ESERCIZIO o SITUAZIONE??????
Da sempre, da quando alleno mi faccio regolarmente la seguente domanda:
“ Durante l'allenamento quale è il mezzo lo strumento più formativo ed efficace fra Esercizio e Situazione ? ”
Incide nell'apprendimento più un esercizio con o senza palla, senza contatto dell'avversario oppure una situazione come la partita a ranghi e spazi variabili con l'avversario sempre presente e frequentemente a contatto. L'esercizio serve per comprendere e sviluppare le basi della tecnica della tattica e l'attività motoria. Nell'esercizio il movimento risulta essere, dopo due e o tre ripetizioni, meccanico ripetitivo e uguale e spesso prevedibile lineare e alla lunga scontato, monotono. Dopo poche ripetizione si attenua l' attenzione e la concentrazione e l'esercizio perde di efficacia. Spesso non esprime la variabilità l'imprevedibilità degli elementi presenti in partita. L'esercizio per essere efficace e formativo deve essere breve chiaro poco articolato e senza lunghe spiegazioni. La composizione è prevista che sia a micro gruppi da 1 o 2... 4 o più giocatori. Il numero ristretto dei giocatori partecipanti permette di mantenere più a lungo la massima attenzione e intensità. L'esercizio deve essere verificato sempre in situazione. In partite a ranghi e spazi variabili. Il giovane giocatore e mister possono, solo così, valutare l'efficacia dell'esercizio. In situazione con la presenza dell'avversario il gesto, il movimento viene modellato in maniera reale e modificato a seconda della azione e definitivamente memorizzato. Solo così è trasferibile nella partita reale. L'esercizio non deve essere prolungato nel tempo e deve comprendere continui incoraggiamenti e solleciti vocali da parte del mister. Questo aiuta e garantisce la giusta intensità e alta attenzione. Il giovane giocatore memorizza la gestualità corretta reale. Sicuramente rassicura il giovane giocatore. La letteratura scientifica calcistica afferma che l'esercizio non garantisce la trasferibilità, di quello che si è memorizzato in esercizio, in partita reale L'esercizio risulta essere disgiunto rispetto agli elementi presenti nella partita nella prestazione reale. La spiegazione, l'insegnamento sono necessari ma non è utile per migliorare la qualità in prestazione reale. Per questo motivo l'esercizio non deve occupare molto spazio in allenamento. La ragione è abbastanza intuibile. Il gioco, la partita la situazione con l'avversario presente ha uno sviluppo imprevedibile e complesso e ha poco a che fare con l'aspetto meccanico lineare e gestuale dell'esercizio. Il movimento provato nell'esercizio deve essere verificato sempre in situazione con la presenza continua dell'avversario , autentico disturbatore , guastatore del gioco che impedisce il movimento il pensiero lineare. La presenza dell'avversario coinvolge emotivamente ogni giocatore in partita e adatta il movimento , il gesto in base alla difficoltà che riscontra. Il giocatore non ha solo il pensiero di come calciare correttamente ma deve farlo in continua difficoltà tattica in quanto il pensiero e il ragionamento viene disturbato e modificato continuamente dalla presenza dell'avversario. E' proprio quando il giovane giocatore è coinvolto, è immerso nel contesto del gioco centra rafforza e consolida ogni certezza, adattandosi alla azione . La letteratura scientifica calcistica afferma che quello che viene memorizzato in situazioni è facilmente trasferibile in partita reale. Di conseguenza durante la stesura degli allenamenti gli esercizi non devono prevalere sulle situazioni. L'allenamento deve essere prevalentemente SITUAZIONALE. Spesso si propone, durante gli allenamenti, esercizi o possessi palla con variabili e contenuti che non sono presenti presenti nella partita vera. Risultano poco utili e non migliorano il bagaglio cognitivo.
Un giocatore con un esteso patrimonio situazionale sicuramente è in possesso di un bagaglio cognitivo importante molto vantaggioso per la partita reale. La situazione migliora l'accesso del giocatore alla partita.