Allenamento funzionale
L'allenamento dovrebbe essere vissuto come un'opportunità per imparare, sbagliare e crescere, in un ambiente sereno, costruttivo e stimolante. È uno spazio in cui i giocatori possono riconoscere i propri punti di forza e lavorare sulle aree di miglioramento. Più che un semplice processo preparatorio, l’allenamento è il risultato di interazioni tra diversi aspetti e dimensioni che influenzano la partita reale. La seduta di allenamento, insieme alle situazioni di gioco proposte, deve mirare a un modello specifico di gioco, non a una pratica generica fine a sé stessa. Deve essere caratterizzata da un dosaggio graduale di situazioni, dove si stimolano contemporaneamente tutte le sfere cognitive. Il vero protagonista dell'allenamento è il giocatore, che arricchisce il proprio bagaglio di competenze attraverso situazioni di gioco strutturate con regole e vincoli progressivi. Il confronto continuo con l’avversario gli permette di adattarsi in modo efficace alla complessità tattica della partita reale, affrontandone le difficoltà con maggiore consapevolezza. L'allenamento ruota attorno a due figure principali: il giocatore, che partecipa in modo attivo, collaborativo e costruttivo, e l'allenatore, che ha il compito di mantenere alta l'intensità e il ritmo delle esercitazioni. La partita, d’altra parte, non è solo una competizione sportiva, ma un sistema complesso e dinamico. Le sue dinamiche non seguono schemi rigidi, ma sono influenzate da una moltitudine di variabili interconnesse, come i movimenti degli avversari, le decisioni tattiche, le competenze dei giocatori e molte altre, il tutto proporzionato al livello di affinità collettiva e alle strategie adottate. Questo contesto evidenzia l’importanza di un approccio sistemico all’allenamento, in cui si analizzano le prestazioni considerando l’interdipendenza tra i giocatori e il loro impatto sul risultato finale. Un allenamento ideale deve essere dinamico, energico, con poche interruzioni e strettamente situazionale, basandosi su esercitazioni globali capaci di stimolare simultaneamente le diverse componenti della prestazione. Queste attività favoriscono un’interazione tra i giocatori che sia funzionale, efficace e coerente con le esigenze del gioco reale. Le esercitazioni più efficaci sono quelle frattali, come le partite a ranghi e spazi variabili, che coinvolgono i giocatori in un’attività dinamica, coinvolgente e stimolante, sempre con la presenza dell’avversario. Tali proposte permettono ai giocatori di esprimere il proprio potenziale, scoprendo nuove competenze, aumentando la motivazione e sperimentando situazioni molto vicine alle reali condizioni di gara. L’approccio integrato situazionale, supportato da molte evidenze scientifiche, si basa su esercitazioni che sollecitano contemporaneamente tutte le abilità e capacità prestative, senza separarle. Questo metodo permette di sviluppare in modo sinergico forza, resistenza, velocità, tecnica, tattica e flessibilità motoria, oltre all’intelligenza emotiva. Pianificare sessioni con questa metodologia consente di ottimizzare il tempo, raggiungere risultati duraturi e preparare i giocatori alle complessità della partita reale. È sempre più evidente che gli allenamenti situazionali, che riproducono le dinamiche della partita, sono essenziali per una preparazione efficace. Gli esercizi analitici, come quelli con o senza palla, seppur utili per migliorare aspetti specifici, rischiano di non preparare adeguatamente i giocatori alle pressioni e complessità di un vero incontro. Per questo, progettare allenamenti che riproducano ritmo, velocità decisionale e interazione con i compagni è fondamentale per costruire atleti completi, pronti ad affrontare le sfide sul campo. Il calciatore è un’unità indivisibile, chiamata a confrontarsi continuamente con avversari e dinamiche di gioco sempre diverse. Separare le abilità e capacità in allenamento non rispecchia questa realtà. Un approccio integrato sviluppa competenze tecniche, tattiche, fisiche e mentali in modo sinergico, garantendo una preparazione completa e coerente con le esigenze della competizione. In un contesto dove le variabili cambiano rapidamente, la capacità di adattamento e una visione d’insieme diventano essenziali per eccellere sul campo. Le sedute di allenamento devono includere esercitazioni che stimolino tutte le componenti presenti nella partita reale, favorendo un apprendimento completo ed efficace. L’obiettivo ultimo dell’allenamento è ottimizzare il rendimento del giocatore in gara, sviluppando abilità fisiche, mentali e strategiche attraverso un programma situazionale mirato e graduale. Monitorare i progressi e lavorare su aspetti specifici consente di trasformare il potenziale in risultati concreti e utili. Un elemento chiave è il confronto continuo con l’avversario durante le esercitazioni, poiché ogni azione, movimento e decisione nasce dall’interazione tra abilità personali e comprensione tattica. Questa sinergia si manifesta nei momenti decisivi del gioco, dove il talento individuale si intreccia con la collaborazione collettiva. È proprio in questo equilibrio che risiede il vero valore della prestazione qualitativa. In conclusione, un allenamento situazionale integrato, con l’utilizzo costante di modelli come le partite a ranghi e spazi variabili, rappresenta il metodo più naturale per promuovere l’autoapprendimento e migliorare tutte le componenti tecniche, tattiche, fisiche e psicologiche richieste per eccellere nella prestazione reale. L’allenamento non deve essere una semplice sequenza di esercizi, ma un sistema organico progettato per valorizzare l’individualità del giocatore nel suo insieme, preparandolo al meglio per affrontare le sfide della competizione.
Grazie
MisterEzio
N.B.Nel sito eziolorenzi.it cliccando "video del 5/5" è possibile trovare il video e molto altro.