E' un gioco fortemente imprevedibile e con uno sviluppo incerto. Si evolve in un ambiente complesso . E' la parte situazionale che lo rende instabile nella creazione e nello svolgimento. Le azioni di gioco difficilmente prevedibili non sono mai lineari e uguali fra loro sono spesso improvvise e di difficile lettura. Sono le peculiarità dei giochi di squadra.
Le dinamiche e lo sviluppo del gioco durante la partita sono acicliche , incerte, intermittenti mutevoli e spesso caotiche e quindi inaspettate. Le azioni di gioco hanno una inizio una elaborazione con epilogo incerto. Il calcio è un gioco finalizzato e situazionale caratterizzato dalla presenza continua dell'avversario. Proprio l'avversario è il punto di partenza per capire il mio metodo. I spostamenti i movimenti dell' avversario sono sempre improvvisi, e hanno lo scopo di obbligare il giocatore ad adattarsi causata dalla i imprevedibilità e incertezza dettata dall'avversario sia nella fase di possesso palla che in fase di non possesso palla, cioè di difesa e attacco. Il giocatore viene coinvolto da continue traslazioni di gioco, che richiedono continui cambiamenti e adattamenti fulminei. Le decisioni ideate e scelte dal giocatore per superare l'ostacolo, in chiara difficoltà tattica. causata appunto dalla presenza dell'avversario, deve essere presa nel più breve tempo possibile. Il giocatore deve agire in fretta e in modo efficace. L'avversario è l'autentico disturbatore sabotatore dello sviluppo del gioco. Contagia emotivamente ogni giocatore che partecipa allo svolgimento della azione e della partita. Il calcio è definito un gioco decisionale immerso in un ambiente complesso, secondo me l'avversario è parte integrante del concetto. Il giocatore deve imparare a convivere con la presenza scomoda dell'avversario. Nella prestazione, nella partita, c'è una "cellula impazzita", l'avversario, spesso aggressiva, difficile da disciplinare e inaspettata che influenza lo sviluppo del gioco e il comportamento e il pensiero di tutti i giocatori durante la partita. E' l'avversario, l'elemento di rottura delle azioni di gioco. Un autentico destabilizzatore del gioco che impedisce lo sviluppo lineare delle azioni, rendendo di difficile lettura l'esito finale. L'avversario ha per me due aspetti, un duplice compito :
IN CONCLUSIONE
1. E' L'AVVERSARIO L'AUTENTICO SABOTATORE, GUASTATORE DELLE AZIONI DI GIOCO. E' LA PRINCIPALE CAUSA DELLA IMPREVIDIBILTA' DEL GIOCO STESSO
2. L'AVVERSARIO E' ANCHE LA GUIDA PER L'APPRENDIMENTO DELLE ABILITA' CALCISTICHE AGEVOLA IL POTENZIAMENTO DEL CARICO COGNITIVO, DELLE CONOSCENZE DELLE DINAMICHE E ATTIVITA' PRESENTI NELLA PARTITA REALE
E' comprensibile a tutti capire che è l'avversario il principale demolitore del gioco. La cosa sorprendente è anche comprendere, scoprire che la sua presenza rinforza sostiene solidifica l'apprendimento di tutte le abilità e variabili del giocatore. L'avversario
è per il giocatore l'ISTRUTTORE principale del gioco sotto l'aspetto tattico, tecnico, motorio coordinativo che condizionale. I particolari tecnici e tattici e fisici vengono
migliorati e assimilati definitivamente solo con l'avversario presente, cioè in partita reale. Solo così si potenziano tutte le abilità presenti in partita. L'avversario costringe il giocatore, durante l'azione di gioco, a fare un movimento ampio reale, completo e naturale non ripetibile in allenamento da nessun esercizio sia con o senza palla. Gli strumenti i mezzi ideali da
svolgere negli allenamenti sono le situazioni che prevedono sempre l'avversario
presente. Sono piccole sezioni di gioco della partita reale.
Permettono di verificare e adattare di centrare e migliorare le capacità di lettura del gioco e capire la funzionalità di quello che è riuscito utile (per la partita reale) durante lo svolgimento di esercizi analitici. Gli esercizi hanno una funzione se c'è una verifica reale in partita. Ogni esercitazione o esercizio che sia tattico o tecnico o fisico necessità la presenza dell'avversario altrimenti c'è il rischio di discostarsi dai principi presenti nella partita reale. Le situazioni
agevolano un maggiore arricchimento del carico cognitivo, cioè delle conoscenze che troviamo nella partita reale. Nelle situazioni sono
presenti gli stessi elementi e le stesse condizioni della partita reale. L'avversario accelera facilità la conoscenza e
comprensione del gioco. Il giocatore, immerso nel gioco, si abitua al nuovo, sviluppando una maggiore capacità di adattamento alle difficoltà del gioco causate dall'avversario. Il giocatore
deve trovare prontamente, in evidente difficoltà tattica, le soluzioni alla azione di gioco. Le scelte devono essere le più giuste e risolutive sia per se, che per il proseguo dello sviluppo del gioco. Deve assumersi la responsabilità di scegliere le decisioni più efficaci le più efficienti. L'avversario, la situazioni di gioco
spingono e obbligano il giocatore ad un ragionamento che
prevede una analisi,
una elaborazione,
e una scelta finale e
lo
conduce a prendere la migliore soluzione, sempre in
tempi brevissimi.
Il calcio è dinamico,
sempre più veloce, con l'avversario che influisce e modula, regola ogni scelta, tempi e impone i ritmi di gioco. Durante la partita il
giocatore cambia il movimento e attività ogni
10 secondi circa o
forse meno. Il giocatore, in ogni momento, deve dimostrare di avere
una grande capacità di abitudine
al nuovo,
al cambiamento. Deve avere un bagaglio cognitivo ampio, una notevole elasticità mentale , prontezza di riflessi per adattarsi alle variabili inaspettate contenute nella partita reale. Per carico cognitivo si intende, per essere più chiari, rappresenta la "Scatola nera" rappresenta le esperienze vissute, il bagaglio delle conoscenze del giocatore. Ottimizzare allenamenti prevalentemente situazionali accelerano ogni forma di apprendimento e potenzia aumenta il carico cognitivo del giocatore. Il giocatore è sottoposto in partita da una continua e resiliente "ATTENZIONE" e capacità di lettura in anticipo del gioco.
Solo giocando si apprendono le conoscenze per comprendere le variabili del gioco, delle azioni. Ogni giocatore deve avere un comportamento subordinato alle esigenze del gioco e della propria squadra. La presenza e il riconoscimento della influenza dell'avversario nella partita reale è per
il mio metodo il punto di partenza di ogni analisi, riflessione e sviluppo. Influisce inevitabilmente nella stesura degli allenamenti. L'aspetto situazionale, durante gli allenamenti deve essere il più esercitato. La mia è una visione dal punto di vista dell'avversario, analizzo quanto esso influisce in partita. Riconosco
che è l'avversario, con le sue scelte e movimenti, che regola e modula e che influisce in ogni momento in tutti i movimenti e il ragionamenti di tutti i componenti che partecipano alla
partita. E' l'avversario che obbliga ogni giocatore a cercare e scegliere, con creatività una adeguata lettura del gioco. Non può distrarsi e deve mantenere, durante la partita, il cervello "Acceso". Deve fare continue scelte che portano ad un inevitabile cambiamento e adeguamento del movimento. Corrisponde, per il giocatore, fare continui nuovi ragionamenti, non previsti, da elaborare sia in possesso palla che in
non possesso palla dettati dalla necessità di superare l'ostacolo rappresentato dall'avversario. Da
queste riflessioni ho creato il mio metodo per allenare intitolato
“Allenare la prestazione”