Considerazioni a campo aperto...Allenamento - Il gioco- Attività di base

Considerazioni , riflessioni a ruota libera:

Alleno la categoria esordienti , ragazzi dai dieci ai dodici anni che hanno attraversato la pandemia con tutte le controversie che ha portato  a lunghe di pause che ha impedito a loro  il movimento il gioco e fare calcio. Soste imposte a tutto lo  sport giovanile. Per lunghi tratti il gioco si è trasformato in "non movimento" con l'uso senza controllo  di schermi, televisioni e computer. Prima del covid,  le  giovani generazioni già avevano a disposizione  pochi spazi spontanei  per giocare e pochi  momenti di gioco, di   movimento e di ritrovo . In pandemia "e' piovuto nel bagnato". Da molti anni per i ragazzi venire agli allenamenti rappresentano  gli unici momenti di svago e di gioco. Per molti ragazzi gli allenamenti sono   gli unici momenti di movimento. Giocare a calcio appartenere ad un gruppo sviluppa al singolo molte potenzialità come il progressivo decentramento da sè , da un egoismo centrato dal "IO". Nasce un rapporto di reciprocità con i compagni che attraverso l'appartenenza al gruppo squadra  condivide, con  impegno sociale ,  obiettivi comuni e condivisi. Giocare con gli altri aiuta , migliora  la personalità che pian piano da atteggiamento  egoistico  diventa social centrista, scoprendo 'l'altro' i compagni  e il gruppo . Il giovane giocatore capisce  di  accettare,  con serenità, il rischio di sbagliare e prova senza sentirsi in colpa se sbaglia  e l'errore ,la sconfitta  le  vive come un rischio misurato calcolato che fa parte del  del gioco. Impara a possedere la capacità di accettare le critiche (propositive del mister) e riprovando migliora. Lentamente viene a conoscenza della propria identità e migliora la personalità e le abilità calcistiche. 

L'effetto e l'influenza del gioco nella crescita personale  del giovane giocatore è potente, formidabile. Con convinzione affermo  che fare sport e giocare a calcio per un giovane  è veramente una occasione di educazione di crescita  e di movimento. Le nuove generazioni ne hanno assolutamente bisogno per crescere più equilibrati, forti e  resilienti. Mi è capitato spesso di cogliere che, in qualche ragazzo, il gruppo riconosca   abilità e capacità  al  singolo maggiori di quelle che il singolo ha di se stesso. L'effetto benefico che porta  al singolo negli  sport di squadra  giovanile permette di migliorare  la propria immagine e la propria personalità. Il giovane giocatore impara a controllare l'emotività la rabbia . Attraverso il gioco e le regole, impara a modulare  con intelligenza l'emotività anche d'innanzi ad un errore o a una sconfitta. La letteratura scientifica afferma che il giovane  per ottenere un migliore rendimento scolastico  deve integrare lo studio  con attività fisico dinamica, cioè con lo sport. Fare  sport migliora la capacità di apprendimento an che scolastico. Nel messaggio sotto provo riassumere l'importanza del gioco  e perchè il giovane dovrebbe fare sport e giocare a calcio fin da piccolo:

Giocare agevola la relazione sociale e c'è sempre un arricchimento personale  che va a  vantaggio di  una crescita più consapevole e solida. Dare molta e troppa importanza al risultato porta, a lungo termine,  ad una confusione di valori, dimenticando che  in realtà il gioco e il poter giocare sono è il reale obiettivo del giovane giocatore, il vero collante che facilita l' attaccamento al gioco e trasmette  motivazioni solide e durature. 

Seppur vincere sia un risultato gradito non ha così importanza come pensano gli adulti. Spesso sono gli adulti che influiscono nel bene e nel male le scelte e  dinamiche dei giovani giocatori. Sento spesso dire da genitori: "Cambiamo società perchè  nella società..........si vince di più." Purtroppo sono solo convinzioni poco credibili , illusorie e spesso camuffate  da promesse vane. Si vince e si perde  così è lo sport e la vita di tutti i giorni. Per il ragazzo il poter giocare ed essere accettato e  riconosciuto dal mister e dal gruppo è il vero dogma. Nella attività di base il gioco deve essere democratico cioè alla portata  e possibile a tutti. Quando è la ricerca del risultato a prevalere la formazione il rischio dell'abbandono precoce allo sport da parte del giovane è dietro l'angolo.




GIOCARE NELLA ATTIVITA' DI BASE:
Un ultima considerazione "figlia del tempo che viviamo". Anni fa il mio obbiettivo era di mantenere, durante gli allenamenti, più a lungo possibile , forse esasperando troppo,  l'intensità e il ritmo sempre alti tentando di avvicinare  l'intensità dell'allenamento   al ritmo partita. Tentavo di riportare il ritmo  della partita reale in allenamento.  Perdendo così  in creatività, il gusto autentico del gioco e puntando all'essenziale e al sacrificio senza guardare in faccia niente e nessuno. Ora con i giovani giocatori  ho capovolto l'intenzione. Cerco di portare il giusto clima , pur competitivo, ma senza eccessive esasperazioni.  Cioè tento di creare per il  giocatore il clima giusto ideale e motivato ma senza creare altre tensioni esagerate. Creo un clima, il più disteso possibile, affinchè il giocatore si possa esprimere al meglio. Lascio in partita al giocatore  la  libertà di fare  giocate frutto di  creatività e fantasia   come avviene in allenamento, senza colpevolizzarlo se sbaglia. Rispettando e non soffocando la piena potenzialità e maturità  di ogni giocatore. 
Alleno gli esordienti. In una partita di campionato  i ragazzi avevano sbagliato  l'approccio alla partita sottovalutando l'avversario, andando in campo con leggerezza,  per proprio demerito. Troppa ansia pre - gara. Con calma e la giusta serenità, senza drammi e esagerazioni e critiche , da parte mia, ho parlato al gruppo serenamente, spiegando loro che sicuramente potevano dare e valere di più di quello visto nel tempo precedente. Sempre con calma e in maniera convincente. Il risultato fu che   nei tempi successivi sono riusciti a  ribaltare il risultato a nostro favore giocando bene. Giocando più liberi e concentrandosi alla qualità della prestazione mettendo in secondo piano  la ricerca esasperata  del risultato. 
Molti mister, se il risultato è sotto le aspettative,  spesso aggredisce verbalmente la squadra   usando toni accesi in modo autoritario. In realtà senza dire o dare suggerimenti concreti. Io sono convinto che la consapevolezza e la competenza e regolare con intelligenza l'emotività  sia  la strada giusta, forse la più lunga e difficile ma l'unica è riuscire trasmettere le giuste motivazioni e insegnamenti. E' un diverso stile e modo di allenare e ci vuole competenza e molta pazienza.  




   Se ho fatto breccia nei ragazzi ,la domanda che mi rivolgono spesso è :

😊    😉

MisterEzio

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