Capacità decisionale - Apprendimento in difficoltà...Importante presenza continua delle SITUAZIONI negli allenamenti
In questo post, vorrei delineare in che modo la neuroscienza giustifica il funzionamento del cervello durante le difficoltà tattica motoria di gioco. Più precisamente da cosa scaturisce "la presa di decisione" del giocatore in partita. Questo è argomento è un principio a cui è ispirato il mio metodo.
Il pensiero decisionale del giocatore durante la partita è suddiviso da vari momenti.
IL PRINCIPIO DEL MODELLO PRESTATIVO DELLA AZIONE REALE IN PARTITA REALE del pensiero del GIOCATORE si può riassumere:
- Guardo
- Mi muovo
- Decido("attacco dello spazio o della palla")
Il giocatore che è direttamente
coinvolto o che è lontano dall'azione, dalla fonte di gioco, in ogni caso è sottoposto da continui
ragionamenti che converte in movimenti e
in decisioni da prendere nel tempo più
breve possibile. Più volte ho affermato che il primo guastatore e demolitore
delle azioni di gioco e che complica il pensiero del giocatore è
l'avversario. Esso, influisce molto nei ragionamenti e pensieri del giocatore. Ogni giocatore è coinvolto ad ampliare il campo visivo e decisionale. Questa attività motoria attiva due differenti NEURONI .
Alle vicinanze della azione di gioco in cui ci sono più oggetti, come la palla o l’avversario o la porta ecc… che manifestano uno scopo o una finalizzazione, i primi neuroni a mettersi in all’erta attivandosi sono i neuroni canonici. Essi si attivano quando il giocatore è in prossimità di interagire in una azione di gioco, sia in possesso o non in possesso palla in qualsiasi situazione. Hanno il compito di preparare il giocatore a predisporre a utilizzare le modalità motorie, tecniche, tattiche coordinative e condizionali più utili ed efficaci prima di venire coinvolto nella azione. La risposta, la scelta che mette in atto la deve avere già vissuta in allenamento solo così riesce ad adattarsi. Allenarsi in situazione aiuta a capire e percepire le variabili della azione. Poi le informazioni visive, portate dai neuroni canonici, vengono trasformate, praticamente, in modalità tecnica motoria per merito dei neuroni a specchio. Questo processo si compie solo se il giocatore vede, immagina, una azione che ha precedentemente imparato e vissuta. Il cervello si comporta come se l'avesse già provata. Le conoscenze si ottengono, in allenamento, attraverso le Situazioni multifunzionali di gioco, cioè attività pratiche reali che contengono principi e requisiti presenti nella partita reale. La multifunzionalità delle situazioni permette al giocatore di potenziare il proprio bagaglio cognitivo. Tanto più è esercitata, quanto più è praticata l'attività situazionale negli allenamenti tanto più si comprende la difficoltà tattica nella partita reale e il giocatore riesce a scegliere la soluzione migliore, come un dribbling, una conduzione ,un tiro, un movimento senza palla, un passaggio ecc... Le azioni di gioco hanno modalità infinite e si presentano sempre in maniera diversa. Ne consegue che le conoscenze e le esperienze situazionali del giocatore devono essere presenti e ripetute in ogni allenamento. Solo così la soluzione, la decisione che sceglierà, il giocatore, sarà la più efficace. In definitiva quando il giocatore è coinvolto in una azione in prossimità del pallone e riceve i dati osservati e percepiti dai neuroni canonici, le informazioni arrivate si trasformano, mutano in risposte di movimento già conosciute da esperienze passate. Sono i neuroni a specchio in base dalla propria esperienza e conoscenza; che configurano l'intera azione e riescono a decifrare l'intenzione che diventa reale. Il bagaglio il potenziamento degli neuroni a specchio dipende dal carico situazionale, dalle esperienze di gioco, eseguite in allenamento. Le conoscenze che si ottengono dalle nuove esperienze già vissute, permettono di adattarsi e dare una risposta pronta e veloce. Mi piace considerare i neuroni a specchio come un porta frecce. Era consuetudine per l’arciere di caricarlo sulla schiena, come uno zaino. Più erano le frecce più le possibilità di colpire il bersaglio. Più l'allenamento proposto, è ricco di SITUAZIONI di gioco, che si avvicinano alle variabili di gioco della partita reale, più il giocatore ha "frecce" che gli permettono di comprendere e adattarsi alle difficoltà tattiche ,tecniche , motorie che la partita reale presenta.