Considerazioni personali: CI SONO MOLTE SOCIETA' DILETTANTI NEL CALCIO CHE IMITANO I PROFESSIONISTI SCIMIOTTANDO QUELLO CHE NON SONO!.................

  Vorrei fare una riflessione che ha come titolo:

Le sirene di ULISSE

Ci risiamo, arrivano le sirene di Ulisse. "Il loro oscuro e melodioso canto risuona ancora oggi....." Anche quest'anno a fine stagione assistiamo ad esodi calcistici di ragazzi e bambini dalla nostra società che scelgono di giocare altrove. Un trasferimento un cambiamento che avviene in società che si presentano con facili proclami e promesse vane, incantando genitori e ragazzi. Il tutto avviene con molta facilità, nel disinteresse totale di cosa si lascia, senza preoccuparsi delle conseguenze negative (di numero) che si possono creare nella squadra di origine. Vorrei ribadire un concetto per me importante. Alcuni dei nostri ragazzi andranno a giocare la prossima stagione in un altra società (di turno) che promette "mari e monti", sulla  carta più blasonata e più, nelle apparenze, "importante" che proclama promesse di possibili risvolti futuri da professionisti.... enunciando programmi difficilmente realizzabili e per me poco credibili.   La società in cui alleno tutt'ora è nata nel  1967 e  forse meriterebbe più attenzione e direi forse  anche più rispetto. Si pensa sempre che la strada più corta sia sempre la migliore o l'erba del vicino sia sempre più verde . Ma non è sempre così. Si cambia facilmente società attratti da promesse di vittorie facili, spesso abilmente nascoste da un agonismo esagerato, esasperato selettivo. Nel calcio giovanile ci sono sempre state le sirene che attraggono ma nella maggiore parte dei casi si dimostrano nel tempo poco convincenti e illusorie alimentando il " DROP AUT", l'abbandono precoce dei ragazzi al calcio, allo sport giovanile. Quanti bambini e ragazzi in questi anni ho visto cambiare società dando ascolto al canto incantatore delle sirene, lusingati per essere stati scelti, selezionati ma che da li a poco si sono disamorati del calcio e ora non giocano più. L'illusione dura poco e il "campionismo" utopistico è dietro l'angolo. Qualche anno fà, prima del Covid, ho letto che in Italia su 500.000 giovani dai 8 ai 16 anni che giocano in otre 7000 società SOLTANTO LO 0,6 SCARSO DIVENTA UN GIOCATORE PROFESSIONISTA.  Ho il patentino UEFA B e sono Istruttore scuola calcio CONI FGCI e alleno da 30 anni e metà di questi nella attività di base. Ho scelto, da pochi anni, di fermarmi in una società in cui c'è uno staff competente, che condivide la possibilità di far giocare a calcio il più possibile i ragazzi e bambini in un ambiente sereno e motivato. Negli ultimi anni ho capito che queste nuove generazioni hanno un disperato bisogno di giocare, il gioco dà a loro la meritata visibilità e autostima, poco importa vincere o perdere una partita. La scelta di voler giocare deve avvenire in autonomia e libertà senza farsi incantare da sirene che garantiscono (a parole) carriera e successo che ritengo molto improbabili da realizzare. Lo sport giovanile se insegnato con un certo criterio cioè anche con intenzioni educative, diventa per il ragazzo, un portatore sano di valori e di ideali importanti. Il poter giocare diventa il ponte ideale per aiutare la crescita della personalità del ragazzo. Se vogliamo convincere e fare in modo che la rotta si inverta a nostro favore, dobbiamo continuare mantenere la nostra unicità e filosofia e mettere in campo una vivacità partecipativa e propositiva da parte di tutti. Molte volte dietro alla volontà di cambiare ci sono spesso troppe aspettative che puntualmente vengono disattese. Ma in realtà siamo noi adulti a spingere i bambini e ragazzi a queste scelte non sempre azzeccate, indovinate. Penso come mister De Paoli che dice: " quando il contadino si accorge che il suo raccolto viene distrutto dl mal tempo, dalla tempesta, non si arrende e non si perde d'animo e torna a seminare convinto che il prossimo raccolto sarà migliore". Per questo noi appartenenti ad un altra, diversa,  filosofia calcistica  continuiamo e continueremo a insegnare calcio mettendo al centro del nostro programma il gioco , il poter giocare e il ragazzo - persona.

"GIOCO E  DUNQUE  SONO"

Ognuno è chiaramente libero di fare la scelta che ritiene giusta. Noi mister che crediamo che il calcio sia anche  un gioco, ci saremo anche nella prossima stagione 2022/2023 nonostante le "sirene" e la tempesta. Noi dei ponte  non alleniamo per inventare o promettere al ragazzo  una carriera  calcistica stellare da figurina "Panini" , noi alleniamo per trasmettere e insegnare  al giovane giocatore  le giuste ed equilibrate  motivazioni che portano alla passione del gioco del calcio.  

Nota : La storia delle sirena di Ulisse  narra che i marinai della nave per sfuggire e non sentire il canto ipnotizzatore delle sirene o si legavano agli alberi della nave o si mettevano dei tappi alle orecchie. Le sirene fisicamente si presentavano solo la testa con il viso da donna per ingannare e incantare i marinai. In realtà i marinai se catturati venivano mangiati, divorati. Alla fine le sirene frustrate dalla misera caccia e attenzione si suicidano.....e il racconto continua.....

"Mai smettere di giocare e crederci"


P. S. E' un caso che noi dei ponte dei Nori siamo nel territorio, con lo stesso nome, dal 1967 e le  sirene cambiano volto e nome ad  ogni tramonto?!?!?!

Grazie 

MisterEzio

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