Giocare ...a calcio nella attività di base è necessario per il giovane...

 Baden  Powel, creatore degli scout,   di calcio non era decisamente interessato ma  scriveva che  "IL GIOCO E' IL PRIMO GRANDE EDUCATORE" La prima domanda che il genitore  , dopo un allenamento,  dovrebbe rivolgere  al   proprio figlio dovrebbe essere: "TI SEI DIVERTITO". Il resto è poesia.  Baden P. oltre  80 anni fa aveva  tremendamente ragione sugli effetti benefici ai giovani  che  "gioco" e lo sport di squadra trasmette.  Gli effetti benefici che porta lo sport giovanile al giovane sono innumerevoli e accompagnano agevolano  la crescita sana  del giovane giocatore E' un  giovane che è ,nel presente,   immerso in una società al quanto confusa e che forse ha dimenticato smarrito valori e comportamenti positivi i cosi detti i valori "Supremi". Nella società  attuale la fortuna di fare sport per un bambino per un  giovane è un ancora di salvezza è un autentico salvagente, aiuta al giovane a "centrarsi". Fare sport per i giovani aiuta a ritrovare i valori e le relazioni. Non sempre è condivisa l'importanza e la portata positiva che lo sport porta ai giovani molti genitori e società sottovalutano la forza dello sport. E' innegabile che lo sport giovanile  è un lascia passare per una vita migliore, certamente  trasmette messaggi positivi  migliori di quelli che ora la  società odierna trasmette. Quale è la sfida di giocare a calcio nella attività di base oggi? E' di trasmettere il concetto di RESILIENZA cioè la capacità di persistere di giocare  di far durare il più possibile la motivazione e trasmettere la passione per il gioco nonostante problemi e le difficolta del gioco. Per me  il giovane che continua a giocare dimostra di avere la  capacità di resistere alle prove d'urto cioè  resistere e giocare  mettendo in secondo piano  tutte quelle tentazioni che lo  allontanano al movimento , alla corsa , al sacrificio e al coraggio di non aver paura del confronto con se stessi e con gli altri.




Il movimento giovanile calcistico è in continua evoluzione, in continuo  cambiamento. Anzi sono le nuove generazioni di ragazzi che cambiano. La società  dovrebbe  stare al passo  e seguire e leggere il cambiamento. Negli ultimi anni anche la società  è cambiata e di conseguenza anche le giovani generazioni. Davanti a questi cambiamenti non sempre noi mister stiamo al passo. Infatti resiste uno zoccolo duro che pensa che "si stava meglio quando si stava peggio" in cui la metodologia autoritaria è ancora la più perseguita. Inoltre c'è una esasperazione mista ansia  rivolta al risultato a tutti i costi e la ricerca  esagerata del fenomeno del campioncino  calcistico. Pochi si chiedono  cosa realmente vogliono i bambini, i giovani quando vengono a giocare a calcio. La risposta è una sola : Solo di poter giocare La famiglia è cambiata si è allargata, i genitori lavorano , gli interessi che affascinano i giovani sono molteplici, c'è il telefonino internet, la tecnologia ecc... e per finire  la scuola non sempre riesce ad essere per tutti i ragazzi coinvolgente. Così arrivano al campo fin dai primi calci con la "valigia" personale  semi vuota sia di valori che di certezze.

  (vedi il post: https://mistereziocalciodillet.blogspot.com/2022/01/allenare-la-categoria-esordienti-il.html 

Fare sport per le nuove generazioni ha un significato diverso rispetto ad alcuni anni or sono.  Vivere lo sport aiuta il giovane ad  completare la parte educativa, che non sempre la famiglia o la scuola sono portatrici, lo sport  le regole e la passione migliorano la persona. Molti dei  valori  ne  la famiglia ne la scuola riescono a dare è lo sport il portatore naturale sano  di valori. Noi mister, addetti allo sport giovanile,  rispetto alcuni anni fa,  abbiamo una responsabilità maggiore verso i giovani. La condizione sociale è peggiorata  dagli effetti negativi  psicologici che ha causato la pandemia alle persone. Intendo persone in generale in quanto la destabilizzazione, che ne ha conseguito e coinvolto molti  genitori in generale noi adulti. Mai, come quest'anno ho scoperto e  conosciuto mamme "mister" esperte di metodologie di allenamento o mamme super protettive verso il proprio figlio o genitori  che pensano avere un fenomeno in casa  che merita altro...ecc.. L'adulto tuttologo è sempre in agguato. Che tristezza. Tutte persone che nascondono, mascherano in realtà  una certa paura del momento attuale sociale e vivono con incertezza la crescita del proprio figlio. Sono aumentati i casi di maleducazione e di una comunicazione aggressiva da parte degli adulti. I ragazzi come spugne la raccolgono. Il linguaggio, il comportamento è per i ragazzi contagioso. Molti adulti   si sentono esperti  e in realtà non rispettano i ruoli e non rimangono al loro posto. Ma come tutti i tuttologi è facile smontarli perchè sono in realtà privi di conoscenze e poco competenti, sono solo esageratamente protettivi nei  riguardi del proprio figlio. Molto spesso non riconoscono  i ruoli come insegnante maestro, mister e tendono a soffocare il proprio figlio che invece cerca ed ha bisogno di una propria autonomia  ed auto efficacia. Molti adulti e genitori vorrebbero sostituirsi ad allenatori e alte figure educative  pur non avendone le capacità ma solo per proteggere il proprio figlio. Indirettamente  aumentano nei giovani  l'incapacità di relazione. Penso che dobbiamo ridare ai giovani il gioco con tutti gli insegnamenti che comporta. Dico sempre che ogni occasione di gioco è  una fortuna una occasione di crescita , di confronto con se stessi e con gli altri compagni e con i valori sani che il gioco porta con se. L'allenamento , la partita sono mezzi che permettono ai ragazzi di confrontarsi e di realizzarsi come persona , questo deve avvenire  al di là del risultato. Il risultato per il giovane è importante , sicuramente è gratificante ma non è il fine di appartenere, il  loro fine reale è poter giocare ed  essere considerato dai compagni e dal mister. Penso che per un bambino, un ragazzo abbiano bisogno di fare  sport e giocare a calcio senza  chiedere a loro particolari aspettative, spesso esasperate che non possono essere  mantenute che causano al giovane  ansie, disagi,  e nervosismi. E'  molto più formativo e di loro  aiuto permettere  una crescita sana ed equilibrata lasciandoli giocare e provare senza essere troppo invadenti. E' necessario che dall'altra parte ci sia un allenatore consapevole competente responsabile del proprio ruolo. Dopo la pandemia e la mancanza di zone di gioco oratori campetti ecc.. penso che queste generazioni più svolgono sport più possono essere accompagnati da una crescita serena. Alleno la categoria degli esordienti e facciamo due allenamenti alla settimana più la partita al sabato di campionato. Aggiungo, praticamente ogni settimana, un altra opportunità di gioco con un  terzo allenamento chiamato "supplementare". Penso che in questo momento storico sociale   più opportunità di gioco posano essere d'aiuto  alla  salute psicofisica dei ragazzi. 


I ragazzi devono riappropriarsi  del GIOCO. Nella mia squadra i ragazzi per Natale 5 su dieci hanno avuto per regalo "Fifa 2022" un gioco di non movimento.  Nello sport  nel gioco giovanile , le confitte , le vittorie sono fortemente formative. Per me la sconfitta è il risultato (10/12 anni) in assoluto più efficace per avere una crescita sana. E' importante mantenere la propria autostima anche dopo una sconfitta. Accettare il risultato qualunque sia dipende dalla influenza e capacità del mister ed  è direttamente proporzionale alla sua  "INTELLIGENZA EMOTIVA". La partita deve essere un confronto vissuto con rischio calcolato conosciuto e non esasperato, esagerato. Il mister deve trasmettere ai ragazzi un rapporto sereno con la sconfitta. La sconfitta è il tramite per ottenere l'educazione e aiutarli a crescere. L'arrivo della pandemia ha accelerato il degrado dei valori e sono aumentati nei giovani i DEMOTIVATORI che portano all'abbandono precoce dei giovani allo sport. Molti fattori negativi sono ampliati  come la pigrizia oppure  pensare di essere fenomeni  e tutto sia  ottenibile senza nessun sacrificio e impegno. C'è poca predisposizione  ad accettare le frustrazioni del gioco, il rito della protesta è amplificato. Spesso anche i contrasti normali di gioco risultano essere motivo di discussione in quanto si legge sempre la volontarietà  dell'altro di voler fare male. Non è vero. Quello che prima della pandemia, la stessa  azione di gioco, veniva contemplata come normale azione di gioco ora viene sezionata e ribaltata con giudizi  negativi di comportamento a chi entra ed esegue  il contrasto, giudizi troppo affrettati. Ora l'azione di gioco  viene vissuta con più esagerazione ed  è motivo di proteste e insofferenze esagerate spesso ingiustificate.
Noi che alleniamo  calcio abbiamo la fortuna  di giocare all'aperto e non c'è contagio. Per questo abbiamo deciso di aumentare gli allenamenti e aggiungerne uno al sabato, sempre con tutte le attenzioni e seguendo il protocollo FGCI. Per permettere ai ragazzi di giocare e di cogliere ogni occasione di gioco.





Metodo:


MisterEzio 


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