Il mister che è in me......
Lascio, dalla prossima stagione, non alleno più nella società vicino casa che mi permetteva di andare al campo in bici. Alleno
da sempre, seguendo la mia metodologia e condividendo e sostenendo con convinzione il programma che mi viene proposto dalla società. Dove intravedo un programma, una idea proiettata nel
futuro, una filosofia lungimirante ma chiara, io ci sono. Ma il presupposto ci deve essere!!. Quando capisco che la mia filosofia non
è più condivisa e non intravedo, dal mio punto di vista, una programmazione, capisco
che è il momento di andarsene, anche se restare sarebbe la scelta più comoda
per tanti. Se emotivamente la proposta non
mi coinvolge più e non mi "prende", sento che è il momento di
togliere il disturbo. Questo ho fatto!. Non ho al momento un nuovo progetto, ma
non mi preoccupo. Io penso che gli incontri siano occasionali e
imprevedibili e le proposte non
dipendono dalla mia volontà. Va bene così. Mi è capitato di sentire recentemente Pupi Avati, 84 anni, (regista) dichiarare che ancora adesso è in attesa della chiamata telefonica inerente
a un progetto più unico che raro, io allo stesso modo aspetto e spero,
questo mi riempie di positività. Piuttosto di sentirmi a disagio, come mi stava accadendo nella società a cui appartenevo, preferisco
stare fermo e non allenare. E' chiaro che se mi venisse proposto qualcosa di importante
sono a disposizione. Penso che nonostante i problemi che il quotidiano possa proporre, per me allenare rimane di più di una passione, lo considero un
mio talento, scusate l'arroganza. Molte persone riescono nel proprio
lavoro o in altri ambiti, sentono di essere portate in quello che fanno e hanno la
fortuna di percepirlo, così capita a me quando alleno, quando sono in campo. Allenare per me è
tutto, è una filosofia di vita, una mission. Se nel futuro
prossimo non ho proposte che mi consentono di continuare ad allenare non importa... rimango
sempre un mister, accada quel che accada.