Autorevolezza del mister
Spesso mi chiedo in cosa consiste la figura del mister autorevole. L'autorevolezza non si compra non è in vendita...La parola stessa è tanta cosa e nello stesso tempo può rimanere vuota o essere rimpita da valori sbagliati. Mister Autorevole si diventa in molti anni di studio e di campo. Non si nasce mister autorevoli ma lo si diventa sperimentando in campo e studiando. Il così detto "occhiometro" del mister cresce mescolando l'esperienza con lo studio, con e approfondimenti e sperimentazioni continue.
Per diventare mister autorevole non c'è nessun vaccino o medicina . Si diventa mister autorevoli semplicemente con l'esperienza negli anni , unendo studio e campo cioè con pratica e teoria. Alcuni significati della parola ATOREVOLEZZA sono: credibilità - considerazione - competenza- esperienza. Sono tutti sostantivi difficili da raggiungere. Per raggiungerli ci vogliono anni di apprendistato, di tirocinio e di convinzioni ben radicate. Lo paragono al risultato, tutti lo invocano ma difficilmente lo raggiungono. Così è l'arte del mister in molti cercano di diventare bravi allenatori ma pochi realmente riescono nell'intento. Il mister lo avvicino ad un sarto in cui la competenza , la creatività, la specializzazione cresce con gli anni, con l'esperienza ottenuta anche da un continuo aggiornamento e segue anche all'ultima tendenza della moda e dei gusti del cliente. E' un "mestiere " artigianale in cui la specializzazione è necessaria. Così deve fare il mister.
Essere credibili e coerenti aiuta tantissimo a ottenere rispetto dal gruppo squadra. Per essere convincenti. Il mister deve avere una esperienza importante racchiusa nel "OCCHIOMETRO" e dall'aggiornamento. L'autorevolezza e l'occhiometro cioè l'esperienza del mister non può che prescindere dal continuo aggiornamento. Esperienza e conoscenza. Solo così si possono scoprire tecniche e strategie per gestire in maniera efficace il gruppo squadra. "Non si nasce mister...lo si diventa negli anni con molta umiltà e sacrificio." La conoscenza deve essere al servizio del mister. Spesso trovo giovani allenatori che pensano di avere le capacità di allenare. Ammiro la loro motivazione ma so benissimo che ci vuole ben altro che passione e volontà. Non bastano le frasi "sono bravo e empatico" o "avevo un allenatore che...o quando giocavo io...".Non basta avere passione ci vuole molto di più. In modo particolare se si allena una squadra della attività di base ancora è ancora più complesso e il compito è pieno di insidie. Insidie che aumentano in proporzione alle mancanze di conoscenze. Capita spesso che il mister preferisce instaurare con il gruppo, per comodità o incapacità, un comportamento un clima autoritario. Le sottomissioni , l'aggressività del mister provoca nei ragazzi esasperazioni e posizione estremiste, tensioni aggiuntive incomprensibili per il gioco. Questo comportamento esagerato, autoritario invade il mondo dei ragazzi molto più giocoso e di divertimento. Poi c'è la categoria di mister incoerenti , furbetti, che a parole inneggiano un calcio giovanile in cui il gioco e il poter giocare è necessario per il giovane , peccato che poi facciano giocare sempre gli stessi pur di raggiungere il risultato. Questa figura camaleontica va molto di moda e la trovo spesso quando vado a giocare in campionato con la squadra di esordienti che alleno. Io vado diritto per la mia strada che vuole essere ben più coerente. Questi mister ripetono falsamente una frase retorica :" L'importante è che i ragazzi si divertano" peccato che poi sono i primi che compiono furberie varie pur di vincere. Nel calcio giovanile non è semplice essere coerenti e corretti. C'è sempre diffidenza preventiva nei confronti della squadra avversaria da parte di molti addetti ai lavori. Ci sono tanti proclami nobili che puntualmente smentiti quando inizia la partita. Nella mia categoria sono previsti i schoot aut ebbene spesso l'addetto a contare i goal fatti falsifica i numeri a vantaggio della propria squadra. Oppure mi è capitato che l'arbitro ( è previsto che lo faccia un dirigente che ospita) ha prolungato il terzo tempo di 10 minuti e ha fischiato la fine solo quando la propria squadra ha pareggiato. Molti sono i comportamenti sleali. Purtroppo i ragazzi osservano e si accorgono di queste furberie e spesso reagiscono male non comprendendo questi atteggiamenti. Noi adulti ne usciamo malconci e poco credibili. Allenare e giocare con intenzioni educative è un miraggio, nonostante tante belle parole che rimangono solo intenzioni che e non vengono mai garantite. Non parliamo poi del comportamento dei genitori sugli spalti spesso provocatorio e poco sportivo. Il quadro dimostra purtroppo una realtà dello sport giovanile non proprio positivo. La causa di tutto ciò? A parer mio si finge di non accorgersi si fa finta di niente. Come gli struzzi si preferisce a mettere la testa sotto la sabbia pur di non vedere. questo ha portato ad una graduale allontanamento dei valori agonistici sani che lo sport è portatore si è preferito la ricerca a tutti i costi del risultato con tutte le ricadute del caso...drop aut e altro. E come se avessimo cercato una scappatoia , una scorciatoia e che la scelta ci avesse portato fuori strada. Non è la strada giusta. In questo caso la strada più lunga era la più sicura per accompagnare il giovane giocatore verso la maturità calcistica e personale.
MisterEzio