RIFLESSIONI A RUOTA LIBERA
Allenare nella attività di base negli ultimi 10 anni ha prevalso il metodo o meglio la filosofia che mira alla ricerca esasperata della "vittoria a tutti i costi" e alla creazione del campioncino "fatto in casa" . Lentamente il valore della sconfitta e della vittoria sono stati alterati ed esasperati a causa dell'ossessionata ricerca del rendimento e della vittoria . Quindi l'eccessiva impronta, nella gestione del gruppo da parte del mister, uniformata esclusivamente al principio di prestazione (giocano solo i migliori) e di successo crea il fenomeno negativo nel gruppo squadra di eccessiva concorrenza con il conseguente riaffiorare del egocentrismo e rivalità che spesso il gruppo non riesce a capire e a rielaborare perdendo così il senso collaborativo. In tutte le sfide c'è un vincitore e un perdente ora sembra che sia solo bravo chi vince e chi perde viene umiliato e ingiustamente colpevolizzato. La funzione principale del gioco nella attività di base non è di creare un campione, un fenomeno oppure formare una carriera ma deve di fornire a tutti, senza pregiudizi, la possibilità di poter giocare e scoprire il gioco senza l'assillo di essere e sentirsi isolati perchè non bravi, oppure creando ulteriori tensioni o ansie. Solo vivere bene il gruppo, essere accettato e sentirsi bene fa emergere le caratteristiche le capacità e quelle abilità che al momento sono nascoste che sono da scoprire allenamento dopo allenamento.
Non significa che chi perde e viene sconfitto ha fallito. Ci saranno sicuramente altre partite altre possibilità di gioco per migliorare. Purtroppo negli ultimi anni si è favorito un allenamento orientato ad una sola direzione: la vittoria il risultato. La vittoria è ricercata a tutti i costi. Molti adulti, società e addetti ai lavori hanno fatto credere che si può sempre vincere. Una favola , una bugia una falsità colossale. Purtroppo sono caduti in questa trappola molti giovani e molti genitori che qualche volta si sono anche sostituiti al mister, senza alcun rispetto dei ruoli....nulla di più triste. Il sogno, la favola da raggiungere è quello di giocare in serie A. Sembra che sia raggiungibile con facilità e possa essere alla portata di tutti. Niente di più illusorio, non è così. Solo lo 0,6 % raggiunge e gioca nel mondo professionistico. Il vero fine per un giovane giocatore deve essere il gioco e di poter giocare con passione e partecipazione. E' fondamentale ,per il giovane giocatore, aver riconosciuto un ruolo rispettato dal gruppo squadra e dal mister. IL poter giocare diventa una esperienza formativa indispensabile per trovare motivazioni solide interne . Giocare diventa la molla per vivere un quotidiano più sereno equilibrato. Se invece serpeggia l'esasperazione del risultato e non gioca spunta il fenomeno del drop aut, l'abbandono precoce dal calcio e dallo sport.
" Non vengo più ad allenarmi perchè giocano sempre gli stessi" Così capita spesso , quando il mister persegue solo la vittoria e le sue ambizioni.
Il calcio è creatività, emozione. La partita è sfida agonismo. Giocare significa competere, mettersi alla prova è piacere del divertimento. Ogni giovane giocatore deve trovare piacere a giocare ed essere libero di provare senza essere giudicato o colpevolizzato se sbaglia o perde. Il calcio giovanile deve essere vissuto da tutti come una occasione di educazione di crescita della personalita'. In questi anni frequentare il campo di calcio vivere in gruppo e rispettare le regole per molti ragazzi è stato un momento di crescita che ha avuto l'effetto di un "salvagente". In questo caso il giocare ha aiutato al giovane di "centrarsi" accettando il confronto con se stessi e con gli altri pari.
Considero la categoria Esordienti la categoria più delicata e formativa. E' un passo importante di crescita personale alla ricerca della autonomia dalla famiglia. Viene cercata e ottenuta prevalentemente durante l'attività dei primi calci e pulcini. Quando frequentano il secondo anno di esordienti dobbiamo fare in modo che le motivazioni interne la passione per il gioco siano più resilienti. Devono finalmente emergere valori e motivazioni interne come la passione , l'appartenenza, l'attaccamento al gioco il piacere di giocare. La passione vince sconfigge ed è superiore alle difficolta' che troverà il giovane giocatore durante il suo percorso di crescita. L'allenatore è determinante e influisce radicalmente sulla crescita del giovane giocatore e nel suo attaccamento al gioco. E' una precisa responsabilita' del mister.
Se il mister durante la permanenza nella attività di base riesce sempre ad avere, una visione e comportamento ottimista e di rinforzo mette nelle condizioni e nel clima ideale il giovane giocatore. Attraverso il gioco acquisterà sempre più fiducia di se stesso e maggiore autostima affidandosi al gruppo. Il processo di interesse e di socializzazione subirà una marcata accelerazione.
GRAZIE
MisterEzio