aver creato nel settore giovanile , dove oltre allenare gli esordienti, sono anche responsabile tecnico, la cultura di saper perdere senza esasperazioni ed esagerazioni . La sconfitta se vissuta con equilibrio può essere stimolo di successive vittorie.
Questo modo di vivere il gioco del calcio mi ha permesso di creare una mio personale metodo"allenare la prestazione"
Una mia inversione di rotta dovuta principalmente alla mia esperienza maturata in tanti anni vissuti in campo.
Competenza che ho acquisito attraverso una ricerca continua della conoscenza, attraverso approfondimenti e letture e esperimenti in campo. Ho dato una diversa valutazione e lettura della competizione e del risultato. La partita di calcio , ora, la considero una eccezionale possibilità, occasione di poter e saper valutare le proprie capacità, misurandosi con se stesso e l'avversario e il risultato senza esasperazioni.
Così ho smesso in panchina di gridare e sbracciarmi e ho imparato ad allenare in maniera AUTOREVOLE.
Semplicemente tastando i propri limiti sia delle capacità da mister e sia valutando i margini di miglioramento del giocatore e del gruppo squadra, sempre in maniera propositiva e coraggiosa, creativa e innovativa.
Sono molto orgoglioso e consapevole della mia maturazione e mi piacerebbe condividerla con altre società o allenatori, certo non mi chiamo DE PAOLI o ULIVIERI.... ma la mia esperienza è per me una vera scommessa e realtà che mi piacerebbe comunicare e descrivere con incontri con società e allenatori.
Il compito del mister inizia appena finito un allenamento o partita, che , sempre con spirito positivo e propositivo, deve riprendere un filo apparentemente interrotto o da continuare , sia che si vinca che si perda.
Un mister abbattuto, negativo , dopo una sconfitta serve a poco, essere arrabbiati con i giocatori o con il risultato, non è l'atteggiamento giusto .
Questo atteggiamento lo definisco il "pessimismo cosmico del mister" che in realtà rende ancora più difficile la capacità del gruppo squadra di rialzarsi e riprendere. Il linguaggio e il comportamento del mister nei confronti del giocatore è fortemente contagioso.
Rispetto molto il risultato della competizione , ma penso che più importante sia prepararsi per farlo , in tutte le direzioni, a vincere con una metodologia ben precisa, attraverso il gioco.
Ritengo fondamentale allenare con l'obbiettivo di migliorare la qualità della prestazione. Il mio compito è di insegnare a giocare a calcio e a comportasi e la vittoria è una logica conseguenza .
La vittoria ricercata con ogni mezzo la lascio ad altri, questa distorta visione, la considero frutto di un calcio ormai superato, noioso, dispotico e fallimentare.
Rimango sempre disponibile per chi volesse approfondire.....
"Invertiamo la rotta"
Grazie
misterEzio
.
Il mio cambiamento e maturazione e di coscienza è stato graduale, ma inevitabile, e voluto studiato con una mia presenza continua in campo, anzi in campi veramente in società eterogenee e diversificate.
Nei primi anni da mister sono partito da il convincimento che ogni mio sforzo o metodologia dell'allenamento, doveva essere orientato esclusivamente alla ricerca del risultato , esasperando il risultato .
La ricerca della vittoria inevitabilmente mi costringeva vivere il risultato con esagerata pressione ed esasperando così la competitività. Cercavo ricercavo il massimo del risultato a tutti i costi, e spesso esasperando .
Poi negli anni a seguire ho voluto e ho rivalutato che era più importante ricerca della qualità della prestazione , restituendo valore della competizione più equilibrato .
Così ho orientato i miei allenamenti figli di un più equilibrato significato della vittorie e orientando la mia metodologia verso il valore della prestazione, sia singola che di squadra,-
Una una maggiore più marcata attenzione e focalizzazione sulla qualità della prestazione e dell'allenamento , più che al risultato numerico finale . Penso di aver creato nel settore giovanile , dove oltre allenare gli esordienti, sono anche responsabile tecnico, la cultura di saper perdere senza esasperazioni ed esagerazioni . La sconfitta se vissuta con equilibrio può essere stimolo di successive vittorie.
Questo modo di vivere il gioco del calcio mi ha permesso di creare una mio personale metodo"allenare la prestazione"
Una mia inversione di rotta dovuta principalmente alla mia esperienza maturata in tanti anni vissuti in campo.
Competenza che ho acquisito attraverso una ricerca continua della conoscenza, attraverso approfondimenti e letture e esperimenti in campo. Ho dato una diversa valutazione e lettura della competizione e del risultato. La partita di calcio , ora, la considero una eccezionale possibilità, occasione di poter e saper valutare le proprie capacità, misurandosi con se stesso e l'avversario e il risultato senza esasperazioni.
Così ho smesso in panchina di gridare e sbracciarmi e ho imparato ad allenare in maniera AUTOREVOLE.
Semplicemente tastando i propri limiti sia delle capacità da mister e sia valutando i margini di miglioramento del giocatore e del gruppo squadra, sempre in maniera propositiva e coraggiosa, creativa e innovativa.
Sono molto orgoglioso e consapevole della mia maturazione e mi piacerebbe condividerla con altre società o allenatori, certo non mi chiamo DE PAOLI o ULIVIERI.... ma la mia esperienza è per me una vera scommessa e realtà che mi piacerebbe comunicare e descrivere con incontri con società e allenatori.
Il compito del mister inizia appena finito un allenamento o partita, che , sempre con spirito positivo e propositivo, deve riprendere un filo apparentemente interrotto o da continuare , sia che si vinca che si perda.
Un mister abbattuto, negativo , dopo una sconfitta serve a poco, essere arrabbiati con i giocatori o con il risultato, non è l'atteggiamento giusto .
Questo atteggiamento lo definisco il "pessimismo cosmico del mister" che in realtà rende ancora più difficile la capacità del gruppo squadra di rialzarsi e riprendere. Il linguaggio e il comportamento del mister nei confronti del giocatore è fortemente contagioso.
Rispetto molto il risultato della competizione , ma penso che più importante sia prepararsi per farlo , in tutte le direzioni, a vincere con una metodologia ben precisa, attraverso il gioco.
Ritengo fondamentale allenare con l'obbiettivo di migliorare la qualità della prestazione. Il mio compito è di insegnare a giocare a calcio e a comportasi e la vittoria è una logica conseguenza .
La vittoria ricercata con ogni mezzo la lascio ad altri, questa distorta visione, la considero frutto di un calcio ormai superato, noioso, dispotico e fallimentare.
Rimango sempre disponibile per chi volesse approfondire.....
"Invertiamo la rotta"
Grazie
misterEzio
.