AVVERSARIO : "La cellula impazzita"

 


Per capire compiutamente il mio metodo che  metto in pratica negli allenamenti che si intitola  “Allenare la Prestazione”, dobbiamo comprendere e osservare la prestazione (la partita) e le azioni di gioco  da un altra angolazione, da un altro punto di vista. In anzitutto parto con una definizione che è concetto approvato dalla letteratura calcistica:

 "  Il  gioco del calcio è a prevalenza SITUAZIONALE". 
Il termine Situazionale  prevede la presenza continua dell'avversario. Nel caso del mio metodo sono le situazioni definite  "Partite a ranghi e spazi variabili". L'avversario deve essere accettato come componente inevitabile del ogni azione di gioco. Il punto di partenza della creazione del mio metodo.

E' un gioco fortemente imprevedibile e con uno sviluppo incerto. Si evolve in un ambiente complesso . E' la parte situazionale che lo rende instabile nella creazione e nello svolgimento. Le azioni di gioco difficilmente prevedibili non sono  mai lineari e uguali fra loro sono spesso improvvise e  di difficile  lettura. Sono le  peculiarità dei giochi di squadra.
Le dinamiche e lo sviluppo del gioco durante la partita  sono acicliche , incerte, intermittenti mutevoli e spesso caotiche e quindi  inaspettate. Le azioni di gioco hanno  una inizio una  elaborazione con epilogo incerto. Il calcio è un gioco finalizzato e situazionale caratterizzato dalla presenza continua dell'avversario. Proprio l'avversario è il punto di partenza per capire il mio metodo. I spostamenti i movimenti dell' avversario sono sempre improvvisi, e hanno lo scopo di obbligare il giocatore ad adattarsi causata dalla i imprevedibilità e incertezza dettata dall'avversario sia nella fase di possesso palla che in fase di non possesso palla, cioè di difesa e attacco. Il giocatore viene coinvolto da continue traslazioni di gioco, che richiedono continui cambiamenti e adattamenti fulminei. Le decisioni ideate e scelte dal giocatore  per superare l'ostacolo, in chiara difficoltà tattica. causata appunto dalla presenza dell'avversario,  deve essere presa  nel più breve tempo possibile. Il giocatore deve agire in fretta e in modo efficace. L'avversario è l'autentico disturbatore sabotatore dello sviluppo del  gioco. Contagia emotivamente ogni giocatore che partecipa allo svolgimento della azione e della partita. Il calcio è definito un gioco decisionale immerso in un ambiente complesso, secondo me l'avversario è parte integrante del concetto. Il giocatore deve imparare a convivere con la presenza scomoda dell'avversario. Nella prestazione, nella partita, c'è una "cellula impazzita", l'avversario, spesso aggressiva, difficile da disciplinare e inaspettata che influenza lo sviluppo del gioco e il comportamento e il pensiero di tutti i giocatori durante la  partita. E' l'avversario, l'elemento di rottura delle azioni di gioco. Un autentico destabilizzatore del gioco che impedisce lo sviluppo lineare delle azioni, rendendo di difficile lettura l'esito finale. L'avversario ha per me  due aspetti, un duplice compito :










 IN CONCLUSIONE 

1. E' L'AVVERSARIO L'AUTENTICO SABOTATORE,  GUASTATORE DELLE AZIONI DI GIOCO. E' LA PRINCIPALE CAUSA DELLA IMPREVIDIBILTA' DEL GIOCO STESSO
2. L'AVVERSARIO E' ANCHE LA GUIDA PER   L'APPRENDIMENTO DELLE ABILITA' CALCISTICHE AGEVOLA  IL POTENZIAMENTO DEL CARICO COGNITIVO, DELLE CONOSCENZE DELLE DINAMICHE E ATTIVITA' PRESENTI NELLA PARTITA REALE           

E' comprensibile a tutti capire che è l'avversario il principale demolitore del gioco. La cosa sorprendente è  anche comprendere, scoprire  che la sua presenza rinforza sostiene solidifica  l'apprendimento di tutte le abilità e variabili del giocatore. L'avversario è per il giocatore l'ISTRUTTORE principale del gioco sotto l'aspetto  tattico, tecnico, motorio coordinativo che  condizionale. I particolari tecnici e tattici e fisici  vengono migliorati e assimilati definitivamente solo con l'avversario presente, cioè in partita reale. Solo così si potenziano tutte le abilità presenti in partita. L'avversario costringe il giocatore, durante l'azione di gioco,   a fare un movimento ampio reale, completo e  naturale non ripetibile in allenamento  da nessun esercizio sia con o senza palla. Gli strumenti i mezzi  ideali da svolgere negli allenamenti  sono le situazioni che prevedono sempre l'avversario presente. Sono piccole sezioni di gioco della partita reale. 


Permettono di verificare e adattare di centrare e migliorare le capacità di lettura del gioco e capire la funzionalità  di quello che  è riuscito utile (per la partita reale) durante lo svolgimento di  esercizi analitici. Gli esercizi hanno una funzione se c'è una verifica reale in partita. Ogni esercitazione o esercizio che sia tattico o tecnico o fisico necessità la presenza dell'avversario altrimenti c'è il rischio di  discostarsi  dai principi  presenti nella partita reale. Le situazioni agevolano un maggiore arricchimento del carico  cognitivo, cioè delle conoscenze che troviamo nella  partita reale. Nelle situazioni sono presenti gli stessi elementi e le stesse condizioni della partita reale. L'avversario accelera facilità la conoscenza e comprensione del gioco. Il giocatore, immerso nel gioco, si abitua  al nuovo,  sviluppando una maggiore  capacità di adattamento alle difficoltà del  gioco causate dall'avversario. Il giocatore deve trovare prontamente, in evidente difficoltà tattica, le soluzioni alla azione di gioco. Le scelte devono essere le più giuste e risolutive sia  per se, che  per il proseguo dello sviluppo del gioco. Deve  assumersi la responsabilità di scegliere le  decisioni più efficaci le più efficienti. L'avversario, la situazioni di gioco spingono e obbligano  il giocatore ad un ragionamento che prevede una analisi, una elaborazione, e una scelta finale e lo conduce a prendere la migliore soluzione, sempre in tempi  brevissimi.
Il calcio è dinamico, sempre più veloce, con l'avversario che influisce e modula, regola ogni  scelta, tempi e impone i ritmi di gioco. Durante la partita  il giocatore cambia il movimento  e attività ogni 10 secondi circa o forse meno. Il giocatore, in ogni momento, deve dimostrare di avere una grande capacità di abitudine al nuovo, al cambiamento. Deve avere un bagaglio cognitivo ampio, una notevole elasticità mentale , prontezza di riflessi per  adattarsi alle variabili inaspettate contenute nella partita reale. Per carico cognitivo si intende,  per essere più chiari,  rappresenta  la "Scatola nera" rappresenta le esperienze vissute, il bagaglio delle  conoscenze del giocatore. Ottimizzare allenamenti prevalentemente situazionali accelerano ogni forma di apprendimento e potenzia  aumenta il carico  cognitivo del giocatore. Il giocatore è sottoposto in partita  da  una continua e resiliente  "ATTENZIONE" e capacità di lettura in anticipo del gioco.

Solo giocando si  apprendono  le conoscenze per  comprendere  le variabili del gioco, delle azioni. Ogni giocatore deve avere un comportamento subordinato alle esigenze del gioco e della propria squadra. La presenza e il riconoscimento della influenza dell'avversario nella partita reale  è per il mio metodo il punto di partenza di ogni analisi, riflessione  e sviluppo. Influisce inevitabilmente nella stesura degli allenamenti. L'aspetto situazionale, durante gli allenamenti deve essere il più esercitato.  La mia  è una  visione dal punto di vista dell'avversario, analizzo quanto esso influisce in partita. Riconosco che è l'avversario, con le sue scelte e movimenti, che  regola e modula e che  influisce  in ogni momento in   tutti i movimenti e il ragionamenti  di tutti i componenti che partecipano  alla partita. E' l'avversario che obbliga ogni  giocatore  a cercare e   scegliere, con creatività una adeguata  lettura del gioco. Non può distrarsi e deve mantenere, durante la partita,  il cervello "Acceso". Deve fare continue scelte  che portano ad  un inevitabile  cambiamento e adeguamento del  movimento. Corrisponde, per il giocatore, fare continui nuovi ragionamenti, non previsti, da elaborare sia in possesso palla che in non possesso palla dettati dalla necessità di  superare l'ostacolo rappresentato dall'avversario. Da queste riflessioni ho creato il mio metodo per allenare intitolato “Allenare la prestazione”










Grazie

MISTEREZIO

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