Considerazioni a campo aperto...Allenamento - Il gioco- Attività di base
Considerazioni , riflessioni a ruota libera:
L'effetto e l'influenza del gioco nella crescita personale del giovane giocatore è potente, formidabile. Con convinzione affermo che fare sport e giocare a calcio per un giovane è veramente una occasione di educazione di crescita e di movimento. Le nuove generazioni ne hanno assolutamente bisogno per crescere più equilibrati, forti e resilienti. Mi è capitato spesso di cogliere che, in qualche ragazzo, il gruppo riconosca abilità e capacità al singolo maggiori di quelle che il singolo ha di se stesso. L'effetto benefico che porta al singolo negli sport di squadra giovanile permette di migliorare la propria immagine e la propria personalità. Il giovane giocatore impara a controllare l'emotività la rabbia . Attraverso il gioco e le regole, impara a modulare con intelligenza l'emotività anche d'innanzi ad un errore o a una sconfitta. La letteratura scientifica afferma che il giovane per ottenere un migliore rendimento scolastico deve integrare lo studio con attività fisico dinamica, cioè con lo sport. Fare sport migliora la capacità di apprendimento an che scolastico. Nel messaggio sotto provo riassumere l'importanza del gioco e perchè il giovane dovrebbe fare sport e giocare a calcio fin da piccolo:
Giocare agevola la relazione sociale e c'è sempre un arricchimento personale che va a vantaggio di una crescita più consapevole e solida. Dare molta e troppa importanza al risultato porta, a lungo termine, ad una confusione di valori, dimenticando che in realtà il gioco e il poter giocare sono è il reale obiettivo del giovane giocatore, il vero collante che facilita l' attaccamento al gioco e trasmette motivazioni solide e durature.
Seppur vincere sia un risultato gradito non ha così importanza come pensano gli adulti. Spesso sono gli adulti che influiscono nel bene e nel male le scelte e dinamiche dei giovani giocatori. Sento spesso dire da genitori: "Cambiamo società perchè nella società..........si vince di più." Purtroppo sono solo convinzioni poco credibili , illusorie e spesso camuffate da promesse vane. Si vince e si perde così è lo sport e la vita di tutti i giorni. Per il ragazzo il poter giocare ed essere accettato e riconosciuto dal mister e dal gruppo è il vero dogma. Nella attività di base il gioco deve essere democratico cioè alla portata e possibile a tutti. Quando è la ricerca del risultato a prevalere la formazione il rischio dell'abbandono precoce allo sport da parte del giovane è dietro l'angolo.
Un ultima considerazione "figlia del tempo che viviamo". Anni fa il mio obbiettivo era di mantenere, durante gli allenamenti, più a lungo possibile , forse esasperando troppo, l'intensità e il ritmo sempre alti tentando di avvicinare l'intensità dell'allenamento al ritmo partita. Tentavo di riportare il ritmo della partita reale in allenamento. Perdendo così in creatività, il gusto autentico del gioco e puntando all'essenziale e al sacrificio senza guardare in faccia niente e nessuno. Ora con i giovani giocatori ho capovolto l'intenzione. Cerco di portare il giusto clima , pur competitivo, ma senza eccessive esasperazioni. Cioè tento di creare per il giocatore il clima giusto ideale e motivato ma senza creare altre tensioni esagerate. Creo un clima, il più disteso possibile, affinchè il giocatore si possa esprimere al meglio. Lascio in partita al giocatore la libertà di fare giocate frutto di creatività e fantasia come avviene in allenamento, senza colpevolizzarlo se sbaglia. Rispettando e non soffocando la piena potenzialità e maturità di ogni giocatore.
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