L'allenamento con carico situazionale in 3 micro gruppi . Categoria Esordienti
TITOLO del POST:
L'allenamento con carico "SITUAZIONALE"
Categoria ESORDIENTI
SVOLGIMENTO:
TRE STAZIONI
CON TRE MICRO GRUPPI diversi
Rotazione dei gruppi ogni 25 minuti circa
In questo post descrivo la fase centrale di una unità di base, che in questo caso è situazionale , infatti è prevista la continua presenza dell'avversario. Presento una parte di un allenamento che è ispirato al mio metodo. Allenamento che ho svolto con la squadra degli esordienti che alleno. L'esercitazioni situazionali che descrivo nell'allenamento in questione, potrebbero essere proposte in qualsiasi altra categoria o squadra della attività di base. Le stesse attività si differenziano per i diversi valori di intensità e diversi tempi di recupero, che variano in base alla categoria allenata.
Le esercitazioni situazionali che presento in questo allenamento, le considero efficaci e molto utili per migliorare l'apprendimento di tutti gli aspetti che sono presenti nella partita reale. Migliorano le capacità fisiche condizionali le abilità tecnico, motorio coordinativo e le conoscenze tattiche sia individuali che collettive. Vorrei prima di entrare nell'argomento fare una premessa per me importante. Una mia riflessione, che vorrebbe documentare di come sono cambiate le opportunità di fare sport e di giocare all'aperto per i giovani negli ultimi anni. La mia generazione ha vissuto il calcio di strada. Da ragazzi al pomeriggio giocavamo a pallone ovunque, nei giardini, in oratorio, sotto i portici e in strada. Gli spazi per poter giocare a calcio erano molti. Giocavamo sempre tutti i giorni. Si giocava a calcio in tutti gli spazi possibili, con o senza portiere a partire da 2 contro 2 fino a 11 contro 11 e qualche volta, in estate anche con un numero imprecisato di ragazzi. Quando la scuola era chiusa giocavamo mattina e pomeriggio e spesso d'estate anche alla sera, fino a chè la luce lo permetteva. Le partite duravano molto e non prevedevano la presenza di nessun adulto. Per noi allora, veniva naturale giocare fra di noi. Riuscivamo in maniera autonoma a fare rispettare le poche regole decise assieme, prima di iniziare la partita. Giocavamo ore ed ore auto gestendo le regole con buon senso e relativa tranquillità e senza interrompere il gioco. Racconto questo aneddoto, in quanto adesso, nel 2024 per i ragazzi , gli spazi per giocare all'aperto sono diminuiti e così anche le occasioni di gioco spontaneo, ed è cresciuta la volontà nelle famiglie tenere a casa i ragazzi. I motivi di questa scelta sono moltissimi e ne ho descritti qualcuno nel post "Esordienti..." nel blog. Durante gli allenamenti, nelle squadre della attività di base c'è sempre la presenza del mister che super visiona, e assicura la regolarità dell'allenamento. Nonostante l'occhio attento del mister, i ragazzi non sempre riescono ad mantenere a lungo un comportamento adeguato. Sembra quasi che avessero difficoltà di relazione fra di loro, come non fossero abituati a giocare assieme. Una cosa è evidente, durante la settimana i ragazzi a questa età hanno hanno veramente pochi momenti dedicato al gioco all'aria aperta. Tornando alla unità di base che presento, in uno dei gruppi di lavoro inserisco l'autogestione ,da parte dei ragazzi della situazione che faccio a loro svolgere. Inserire l'autogestione, anche in una parte minima dell'allenamento di una esercitazione non è così semplice. In quanto ai ragazzi risulta complicato, durante l'attività proposta , mantenere l'auto disciplina e una costante attenzione. In molti casi l'allenamento è un insieme di nozioni e di informazioni destinate ai giocatori esibite dal mister in maniera deduttiva e diretta. Penso che al contrario l'autogestione che sollecita una maggiore coinvolgimento e creatività da parte dei ragazzi, o lo sforzo di autocontrollarsi in una qualsiasi esercitazione, sia un obiettivo di maturità che responsabilità, importante e devono imparare a fare, e trovare il modo per giocare e comunicare fra loro senza litigare. Le cause della difficoltà dell'autogestione sono molteplici. Uno di queste, secondo me, è che non sono abituati a giocare assieme in un gruppo così numeroso. Fino ad una certa età, il gioco spesso è guidato da un adulto o genitore che controlla e indica a loro cosa devono fare, così facendo i bambini non sviluppano l'autonomia. Nelle squadre dell'attività di base capita anche che il mister soffochi, con suggerimenti continui e direzionati, la libertà creativa di agire del ragazzo. Spesso i ragazzi mostrano, durante lo svolgimento dell'allenamento, una ridotta resistenza e capacità di giocare assieme. Capita spesso per futili motivi assistere litigi, dimostrando di avere una attitudine piuttosto bassa di sopportazione alle frustrazioni. Tornando all'argomento che vorrei descrivere cioè l'allenamento informo che sono l'unico mister presente, con 20 giocatori. Allenare tutto il gruppo assieme è dispersivo e poco formativo. Così ho scelto di creare dei 3 micro gruppi, con tre squadre da sei giocatori ciascuna, vedi la tabella sotto riassuntiva. Ogni gruppo esegue, a turno, una esercitazione situazionale in tre differenti stazioni. La prima stazione è previsto una partita a ranghi e spazi variabili di scarico, di recupero che coinvolge due gruppi. Una situazione di 6 contro 6 più due portieri, autogestita dai ragazzi stessi. L'autogestione, per la categoria degli esordienti, senza la presenza di una guida e quindi in assenza di un mister è una nuova esperienza, una novità. Nella seconda stazione, in un rettangolo di gioco con due portine, due giocatori si sfidano a duello cioè svolgono una partita a portine a spazi e ranghi ridotti uno contro uno. La terza stazione è prevista una partita a portine due contro due. Ogni cinque minuti, dopo il recupero i gruppi si invertono. Per tutto il tempo che nella prima stazione, le due squadre si sfidano nel 6 contro 6 e devono gestire da soli con auto arbitraggio, io seguo attivamente le stazioni uno e due. Comunicando e incoraggiando attivamente e a tono i ragazzi per mantenere alta e altissima intensità. In queste due stazioni l'obiettivo è di creare le condizioni del "GIOCO CONTINUO". Durante il gioco inserisco regole e vincoli che hanno l'obiettivo di evitare soste e pause e per poter mantenere, il più possibile, un ritmo e attenzione elevate.