Il gioco : libertà di correre e di movimento di partecipare ....
Perchè per prima cosa...per punizione, togliamo lo sport ai giovani???? "Se non studi non vai più al calcio"....Siamo sicuri che sia una presa di posizione giusta? Non so....
Spesso, noi adulti , mister e genitori, nella convinzione di fare del bene ai ragazzi ,per motivi scolastici, ( voti bassi e poco studio) togliamo a loro la possibilità di partecipare agli allenamenti e partite. "Hai uno scarso rendimento scolastico non hai studiato! allora non vai più al calcio"
Decisione per me molto discutibile e non sempre utile.
Togliamo al giovane giocatore una attività in cui trova piacere il giocare al calcio fare sport e quasi sempre una delle prime scelte di distacco dalla famiglia presa autonomamente. Togliere l'attività sportiva il movimento, la corsa , il gioco per punizione o altro è una modo di agire che non mi trova d'accordo e a poco serve. E' una punizione immediata e che non cambia il futuro delle cose.
Venire agli allenamenti, alle partite è uno dei pochi momenti di gioco di movimento della settimana. In in cui il gioco e il giovane giocatore sono complementari e complici. Partecipare all'allenamento consente lo scarico psico -motorio. E' un momento importante una occasione di aggregazione che facilita le relazioni sociali con i propri pari.
Nonostante ciò decidiamo di togliere questa opportunità. Pensiamo che l'isolamento e il castigo possa avere un effetto positivo nel giovane . Non penso proprio. Così facendo, l' adolescente nutre e sviluppa ulteriore stress e insoddisfazione verso la scuola. Per il giovane calciatore viene meno la sua autostima. Anche perchè il giovane giocatore vuole essere parte ed essere partecipe nel gruppo squadra e la presenza continua e la costanza è il miglior premio.
Ho molti dubbi sulla decisione di togliere il calcio e non credo che sia la strada educativa migliore da intraprendere.
L'abbandono forzato, anche se per un breve periodo è negativo e poco serve.
In anzitutto interrompe il percorso di formazione del giovane giocatore Bruscamente si interrompe la possibilità di incontrarsi e di confrontarsi con i compagni. Lo sport il gioco risulta essere uno sano depositario di aggregazione e di condivisione e facilita i rapporti di amicizia con i propri pari. Ad ogni azione punitiva c'è sempre una reazione e non è sempre quello che noi genitori ci auguriamo.
sotto nel grafico ho riportato alcune regole consigli idee messe in pratica da alcuni settori giovanili. Regole che in parte le condivido. Di fondo condivido il fatto che non viene imposta l'interruzione della presenza agli allenamenti:
Nel gruppo whatsApp di squadra il mister , legge spesso il messaggio dei genitori che annuncia :
" Stasera X....non viene perchè sta facendo i compiti..."
Con facilità e superficialità togliamo (per punizione) al giovane la possibilità di giocare. In realtà togliamo gli unici momenti, gli allenamenti, di svago e di scarico psico motorio e psicologico. Per un adolescente è contro produttivo.
Per me il calcio , il gioco, se eseguito con le giuste metodologie valide aiuta molto la crescita del giovane giocatore e agevola la comprensione di cosa significa essere responsabile e autonomo.
Ritengo molto più giusto ed educativo insegnare loro l' autonomia come ad esempio prepararsi da solo la borsa per allenamento o imparare ad organizzarsi con i compiti scolastici oppure dare dei piccoli lavoretti come preparare la tavola a cena ecc...o rendersi utile in attività extra calcio. L'autonomia e la responsabilità va allenata con pazienza.
Punirlo e allontanarlo e togliergli il calcio poco serve. Il castigo funziona , se funziona, solo a breve termine.
Penso ci siano molte altre cose che si possono togliere se si vuole mandare un segnale al giovane giocatore.
Togliendo il calcio interrompiamo bruscamente il dialogo, la comunicazione con i propri pari e con lo sport.
Educare significa mediare , parlare e assicurare , convincere e farsi capire, quando non si è convincenti e poco autorevoli è facile fare la voce grossa e imporsi bruscamente, in maniera autoritaria. L'atteggiamento direttivo è rassicurante perchè sottrae la responsabilità al giovane giocatore di riuscire a fare più attività con consapevolezza senza compromettere nulla.
Il calcio , fare sport ha significato se include e non deve escludere.
I problemi le difficoltà vanno affrontate ma non combattute o abbattute.
Capisco il genitore ma spesso il ragazzo si comporta cosi perche tenta in tutte le maniere vuole essere considerato magari anche provocando l'adulto'. E' alla ricerca un suo equilibrio e vede nel gruppo dei pari e nel mister dei alleati per la sua crescita, avvalorando anche un senso positivo dell'amicizia e dello stare bene.
Capisco che essere genitore è difficile, ma è il confronto, lo ascoltare e il dialogo possono essere un arma vincente. Si dovrebbe fare sinergia e coinvolgere tutte le parti il giovane il giocatore, scuola il genitore e mister. Ma questa mi rendo conto spesso è un utopia.
Grazie
misterEzio