AUTONOMIA - AUTOEFFICACIA, AUTOMOTIVAZIONE......

 Da cosa capisco se il giovane/bambino giocatore è autonomo? se è lui che prepara la borsa per venire all'allenamento. Se la prepara  la mamma. la nonna, o il papà mi rende po' perplesso e incredulo.  Per allenare alla autonomia e successivamente all'auto motivazione  e l'auto efficacia  dobbiamo partire da questi piccoli segni. Sicuramente per  il futuro  giocatore l'autonomia sarà sempre più importante per la sua crescita personale. I valori esterni superficiali sono  insufficienti per far crescere la resilienza a giocare a calcio perchè sono poco credibili per appassionarsi davvero allo sport. Purtroppo le motivazioni e  i valori esterni poco consistenti e duraturi , con l'aggravamento della pandemia,  stanno avendo il sopravvento nei giovani che praticano sport. Sta vincendo l'idea passiva della motivazione e i giochi di non movimento. Per meglio dire, per essere chiari  sono i giovani che non riescono e non vogliono fare durare la pratica sportiva  le motivazioni si spengono facilmente alla prima difficoltà sconfitte errori o altro. Spesso sono accompagnati da motivazioni "esterne" estrinseche fragili    e l'imprevisto ,le frustrazioni sportive  diventano destabilizzanti a tal punto che smettono di fare  calcio. Si demotivano facilmente. Questo in parte giustifica la nascita del fenomeno social sportivo del drop aut, l'abbandono precoce dei giovani allo sport. La società, il mondo del lavoro sono precari e la società negli ultimi anni ha  sottovalutato i valori di base morali  assoluti di un tempo. Questi si sono affievoliti e sono diventati poco resilienti. Così  pian piano nei giovani  ha vinto la sedentarietà, la pigrizia motoria  hanno vinto gli sport di non movimento cioè hanno vinto le motivazioni esterne rispetto a quelle interne. Questo spiega in parte un motivo dell' allontanamento allo sport da parte dei giovani. Le motivazioni che spingono allo sport i giovani sono sempre più fragili e meno durature.  Alla prima difficoltà si lascia si abbandona. Le motivazioni esterne, da sempre poco resilienti, hanno  il predominio sulle motivazioni interne queste sono  molto più convincenti e durature. Le motivazioni interne -  intrinseche sono lo specchio di valori come la passione e vincono le difficoltà, permettono al giocatore di giocare a lungo. Lo sport giovanile è portatore sano di valori importanti educativi che aiutano il giovane a crescere. Lo sport giovanile  agevola  le relazioni che avvengono anche nei momenti di difficoltà nelle  sconfitte o negli  l'errori e nelle frustrazioni. I giovani tendono a scegliere solo gli interessi facili, spesso sedentari e purtroppo sono incapaci di frequentare lo sport a lungo. E' una chimera pensare che nella vita si possa solo vincere  o non avere difficoltà così insegna anche lo sport. Ritengo che l' insuccesso, la sconfitta l'errore siano parte di  uno stato d'animo necessario per crescere e migliorare. Perdere e sbagliare lo  ritengo altamente formativo. L'ostacolo và comunque affrontato, superato e non aggirato.  Aggirare significa accettare i sabotatori interni, le motivazioni poco consistenti come quelle esterne, molto più accomodanti che allontanano le responsabilità e al gioco. In realtà   i giovani dovrebbero con coraggio e continuità , nonostante le difficoltà,   seguire strade più lunghe  sorrette da  valori morali  convincenti. "Sbagliando si impara" sembra un detto non più riconosciuto. Si vorrebbe  vincere subito senza sacrifio e impegno. Viene comodo così ad inventarsi degli ALIBI per non affrontare. Spesso dico alla squadra, ai ragazzi  che serve a poco andare a scuola solo  per i voti ma è importante capire  che lo studio arricchisce di strumenti per riuscire a capire  e comprendere  il quotidiano il futuro e aiuta a migliorare  le relazioni,  la personalità. Lo studio, la scuola lo sport  arricchiscono il giovane di  valori di anti fragilità. Lo sport giovanile insegna  valori che la famiglia non sempre trasmette. Lo sport agevola le relazioni, si condivide, senza esagerazioni,  le difficoltà e le gioie, le soddisfazioni, il tutto vissuto  in un ambiente sorretto da poche regole chiare e  formative. Lo sport favorisce l'autodisciplina  e l'autonomia. Lo sport giovanile  è un ponte che aiuta ad attraversare, il giovane, ad un passaggio importante di sviluppo di crescita e miglioramento della personalità rendendola eticamente  sana e compiuta. Non è colpa dei giovani se in questo momento storico nella società regna la confusione dei valori. Una cosa è certa noi generazioni precedenti abbiamo  precise responsabilità o meglio dire  inconsapevoli responsabilità . Certo nessuno quelli della mia età ora  si immaginava uno scenario  del genere. Colpa non hanno le generazioni di oggi se non hanno spazi da giocare se lo sport giovanile  e la scuola non vivono di gran  salute.  Abbiamo tolto ai giovani  moltissimi luoghi di aggregazione oratori, campetti e altri spazi e in particolare il gioco " di movimento". Molti ragazzi che alleno sono bravi a scuola, voti  alti in più  materie  ma  vengono al calcio e dimostrano di essere in palese  difficoltà a relazionarsi con i compagni di squadra ,con i propri pari e con l'ambiente. Mi chiedo ma cosa possiamo fare?  e come? e' rimediabile questa situazione? Non lo so. Non vedo politici  interessati o sensibili ai giovani. Da parte mia penso che  nei settori giovanili una filosofia nuova, più sensibile , diversa più attenta  ispirata alla formazione di tre passaggi  che rappresentano i vari momenti di crescita. In base alla età del giovane giocatore e rispettare il grado e livello di maturità di ognuno.

 vedi le figura riassuntive sotto.

E' fondamentale  essere più sensibili nel curare maggiormente  la FORMAZIONE del ragazzo giocatore  e non solo il  rendimento(risultato). Fino a ora si è dato troppa importanza al risultato esasperando e esagerando. Mettere in secondo piano la vittoria e seguire con più considerazione la crescita personale del giovane giocatore. Preparare il giovane, la persona. Accompagnare il giovane giocatore alla autonomia (sentirsi capaci) e poi alla auto motivazione (passione per il calcio) e infine alla auto efficacia (consapevolezza). Passaggi graduali dove è necessario rispettare rigorosamente il grado di maturità del ragazzo. Se si continua come accade ora a seguire il risultato ( a tutti i costi), la ricerca del fenomeno (fatto in casa) è naturale favorire l'aumento del drop aut l'abbandono precoce dallo sport da parte dei giovani. Alleno nel modo dilettantistico nella attività di base  e osservo che molti settori giovanili continuano a  ad imitare (scimmiottando) i settori giovanili professionisti piuttosto di seguire la loro  strada che deve incentrata dalla formazione. Ridiamo la possibilità  alle nuove generazioni  di rimpossessarsi del gioco  senza caricarli di pressioni o esagerazioni che non hanno nulla a che vedere con la sana competizione e con  lo sport. Riportiamo al centro del programma dell'allenamento nella attività di base due punti imprescindibili:
1. IL GIOCO e il poter giocare 
2. IL GIOCATORE PERSONA educazione





GRAZIE 
PER SCRIVERMI lorenziezio@alice.it
 MISTEREZIO








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