ALLENARE NELLA ATTIVITA' DI BASE - RIFLESSIONI A ...RUOTA LIBERA...
Allenare nella attività di base è complesso. Prima di tutto il mister deve conoscere bene la fascia d'età della categoria che allena . Deve essere un esperto conoscitore della fascia d'età che allena. Pedagogicamente è diverso allenare i primi calci o pulcini o esordienti , giovanissimi ecc... sono fasce d'età molto diverse tra loro e diversi quindi sono i temperamenti e le aspettative dei ragazzi. Conoscere gli aspetti relazionali e formativi permette di comprendere e rispettare il grado di maturità dei ragazzi che stiamo allenando. Il mister così riconosce il livello di maturità di ogni ragazzo senza interferire con frasi infelici e incomprensibili accompagnate spesso da inutili rimproveri e umiliazioni. La mancanza di conoscenze dei mister spesso rende difficile la crescita del giovane ragazzo e del calciatore. Alleno la categoria di base degli esordienti (10/12 anni) definita l'età d'oro o età sensibile. L'apprendimento è accelerato e sono delle autentiche spugne, non deludono mai le mie aspettative. Alleno i ragazzi senza pregiudizi e senza dare a loro delle etichette ma osservo e mi lascio stupire dai loro progressi continui sotto tutti i punti di vista tecnico, comportamentale ecc.. Cerco di accompagnarli e centrare più possibile la loro strada e la voglia di scoperta di se stessi e in rapporto con gli altri compagni della squadra. Quest'anno dopo la chiusura dovuta alla pandemia ho notato un maggiore difficoltà dei ragazzi ad affrontare le frustrazioni. Sembra che abbiano perso per strada alcune frecce che prima tenevano ben salde e pronte all'uso. Oggi la frustrazione del risultato negativo è un ostacolo più difficile da superare. Spesso anche dai genitori. E' aumentata l'insoddisfazione e l'intollerabilità. In questo momento noto che nei ragazzi viene facile di trincerarsi dentro alla sfiducia. Sfiducia verso se stesso e verso gli altri . Poi ci sono gli adulti, noi mister che tendiamo soffermarci per troppo tempo negativamente con la squadra rea solo per non avere ottenuto una vittoria. Il linguaggio che comunichiamo è la stesso come se avessimo "micro adulti". Questo è un errore comune a molti mister della attività di base. I giovani ragazzi hanno limiti di tollerabilità alla frustrazione e non hanno sempre gli "anticorpi" cioè la capacità di rielaborare. Bisogna , quindi, allenare i ragazzi e aiutarli a superare le frustrazioni senza esasperare ed esagerare. Se questo non avviene i ragazzi manifestano di insofferenza ed aggressività e nel peggiore dei casi anche l'abbandono allo sport. Credo molto nella massima che afferma che se in partita un mister è nervoso e autoritario in campo i ragazzi ,la squadra, sarà nervosa e qualche volta anche aggressiva. "La comunicazione ha efficacia nella risposta che ottieni". Ad ogni azione e affermazione del mister sbagliata si avrà una reazione altrettanta sbagliata da parte dei ragazzi . I ragazzi ascoltano, a orecchie ben aperte, il giudizio degli altri , del mister o del genitore ecc. Le emozioni dopo una partita persa quindi meno gradita o vinta devono, da subito deve favorire un riequilibrio. E' il mister che ha la responsabilità di migliorare la "resilienza" del giocatore. Deve allenarsi ad accettare il risultato, evidenziando che dopo una sconfitta si deve riprovare .E' l'atteggiamento giusto che aiuta a superare e a tollerare la frustrazione. Il mister deve anche dopo un insuccesso evidenziare il positivo sia nel singolo che alla squadra, specialmente se hanno dato il meglio se stessi. Anche nella peggior sconfitta c'è sempre un lato positivo tattico o tecnico o comportamentale. Per riconoscere l'aspetto positivo dopo la sconfitta è sufficiente non accecarsi dalla rabbia o altro. Il mister deve essere realista ma orientato al positivo alla fiducia. L'OCCHIOMETRO" del mister sicuramente fà la differenza. L'esperienza e la competenza contano. Tutti siamo capaci evidenziare un errore. Il problema è che sono pochi i mister che trovano il modo di risolverli per non ripeterli. L'errore , la sconfitta per me spesso è un nuovo inizio propositivo per allenare per riprovare ancora. Riprovare a prepararsi a vincere dopo un a sconfitta aiuta a tollerare la frustrazione. L'obiettivo dopo una sconfitta , dimostrazione di bravura del mister, è di favorire un riequilibrio emotivo al singolo e alla squadra.
Composta spesso di giovani in cui le difese e la capacità di rielaborazione non sono ancora ben definite.
Allenare nella attività di base il mister ideale ha molti volti e ruoli. E' per il giovane giocatore convincente, autorevole un modello , un LEADER. Un mister competente non alza mai la voce nell'imporsi, chiede scusa se sbaglia. E' un osservatore attento di tutto e di tutti senza preferenze, è creativo , coraggioso e non crea aspettative impossibili. E' è sensibile rispettoso, e fa giocare tutti i componenti della squadra, è umile e generoso, rispettoso con l'avversario. La pazienza è una sua virtù. Ascolta tutti e prende la strada più lunga la più certa la giusta e non cerca scorciatoie impervie. Condivide una sconfitta come fonte di nuove iniziative positive per migliorare il singolo e il gruppo squadra....sorride anche nelle difficoltà 😃😃. Non finge , non mette la testa sotto terra ( non fa lo struzzo) non fa finta di niente, di non aver visto non esagera non esaspera il clima negli allenamenti e nelle partite. Personalmente evita di entrare nella spirale della visione del " Pessimismo cosmico" scaricando e colpevolizzando il singolo o la squadra in caso di errore o di sconfitta non deve giudicare. Deve comprendere che il centro di tutto, del programma sono i giocatori persone e il poter giocare e quindi il gioco. Non parla mai esplicitamente di vincere, non crea inutili ansie e aspettative. Piuttosto parla sempre di prepararsi al meglio durante gli allenamenti provare a vincere e anche dopo una sconfitta di riprovare a vincere, c'è sempre una seconda possibilità una altra partita da preparare. Senza creare tensioni aggiuntive al gioco sfida, all'agonismo già presente nel gioco. Infine il mister può barcollare ma mai deve mollare. Confermo che allenare nella attività di base è complesso e per farlo ci vuole un grande "OCCHIOMETRO" 😂