I Metodi per allenare
Ci sono due principali metodi per allenare nel settore giovanile, nella attività di base, anzi per allenare a prescindere. Il primo si chiama metodo di "RENDIMENTO" Si sviluppa e ruota seguendo un unico obiettivo cioè di ricercare sempre la vittoria. Durante gli allenamenti ogni energia ogni sforzo e movimento del giocatore imposti dal mister sono orientati alla ricerca del risultato, alla vittoria da riportare nella partita di campionato. Spesso questo atteggiamento sfocia in altri risvolti che si rivelano negativi. Alla lunga il mister tende a diventare autoritario e la ricerca del risultato diventa una ossessione. Si ricerca la vittoria a tutti i costi, esasperando il clima negli allenamenti e in partita. Subentra così nel giocatore molta ansia prima e nel post partita e sopraggiunge la paura di giocare e di sbagliare. Questo è il metodo che più è scelto da parte di molti mister e società. Lo considero il più superficiale è poco efficace. Negli ultimi dieci anni ha portato ad un nuovo fenomeno sociale sportivo negativo: il drop aut cioè l'abbandono precoce da parte dei giovani al calcio e allo sport.
Non c'è niente di male cercare di vincere è l'obiettivo di tutti è il il fine della sfida. Ricercare la vittoria a tutti i costi con una insistenza ossessiva esasperando i toni e i modi ha poco a che fare con il salutare agonismo che una partita esprime naturalmente. Così agendo si creano tensioni aggiuntive inutili che frenano il rendimento qualitativo della prestazione. Il secondo metodo è chiamato "di FORMAZIONE" .Lo esprime la parola stessa risulta essere più costruttivo, più formativo ed è indirizzato a preparare e migliorare le capacità specifiche del giovane giocatore. Questo metodo ha il merito di curare la formazione del giovane calciatore prediligendo sia l'aspetto calcistico che personale . Il risultato è sicuramente importante ma questo metodo di allenamento è più orientato alla formazione e cura migliora la qualità della prestazione. Viene allenato in prevalenza l'aspetto dell' apprendimento, dell' insegnamento, il risultato è sicuramente importante ma non è l'unico obiettivo. Lo diventa il gioco e il saper e insegnare a giocare. Personalmente prediligo questo metodo, il formativo. E' l'anticamera del risultato. Anche il mio personale metodo intitolato "Allenare la prestazione" è copia si ispira al metodo formativo. Il metodo "formativo" rinforza la qualità della prestazione ,dunque è orientato alla vittoria.
Vorrei ora descrivere un mio allenamento o meglio la sua fase centrale ispirato dal mio metodo. La premessa del mio metodo è che il vero istruttore è la situazione con la presenza continua dell'avversario. La parte centrale che descrivo è di "carico" esclusivamente situazionale. Il mezzo come ho detto prima sono le partite a ranghi e spazi variabili e più precisamente il 3 vs 3 o 4vs 4 o 5vs5. Nella figura descrivo la situazione è 3vs3 con varie formule:
Con pressing o pressione .....
Praticamente per 50 minuti, intervallati con pause e introducendo regole e vincoli tattici , tecnici sviluppo l'allenamento è orientato al "gioco continuo". Con le situazioni si ottiene la stessa soglia di allenamento efficacia se facessi dei lavori esercizi a secco specifici di resistenza, forza e velocità. Le situazioni aiutano il giocatore la comprensione e la scoperta del gioco. La parte centrale non è altro una continua partita, in varie forme e regole , in situazione con la presenza continua dell'avversario.
grazie
MisterEzio