Liberamente ispirato dal mio manuale che sto scrivendo.............CAPITOLO 2 ..."allenare la prestazione"
CAPITOLO 2 :
IL MIO MODELLO: "ALLENARE LA PRESTAZIONE "
Nel mio metodo tutto ha origine nel riconoscimento in maniera trasparente che è l'AVVERSARIO che influisce sia nell'apprendimento delle abilità del giocatore che nello sviluppo del gioco e nelle dinamiche della partita. La metodologia ruota attorno alla presenza dell'avversario e alla sua importanza. La sua presenza obbliga il giocatore, durante la partita, a valutare ogni sua scelta e ogni suo movimento. Durante la partita è una presenza ingombrante, quella dell'avversario.Infatti influisce sulla personalità calcistica di ogni giocatore e incide nell'apprendimento delle abilità calcistiche. Il giocatore impara e migliora sempre tenendo ben presente che il gioco del calcio implica una adattamento continuo allo sviluppo disorganizzato del gioco. I movimenti imprevedibili e le scelte del giocatore sono per “colpa” o per merito dell'avversario. E' impossibile non tenere conto della sua presenza. Cadiamo spesso in una trappola didattica e di comprensione se non ammettiamo la sua l'influenza nello sviluppo del gioco.
Spesso, noi mister, ci ostiniamo a creare allenamenti con esercitazioni e esercizi che non hanno nulla a che fare con il calcio. Il dettaglio deve essere insegnato solo in situazione con la presenza continua dell'avversario. Invece si tende a curare esclusivamente il rapporto del giocatore con o senza la palla senza presenza dell'avversario. Io penso e lo descrivo nella mia metodologia ogni abilità individuale e collettiva sia di tecnica che tattica che fisica viene appresa in maniera più efficace solo in presenza dell'avversario, cioè in situazione. Riconoscendo che l'avversario condiziona lo sviluppo delle azioni della partita e la qualità della prestazione del giocatore. L'avversario rappresenta l'imprevisto che interrompe la linearità . Per il giovane giocatore la sua presenza è motivo di disagio che lo può demotivare e annullare se non sceglie la decisione, la soluzione giusta . I metodi classici allenano tattica e tecnica con esercizi e con possessi palla senza presenza dell' avversario, pur essendo in realtà è l' autentico disturbatore del gioco anche il vero istruttore per il giovane giocatore. Incide nei movimenti e nelle scelte di ogni partecipe al gioco. E' la parte denominante di ogni comportamento in partita. Riuscire a convivere con la sua presenza porta ogni giocatore a reagire con sollecitazioni e lo spingono a inventarsi contromosse che portano alla giusta soluzione. L'avversario mette alla prova la forza mentale e la resilienza del giocatore e la omeostasi tattica. Questa visione comporta anche durante l'allenamento, ad una didattica specifica . Per rendere la lettura DEL MANUALE più comprensibile e per attuare il mio metodo è neccessario che elenchi alcuni principi, alcune regole e fonti che io considero imprenscindibili indivisibili:
1. Devono essere sempre presenti negli allenamenti le situazioni , le partite a ranghi e spazi variabili
2. Ogni svolgimento di qualsiasi situazione deve seguire la regola:"Non calciare mai il pallone a caso", il possesso palla
3. "E'l'obbiettivo che regola il movimento". Questo è il principio che permettono alle situazioni di favorire una accelerazione della memorizzazione della tecnica -tattica collettiva -motoria coordinativa – condizionale -fisica
4. La composizione degli allenamenti deve seguire il principio:
"Il modello dell'allenamento deve imitare, copiare il modello della partita del gioco reale".
5. Ricercare ”ALTA INTENSITA' “ con allenamenti in micro gruppi
Elementi che in aggiunta di altri, sono i mattoni del mio metodo. Se si scava, attentamente quello che accade in partita A RANGHI E SPAZI VARIABILI si trovano gli stessi stessi elementi le stesse variabili della partita reale. Le situazioni sono la principale fonte per la composizione degli allenamenti. La prima regola, come ho anticipato e che inverte la rotta nella mia metodologia e volta le spalle ai metodi classici, è che il giocatore
NON DEVE MAI CALCIARE (il pallone) A CASO!
E' la regola da mettere in pratica sempre durante l'allenamento, e che deve essere perseguita con disciplina, presente in tutte le forme di partite, in situazioni. Prediligo il possesso palla. Apparentemente sembra una banale regola. In realtà se rispettata , rendendola obbligatoria durante gli allenamenti diventa un impulso, una scintilla che facilita l'apprendimento calcistico in maniera naturale e inconsapevole. Risulta migliorare la responsabiità personale di inventare prendere la decisione giusta. Si obbliga il giocatore a ragionare, anche in difficoltà tattica (presenza dell'avversario). Il giocatore deve prendere iniziativa ( e provare anche più volte), con responsabilità , con rischio calcolato, sempre seguendo la regola di "non calciare il pallone a caso". Che si contrappone alla regola poco formativa : "PALLA LUNGA E PEDALARE" specchio di molte metodologie classiche. Così facendo (NON CALCIARE A CASO) si migliora la capacità di adattamento al gioco e aiuta ad una migliore comprensione (lettura) delle azioni di gioco. IL P.P. NON deve mai dare una risposta frettolosa casuale, ma al contrario deve essere ragionata e pensata. IL PALLONE "NON SCOTTA". Si impara solo provando con coraggio e l'errore fa parte dei gioco. Il mister deve avere la capacità di comprendere che l'errore non và eccessivamente ampliato evidenziato. Non deve colpevolizzare e umiliare il giocatore, non deve aggiungere altro stress al giocatore. Marcando eccessivamente l'eventuale ERRORE. Al contrario, il giovane giocatore, và stimolato a riprovare. Il giovane giocatore che "prova" non ha paura di sbagliare e gioca con coraggio. Riassumendo il mio Metodo , che metto in pratica negli allenamenti è composto da due principi da una diade, due dogma tattiche di gioco. Profondamente e fortemente legati fra loro, indivisibili. L'uno non può stare senza dell'altro, e sono:
· AVVERSARIO PRESENTE (situazioni)
· NON CALCIARE A CASO (possesso palla)
Le mie valutazioni e approfondimenti sono alla ricerca di un altro , ostinato, punto di vista. Il mio modello si ispira, imita, il modello della partita. I miei allenamenti sono prevalentemente SITUAZIONALI. Infatti traboccano di gioco, di partite a ranghi e spazi variabili e situazioni con la presenza continua dell'avversario, con regole e forme diverse .Questi mezzi sono la forza del mio metodo. Considero fondamentali altre due elementi per mettere in pratica il mio metodo:
- la creazione dell'allenamento che deve essere prevalentemente situaziole (gli ingredienti sono sempre in presenza dell'avversario)
- la capacità positiva comunicativa e la metodologia la conpetenza del mister. (la competenza)
Più il giocatore è immerso nel gioco, meno sono gli infortuni di non contatto in partita. Giocare in situazione , il più possibile, è necessario per evitare infortuni di non contrasto come stiramenti muscolari ecc..Permette di abituare e adattare il giocatore ai movimenti motori , coordinativi e alle variabili di imprevedibilità che il gioco , e l'azione di gioco esprime, presenta. Giocando in situazione ,l'apprendimento non è lineare , come richiede il gioco stessoLa situazione, facilità il miglioramento di mentalità, chiede maggiore e continua attenzione, energia attiva e stimola la determinazione, la resilienza al gioco. In partita si svolgono movimenti improvvisi, intermittenti mai lineari, discontinui, con accelerazioni e decelerazioni con e senza palla. L' AVVERSARIO risulta essere un autentico guastatore , un disturbatore del movimento e del gioco. Crea incertezza tattica. Produce difficoltà e chiede e obbliga il giocatore e dare risposte immediate a cambi di stato continui. Con e senza palla. Obbliga il giocatore a fare movimenti multiformi , improvvisi e continui. Questo aiuta a diminuire gli infortuni. Ottimizzare il tempo e l'efficacia degli allenamenti con le situazioni risulta essere , per me l'unica strada da seguire. Il giocatore migliora, alza la soglia massimale delle proprie abilità fisiche, condizionali, motorie coordinative e tecniche e tattiche. L'impegno e la capacità di adattamento , in situazione è lo stesso a quello di gara, di una partita di campionato. Migliora anche la capacità di prendere decisioni immediate e nel tempo più breve possibile. Il giocatore impara a riconoscere una giocata, che è sempre composta da vari elementi, e di conseguenza spinge il giocatore, ad adattarsi e dare la risposta più efficace. Tutti i particolari. tecnici, tattici, motori, fisici vengono migliorati con l'avversario presente, in situazione.