NON STUDI?? NIENTE CALCIO!! Nella attività di base è la scelta più congeniale??




 

Perchè per prima cosa... noi adulti, genitori per punizione minacciamo di togliere lo sport ai giovani????: "Se non studi non vai più al calcio".... Siamo proprio sicuri che sia la presa di posizione giusta? Non so se sia la scelta giusta!!...ho dei dubbi!!..

In anzi tutto togliendo la possibilità di venire agli allenamenti si rallenta il percorso di formazione del giovane giocatore. Bruscamente si interrompe al giovane giocatore, la possibilità di incontrarsi e di confrontarsi con i compagni. Lo sport il gioco risulta essere uno sano depositario di aggregazione e di condivisione e facilita i rapporti  di amicizia di relazionarsi con i propri pari. Ad ogni azione punitiva c'è sempre una reazione da parte del giovane giocatore e non è sempre quella che noi genitori ci auguriamo che auspichiamo... vietare di venire al campo può avere delle contro indicazioni.

Ritengo molto più giusto  ed educativo insegnare loro, ai ragazzi, l'autonomia  come ad esempio prepararsi da solo  la borsa per allenamento  o  imparare ad organizzarsi con i compiti scolastici. L'autonomia e la responsabilità va allenata con pazienza.

Punirlo e allontanarlo dallo sport e togliergli il calcio  poco serve. Il castigo se funziona, funziona solo a breve termine. Penso ci siano molte altre cose che si possono togliere, che appartengono al quotidiano, se si vuole mandare un segnale al giovane... giocatore. Togliendo il calcio interrompiamo bruscamente il dialogo, la comunicazione con i propri pari e con lo sport di movimento, con il gioco. Educare significa  mediare , parlare e assicurare , convincere e farsi capire, quando non si è convincenti e poco autorevoli è facile fare la voce grossa e imporsi bruscamente, in maniera autoritaria. L'atteggiamento direttivo è rassicurante perchè sottrae la responsabilità  al giovane giocatore di  riuscire a fare di più nella propria attività. Il calcio, fare  sport ha significato se  include e non deve  escludere, isolare . Se un giovane non partecipa agli allenamenti con continuità e costanza rischia di essere isolato e poco  considerato. Partecipare con continuità agli allenamenti significa impegnarsi, l'impegno porta a trovare nuove motivazioni più solide e cresce la resilienza alle difficoltà che il gioco propone. Favorisce la crescita ad una passione che aiuta a crescere più equilibrati e sereni.I problemi le  difficoltà vanno affrontate ma non combattute o  abbattute. Capisco il genitore,  ma spesso il ragazzo si comporta cosi perchè tenta in tutte le maniere e pur di essere considerato provoca volutamente noi adulti'.  E' alla ricerca di un suo equilibrio e vede nel gruppo dei pari e nel mister dei  alleati per la sua crescita, per essere partecipe a qualcosa che ha scelto e che gli piace, avvalorando anche un senso positivo dell'amicizia e dello stare bene. Capisco che essere genitore  è difficile, ma è il confronto, lo ascoltare e il dialogo possono essere  un arma vincente. Si dovrebbe fare sinergia e  coinvolgere  tutte le parti  il giovane il  giocatore, scuola il genitore e mister. Ma questo collegamento, me ne rendo conto, spesso è un utopia. Per un adolescente è contro produttivo togliere la possibilità di partecipare e di fare sport. Se mi chiedessero se è giusto o più ponderato lasciare a casa il giovane giocatore perchè è indietro con gli studi, o perchè deve studiare, dico che è meglio insegnare a lui di organizzarsi meglio con gli studi e altro e comunque mandarlo all'allenamento evitando, certe punizioni sono poco redditizie. L'allenamento, correre partecipare relazionarsi con i compagni è una palestra di vita e favorisce la crescita e il miglioramento della personalità. Le occasioni di gioco sono molto ridotte rispetto una volta. Meglio è approfittare di ogni occasione di gioco che viene proposta. Poco serve in questo caso togliere uno spazio di sfogo come l'allenamento. L'allenamento , la partita è una autentica valvola di scarico, forse l'unica nell'arco della intera settimana. Una occasione di relazionarsi e di ricaricarsi e togliere le tensioni le frustrazioni accumulate durante la giornata. Con convinzione affermo che lo sport , il calcio, è la metafora della vita quotidiana ed è per i nostri tempi una grande verità. L'allenamento il giocare ed essere presenti con continuità favorisce questo. Giocare, allenarsi è un “salvagente” per il giovane giocatore. Allenarsi, correre e partecipare e vivere il gruppo squadra aiuta a centrare il comportamento e migliora la comunicazione con “l'altro” e favorisce il processo di crescita. Concetti che prevedono una chiara responsabilità da parte di noi mister cioè di organizzare allenamenti motivati in un clima sereno privo di tensioni in cui il centro della programmazione è la persona il giocatore. Ripeto ancora che l'allenatore deve essere competente e aggiornato e non improvvisato. Durante il gioco le tensioni le lascio esternare naturalmente dall'agonismo stesso non ne creo di ulteriori. Il mister non deve creare ulteriori ansie , come la ricerca ossessionata del risultato a tutti i costi. Lo sport è portatore sano di valori fondamentali che agevolano una crescita equilibrata della personalità. Se al contrario l'obiettivo principale di tutti gli sforzi è la ricerca, spesso ossessiva, a tutti i costi del risultato si altera il concetto di partecipazione. Quando il mister o l'adulto di turno dedica l'intero metodo per allenare al risultato, purtroppo si arriva ad esasperare l'ambiente creando aspettative spesso non mantenute. Queste richieste inadeguate ,a lungo termine, generano nell'animo del giovane giocatore la paura di perdere e di confrontarsi e mettere alla prova i propri limiti e non prova più. Mettere al centro la ricerca ossessiva del risultato genera un clima in allenamento poco divertimento, poco stimolante che far venire meno le motivazioni e la passione per il gioco e porta anche all'abbandono. Al contrario se il clima dell'allenamento è disteso sereno favorisce l'apprendimento. L'allenamento, la partita devono rinforzare la prestazione e non il risultato.

Misterezio 

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