LA PRESTAZIONE

Ma cosa c'è all'interno della partita? E' una domanda che mi sono posto molte volte e che ora provo a dare una risposta. Dentro alla partita, espressione di un gioco complesso, ci sono molti elementi,   molti fattori che influiscono sulla qualità della prestazione: aspetti  psicologici che scaturiscono una  molteplicità di  movimenti. La partita è un insieme di  improvvisi e intermittenti movimenti. Di pensieri che attraversano la mente del  giocatore in ogni momento della partita che lo obbliga ad uno sforzo notevole di attenzione che deve essere mantenuta a livelli massimali. Il gioco pone continuamente domande al giocatore e che deve dare la risposta più adeguata e nel tempo più breve possibile. Azioni mai lineari  mai scontate sempre imprevedibili nella lettura , nella comprensione  e con incerta conclusione.  Infatti il calcio viene definito un gioco complesso con abilità aperte  che determinano  la qualità della prestazione di ogni giocatore. Sono presenti  fattori   non solo  fisico motorio ma psicologiche emotive. Le variabili presenti nella partita reale per  maggior chiarezza  le possiamo racchiudere in due sfere:

  1. Sfera psicologica -  emotiva 
  2. Sfera delle abilità sia fisiche motorie , tattiche   e tecniche 

Gli  Elementi che influiscono che contagiano la SFERA PSICOLOGICA - EMOTIVA sono :
  1. Il risultato 
  2. Aspettative
  3. Il clima squadra -allenatore
  4. L'avversario
  5. L'emotività personale, la tensione prepartita ...
  6. L'intensità 
  7. Il livello di resilienza  del giocatore che presenta  alla  presenza dell'avversario, autentico disturbatore delle azioni di gioco.
  8. La  capacità di  lettura del gioco e la capacità di  anticipazione
  9. Capacità di adattamento del cambiamento.
  10. La collaborazione, la coesione del gruppo squadra.
  11. Dalla capacità di trasferire in partita reale le proprie  conoscenze, le abilità calcistiche, nonostante la presenza dell'avversario.
Altre  capacità  coinvolgono
 La sfera   delle  conoscenze e abilità  calcistiche personali . 
Capacità da controllare e esprimere durante la prestazione  sempre  in presenza dell'avversario:
  1. La conduzione 
  2. La tattica collettiva 
  3. La ricezione , lo stop sul posto e orientato
  4. L'appoggio
  5. Il passaggio
  6. Il dribbling
  7. Il tiro 
  8. La visione di gioco
  9. Il movimento con e senza palla
  10. La pressione
  11. Il pressing
TUTTO AVVIENE SEMPRE IN PRESENZA 
DELL' AVVERSARIO

E'  logico  sentenziare che   il calcio  è un   gioco complesso e la presenza dell'avversario è l'autentico regolatore dei ogni comportamento del giocatore . E' l'avversario l'autentico demolitore del gioco e  nello stesso tempo è il principale , l'unico, vero istruttore per migliorare le proprie abilità. L'avversario è la cellula "impazzita" che influisce su tutto lo sviluppo del gioco. Ogni metodo per allenare  che noi mister  scegliamo non possiamo ignorare la presenza dell'avversario.
Maggiore è la soglia della qualità delle caratteristiche in possesso di ogni giocatore e che riesce esprimere con la presenza dell'avversario in partita reale ,  maggiore è la percentuale  di vincere una partita. Sicurezza che si ottiene solo svolgendo, durante gli allenamenti,  un lavoro situazionale solo così si ottiene il massimo profitto in partita reale.



Aggiungo e ritengo fondamentali ,  l'importanza delle  capacità del mister che rappresentano
 l' OCCHIOMETRO cioè  l' ESPERIENZA del mister, spesso proporzionali alle conoscenze e in particolare  dalle ore passate in campo. 
Certo in un epoca come questa che si vuole subito ottenere il massimo, senza pazienza,  non è facile comprendere quanto sia  importante  la parola ESPERIENZA . Mister Mancini ha affermato in un intervista a mister Ulivieri che i primi suoi anni di panchina gli sono serviti a sbagliare e a capire dove migliorare, in definitiva costruirsi formare  " l'esperienza". La stessa FGCI afferma che per diventare un mister  nel settore giovanile ci voglio 5 anni di apprendistato.
Tornando ai fattori che influiscono i fattori della prestazione, mi sono anche chiesto quali fossero i più influenti. Quali fattori veramente influiscono nella qualità e nella efficacia della prestazione durante una partita  di un giocatore. Sono i fattori appartenenti alla  sfera emotiva o alla sfera delle abilità individuali? 
Mi chiedo ma  è giusto allenare le abilità tecniche , tattiche , fisico condizionali separatamente, singolarmente con esercizi specifici? Allenarle separatamente migliora la prestazione? Mi riferisco in particolare  al mondo calcistico dei  settori giovanili, alle attività di base. Il professionismo và considerato a parte visto che   ha un numero elevato di allenamenti e questo permette fare altri programmi  con metodologie diverse. Certamente il numero degli allenamenti settimanali influisce nell'apprendimento.  Nelle squadre della attività di base dilettantistico è tanto se  si svolgono  due allenamenti settimanali. Due allenamenti settimanali non influisco alla crescita e miglioramento del  giocatore.
Alleno gli esordienti provinciali e svolgo allenamenti di due ore  piuttosto di un ora e mezza come capita in altre squadre  e svolgo un terzo allenamento supplementare. Così riesco ad allenare 6 ore settimanali e non 3 come spesso accade.  Ritornando al argomento principale, cosa ritengo il mezzo più allenante e formativo? Per me è la presenza dell'AVVERSARIO  che determina l'efficacia comportamentale sia psicologicamente che fisicamente tatticamente che tecnicamente. 
L'avversario è l'autentico destabilizzatore sia del gioco e sia nei movimenti e scelte di ogni giocatore. Ne consegue che bisogna ,in qualsiasi metodo, riconoscere la sua presenza e influenza nel gioco e nel comportamento di ogni giocatore. Gli allenamenti devono rappresentare una piccola sezione della partita reale espressione simile degli elementi presenti nella partita stessa. Tutte le abilità sia fisiche condizionali che tecniche tattiche devono essere insegnate in SITUAZIONE in presenza continua dell'avversario.
Questo concetto, questo diverso punto di osservazione stravolge i metodi classici di allenamento.
Il giocatore, durante l'allenamento deve essere immerso nel gioco ,senza perdere tempo con esercizi che spesso hanno poco a che fare con i gioco. Quindi , secondo me l'allenamento deve essere prevalentemente SITUAZIONALE
 Per spiegarmi meglio   ritengo inutile far eseguire un 11 contro 0 non  trasferisce nulla di vantaggioso  nella partita reale. Penso che 11 contro zero non  sia utile nemmeno  al giocatore in nessuno aspetto. E' la  situazione il mezzo più allenante da svolgere sempre  durante un allenamento. Nei miei allenamenti non mi sono mai soffermato a palleggiare , eppure i miei ragazzi sanno palleggiare. Previlegio, durante gli allenamenti solo l'aspetto  situazionale . Insegnando e  allenare in situazione,  migliorando il dribbling il duello, il tiro in marcatura, le partite a ranghi e spazi variabili e altre forme di situazioni, sempre in presenza dell'avversario e lasciando al giocatore  la possibilità di provare senza enfatizzare  e rimarcare in maniera esagerata l'errore. Lascio i giocatori  di provare e riprovare  con creatività e tranquillità senza creare  stress aggiuntivi,  sempre  con la presenza del  guastatore  del gioco per eccellenza: l'avversario. 







In definitiva  sono convinto che  le due  sfere vanno migliorate e allenate in situazione , il mezzo di allenamento più formativo ed efficace. Le nozioni  vengono memorizzate con maggiore convinzione e sono  trasferibili nella  partita reale.
 "ALLENARE IN... PRESTAZIONE"
MisterEzio
grazie

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