Considerazioni riflessioni varie: IL MISTER - IL METODO - LO STILE


In questo post vorrei fare alcune riflessioni. Inizialmente presento un elenco dove indico alcune regole, informazioni utili, consigli  spiccioli,   che secondo me dovrebbero appartenere al bagaglio  del  mister, conoscenze che aiutano a migliorare l' OCCHIOMETRO cioè  l'esperienza. Le conoscenze  che ogni allenatore dovrebbe avere sono molteplici  e stanno a dimostrare quanto difficile oggi  è allenare. Devono appartenere al suo bagaglio una molteplice di nozioni che attraversano la sfera tecnica ,  la sfera pedagogica e la sfera psicologica per poter definirsi  un mister consapevole. 
Poi  più avanti ribadisco  un concetto a me caro,  cioè l'importanza che hanno le situazioni quando sono presenti negli allenamenti. Infine mi soffermo espongo  alcune considerazioni  sulle possibili  metodologie per allenare. 
Buona lettura

Iniziamo:
IL MISTER FORMATIVO
LE REGOLE DI BASE  
DEL MISTER  


Allenare è una "MISSION" ed essere preparati è il primo presupposto per evitare l'improvvisazione , il pressapochismo 
Allenare significa riconoscere che:

Il mister capace ricopre molteplici ruoli che  influiscono nei  comportamenti e condotta della squadra.

  1. Se....Sorride anche nelle difficoltà
  2. Se...Non gioca con i ragazzi
  3. Se...Non fa preferenze
  4. Se...Non manda mai nessuno a casa per punizione
  5. Se...Cura  e prepara il SUO linguaggio verso i giocatori. "Il suo linguaggio è contagioso"
  6. Se... Non coglie le  provocazioni esterne 
  7. Se...Non crea aspettative esagerate e ansie aggiuntive. 
  8. Se...Non insegue la vittoria a tutti i costi, a  scapito dell'insegnamento
  9. Se... concede una possibilità a tutti di giocare
  10. Se...Non segue e si lascia influenzare dal "PESSIMISMO COSMICO" ma  insegue con tenacia il modello positivo
  11. Se...E' chiaro, convincente determinato nella comunicazione, alle parole accompagna i fatti 
  12. Se...Non esaspera o esalta il prima o post partita 
  13. Se...Il far giocare e il giocatore persona sono al centro della programmazione
  14. Se...E' favorevole e sostiene gli ALLENAMENTI SITUAZIONALI 
  15. Se allena la concentrazione, l'attenzione  e riduce al minimo  la confort -zone, la bassa intensità.
  16. Se... è creativo coraggioso e imprevedibile come il gioco del calcio
  17. Se...Prepara con anticipo l'allenamento e ha sempre pronto il piano B😀 (allenamento alternativo)
  18. Se... è  aggiornato, preparato nella sua materia: tecnica, tattica, fisico condizionale motoria e psicologica
  19. Se...guida il gruppo con fiducia sempre anche nelle difficoltà
  20. Se....riesce a migliorare il singolo e la squadra
  21. Se ...Rende visibile ogni giocatore. Ne dimostra piena fiducia e rispetto. 
  22. Se...Coglie ogni piccolo miglioramento di ciascun giocatore e del collettivo. Osserva  e riconosce il merito
  23. Se...Non esaspera i toni e non alza la voce nervosamente o esagera in comportamenti fuori luogo
  24. Se...Tiene in tasca i tre cartellini: rosso giallo e il VERDE
  25. Se...Non ha pregiudizi nei confronti dei risultati da raggiungere e dei suoi giocatori
  26. Se... è' severo ma  non autoritario
  27. Se...è' attivo, partecipe negli allenamenti. E' il termometro del ritmo allenamento, cerca e crea i presupposti per la massima intensità e l'attenzione più a lungo possibile  
  28. Se...incoraggia e "anima" attivamente l'allenamento  sempre con tono coinvolgente positivo
  29. Se... si diverte e fa divertire 
  30. Se...appassiona il giocatore  al gioco. Crea le motivazione interne al giocatore, condizioni condizione principali  per aumentare  il legame e l'attaccamento  al gioco
  31. Se...allena con intenzione educative con rispetto di tutti
  32. Se...condivide e fa rispettare  le regole ed è coerente con quello che afferma e comunica
  33. Se... crea allenamenti con intensità e con ritmo alti
  34. Se..nella fase centrale dell'allenamento divide il gruppo - squadra  in micro gruppi
  35. Se... mette in discussione il suo operato per migliorare. Rimane umile ma convincente
  36. Se...  durante gli allenamenti ci sono poche pause o soste inutili. A favore del ritmo e  della ricerca dell'alta intensità. 
  37.  Se...trasmette il principio: "Mai smettere di  giocare e crederci"
  38. Se...non suggerisce soluzioni, ma problemi da risolvere, difficoltà che è il giocatore che deve dare la soluzione efficace per se, per lo sviluppo del gioco e per la propria squadra
  39.  Se...non umilia. Non si sofferma troppo nell'errore.
  40. Se... allena sempre  le transizioni di gioco. Il movimento senza palla.....e se insegna le tattiche collettive e individuali 
  41. Se... possiede l'Intelligenza emotiva = equilibrio - buon senso
  42. Se... agevola la coesione dei giocatori, della  squadra, del  collettivo convinto che  è la vera e unica  fonte delle vittorie a lungo termine
Se riesce  seguire i punti elencati si può definire un allenatore. 
competente  e CONSAPEVOLE

 
Il mister e i principi base 






Il mister con il suo comportamento, con il suo stile ha la responsabilità di  trasmettere al giovane giocatore,  la passione per il gioco e fornire solide  motivazioni interne che lo inducano a stimolare  l'attaccamento al gioco. Nella attività di base, il  linguaggio del mister è sempre contagioso. Deve indurre il giovane a provare. A prendere iniziativa senza sentirsi osservato o colpevolizzato se sbaglia. L'allenatore deve essere sempre   positivo e propositivo. Il mister deve far giocare, insegnare e formare la personalità del giocatore.
Il bravo allenatore deve avere fame di conoscenza deve  aggiornarsi continuamente con curiosità e seguire i cambiamenti.
Solo le conoscenze portano
 alla consapevolezza del ruolo. 
Dopo tanti anni di esperienza, di campo,  affermo con convinzione  che un bravo allenatore non è qualificato tale, valutando il suo operato solo dalle vittorie o dalle sconfitte, ma dai miglioramenti che riesce imprimere sia  al singolo e sia al collettivo, sotto tutti i punti di vista. Le vittorie spesso sono frutto anche della qualità dei giocatori  e da altri  fattori.
Il mister "TUTTOLOGO" poco aggiornato, orientato alla ricerca della vittoria a tutti i costi riemerge puntualmente nelle società di poco spessore. Società che  spesso sono  incapaci di programmare a medio e a lungo termine. Il mister rappresenta in ogni momento lo specchio della società di appartenenza. Una società che non cura e sceglie gli allenatori adeguati alla propria filosofia  è una entità incompleta, poco credibile.


Nella attività di base di una società non è sufficiente avere i numeri (Giocatori) per coprire tutte le categorie e sentirsi appagati. Ci vuole anche  una chiara  programmazione, avere la capacità di ideare  progetti straordinari  che esprimano una filosofia condivisa. Per progettare nel settore giovanile, affinchè diventi veramente formativo, ci vuole, da parte del direttivo una visione proiettata al futuro con obiettivi a  lungo termine.
Fino a pochi anni fa per imparare a giocare a calcio si doveva obbligatoriamente passare attraverso esercizi che ossessionantemente costringeva, il giovane giocatore, a compiere  gesti tecnici in maniera ripetitiva e meccanica come ad esempio calciare contro un muro oppure passarsi la palla a coppie a distanza ecc...all'infinito. L'insegnamento avveniva in maniera passiva, ripetitiva, spesso statica o con tempi e soste lunghe, esercizi noiosi e ripetitivi poco coinvolgenti. L'apprendimento avveniva in maniera meccanica spesso con lunghe spiegazioni. Queste metodologie tradizionali per molti  mister sono ancora efficaci. Al contrario penso che non lo siano più, le considero obsolete e poco formative. Esercizi spesso mostrano di essere  disgiunti rispetto alle abilità richieste nella partita reale. Sono cambiati i tempi e le generazioni di giovani che vivono in contesti e opportunità sociali, relazionali  ben diversi da una voltaAggiungo l’ arrivo del Covid che  ha portato a tutti cambiamenti nel quotidiano e nelle relazioni. I metodi tradizionali di allenamento  dovrebbero essere riesaminati, mutati e aggiornati. Pretendere di insegnare calcio alle nuove generazioni soltanto tramite una fredda istruzione non è più formativo ed efficace. Anni indietro l'esercizio con e senza palla era lo strumento principale per insegnare. Per molti anni si è creduto che  insegnare a giocare a calcio  era sufficiente soltanto una fredda istruzione ripetitiva  come l'esercizio. In realtà significava   insegnare a calcio senza scaturire nessun interesse nemmeno per il gesto tecnico che il quel contesto, (esercizio)  si pretendeva di  insegnare. "Il fare" senza alcun interesse, per il giocatore eseguire   un esercizio, senza presenza dell'avversario, non da luogo ad un apprendimento molto stabile. In questo caso la memorizzazione del gesto tecnico motorio  non è trasferibile alla partita reale. Gli esercizi se non hanno condivisione, se imposti, vengono accettati acriticamente, passivamente, non possono incidere e non sono significativi e utili. L'apprendimento ha efficacia se è significativo e partecipativo. Molti metodi classici forse rispecchiavano una certa generazione di giovani e di società e veniva in qualche modo, rispettato. Ora i giovani, le attuali generazioni,  che vogliono svolgere uno sport o giocare a calcio, hanno esigenze e richieste  diverse rispetto a quelle delle mie generazioni. Vivono in un contesto in una società diversa. I metodi per trasmettere l'apprendimento deve essere principalmente attivo, elastico e coinvolgente. In situazione, l'apprendimento diventa un processo attivo coinvolgente partecipativo ed efficace. Proiettare il giocatore in un ambiente complesso, il gioco, in tutte le sue espressioni, con più componenti presenti, come l'avversario,  è l'ambiente e l'attività ideale per l'apprendimento. Solo, in situazione, nella azione di gioco,  il giocatore estende altre reazioni, adattamenti simili a quelle comprese, presenti  nella partita reale. La situazione  aiuta ad arricchire il bagaglio cognitivo. In situazione, come in partita, il giocatore viene coinvolto nello  sviluppo del gioco reale e nelle azioni imprevedibili acicliche mai uguali fra loro. Il sollecito, l'apprendimento all'abitudine al nuovo è notevole, è formativo.  I movimenti, sempre diversi fra loro, cause che scaturiscono continue reazioni che comprendono  adattamenti e risposte  giuste che devono essere le  più   efficaci, spesso, per il giocatore sono difficili da attuare. La capacità di superare la difficoltà  si  misura, dipende dal livello di conoscenze di memorizzazioni assimilate   dal numero di esperienze, di attività svolte  m in precedenza dal giocatore. E' la presenza dell'avversario l'origine della difficolta del problema tattico dell'azione ed è lo stimolo che imprime,  al  giocatore coinvolto nella azione, una accelerazione che lo spinge a trovare la soluzione, la scelta più opportuna, con processi mentali di analisi, decisionali, sempre in tempi ristretti. L'apprendimento in SITUAZIONE è più difficile, più complicato ma più solido, più autentico, facilmente trasmissibile in partita reale. Il miglioramento la sicurezza delle abilità è garantito in situazioni di gioco cioè in difficoltà tattica  e con l'avversario, autentico guastatore  del gioco, presente solo così viene agevolato  un migliore accesso alla partita reale. Il mezzo più congeniale e allenante in tutte le capacità tecniche -tattiche , fisiche condizionali e motorie è il DUELLO,   sono le partite a ranghi e spazi variabili 
Le partite a portine 1 vs 1


Ci sono tre fattori che riguardano le conoscenze  necessarie per avere le capacità per stilare un  programma. Conoscenze di base   rispecchiano  esprimono la competenza del mister.

1. Fattore  pedagogico comunicativo. Educativo

2. Fattore di preparazione  Competenza e aggiornamento  didattico. Insegnamento e conoscenze tattiche, tecniche, fisico condizionali motorie individuali e collettive. Metodo

3.  Fattore di Esperienza l' "OCCHIOMETRO" Le conoscenze comunicative 

Dopo tanti anni posso affermare con convinzione che non sono le vittorie che determinano il valore del mister. Spesso le vittorie   dipendono dal valore aggiunto dei giocatori che si allena, indipendentemente dalle qualità del mister. 

"Il bravo artigiano, come il mister non fa calcoli e  si stacca, allontana  volutamente dal business degli affari e rimane  creativo e appassionato alla sua arte." 

Ci sono due modi di allenare , due scelte, due stili che rappresentano filosofie differenti, influiscono gli allenamenti, sono:

Di Rendimento, orientato al risultato , alla classifica allo stacanovismo, alla esasperazione del risultato a tutti i costi.

Di Formazione, orientato all'apprendimento e alla crescita della personalità del giocatore - persona

La metodologia nella attività di base dovrebbe, dico dovrebbe, essere di Formazione. Ma non è sempre così, il risultato ricercato a tutti i costi spesso ha la supremazia su tutto e altera lo stato d'animo e crea tensioni aggiuntive, creando alla lunga delle scorie non facilmente da smaltire.


Nella attività di base è l'allenamento situazionale , il più formativo, . Il metodo situazionale prevede  che  la scoperta autonoma  deve essere mescolato con intenzione di istruire, insegnare a giocare a calcio. Solo così si permette al giocatore di comprendere tutti gli elementi presenti nella partita reale. L''arricchimento del proprio carico cognitivo  è agevolato da  il miscuglio fra istruzione e scoperta. Il mister non deve dare soluzioni ma problemi da risolvere. La capacità di adattamento e la scoperta e la ricerca della giusta soluzioni alle difficoltà tattiche e di movimento agevola l'autonomia concreta che  stimola la responsabilizzazione e alle nuove conoscenze. Allenare alla abitudine al nuovo senza spaventarsi o avere paura di sbagliare. Gli sforzi fisici e mentali del giocatore in partita sono molto complessi e imprevedibili, non c'è esercizio che riesce a riprodurli compiutamente.  L'apprendimento, la scoperta della imprevedibilità del gioco deve essere un processo attivo e collegato alle proprie esperienze personali. Se le informazioni vengono riportate in maniera autoritaria e imposte con la "forza" non possono essere significative, solide. L'apprendimento ha effetto se significativo, condiviso. In questo modo la motivazione diventa  un fattore, una variabile significativa e l'apprendimento è facilitato.
L'eccesso di competitività e la ricerca esasperata del risultato e della personale affermazione danno poche garanzie che possano sopravvivere  come motivazione interne nel giocatore. 
Il punto di partenza del metodo per l'apprendimento sicuro : 

Il problem - solving si riferisce al ragionamento al pensiero autonomo in cui  il giocatore deve trovare soluzioni che scaturiscono una scelta che figura an decisione autonoma. Frutto di un  ragionamento mirato alla intenzione  risolvere una difficoltà tattica di gioco. Una strategia per il raggiungimento di un obiettivo designato. Così facendo si ottiene un apprendimento significativo più stabile che permette un accesso alla  partita reale più consapevole.
Durante la situazione  di gioco il movimento  è condizionato dalla risposta. Le risposte le scelte che il giocatore elabora e mette in pratica durante le situazioni  sono figlie del proprio bagaglio conoscitivo, conseguenza della propria esperienza, delle proprie conoscenze e memorizzazioni. Il carico cognitivo è paragonato alla "scatola nera", in questo caso espressione della esperienza  del giocatore. Le proprie risorse e il proprio carico cognitivo aumenta svolgendo negli allenamenti con attività situazionali - reali, con l'avversario sempre presente.
I principi di insegnamento devono essere elastici  aperti e meno dogmatici delle regole tradizionali, vengono applicati durante gli allenamenti  con situazioni di gioco sempre con l'avversario  presente, lasciando al giocatore la capacità di valutazione di scegliere la soluzione migliore. Il gioco del calcio è definito "OPEN SKIL" cioè di  abilità aperte e aggiungo imprevedibili, mai scontate e di difficile interpretazione e lettura.





Il miglioramento delle capacità  fisiche condizionali motorie, aerobiche e anaerobiche,  tecniche , tattiche che è basato sull'utilizzo di situazioni è efficace quanto l'INTERVAL TRAINING. Le situazioni riescono allenare tutte le abilità in misura molto simile alle richieste della partita reale.
"Un bravo allenatore è colui che scommette nel miglioramento della propria squadra e dei singoli, la sua  bravura  si misura dalla graduale  evoluzione in positivo  della qualità  nella prestazione, se è tangibile ben visibile e altri addetti  se ne accorgono ha fatto centro"
Allenare è difficile, complesso, mette alla prova la Resilienza, specchio di un gioco altrettanto imprevedibile. Di conseguenza  non ci sono verità o metodi assoluti certi . Non esistono metodi assoluti  certi sicuri che portino a risultati immediati, esistono invece metodi del mister competente e innovativo. 
Allenare è un processo di continuo  di ricerche di sperimentazioni di tentativi, mai retorici, mai lineari che sfruttano  le caratteristiche dei giocatori e della loro singola  personalità ed è orientato  al miglioramento. 
Se il mister  allena a prescindere dei risultati, dalle  sconfitte o vittorie e punta  con grande coraggio e equilibrio al miglioramento, in tutti gli aspetti, della propria  squadra  è un vero:
😄 "COACH". 👍
 
"MISTER SI DIVENTA CON CAPARBIETA' STUDIO PRATICA E CORAGGIO.  
MISTER NON SI NASCE"

"IL RESTO E' POESIA..."

"I giocatori vengono al campo principalmente per divertirsi, il mister per migliorare  deve fare in modo che questi due principi del piacere e del miglioramento apparentemente in contrasto fra di loro , siano presenti negli allenamenti,  al fine di poter ricavare, attraverso una partecipazione più attiva risultati più redditizi per il collettivo e per il singolo giocatore."
Un equilibrato  miscuglio fra il  "buon senso" e il " senso della realtà",  in  un clima sereno e propositivo, privo di esasperazioni e di esagerazioni.  Il mister deve trovare i punti di incontro ideale ,  cioè i giusti equilibri all'interno del gruppo squadra. 
Il mezzo più efficace e senza ombra di dubbio è
 LA SITUAZIONE

MisterEzio

GRAZIE











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