Confronto fra la realtà della partita e la metodologia portata in campo negli allenamenti...
La risposta di come avvicinare le componenti della partita reale agli allenamenti è perchè il gioco del calcio è a prevalenza situazionale e imprevedibile, aciclico, mai scontato, in poche parole è un gioco complesso tatticamente.
E' da questo principio che dobbiamo ispirare gli allenamenti.
Una abilità necessaria che deve appartenere ad giocatore, in partita, è vincere il confronto con l'avversario. L'avversario rende l'ambiente della partita ostico e imprevedibile e spesso non di semplice comprensione e ogni giocatore deve imparare a convivere con la sua presenza in partita. Se il giocatore non ha le competenze per controbattere la difficoltà tattiche a cui viene coinvolto nel gioco, difficilmente trova la soluzione giusta. La struttura dell'allenamento deve copiare, ispirarsi il più possibile, a quello che accade in partita reale e da tutti gli elementi presenti come la presenza ingombrante dell'avversario e capire quanto influisce nello sviluppo del gioco e nel ragionamento di ogni giocatore. Di conseguenza l'avversario, durante gli allenamenti, deve essere sempre presente in tutte le esercitazioni che si svolgono. La sua presenza accelera l'adattamento di fronte alle difficoltà tattiche, sempre in maniera diversa e complessa. Per riuscire prendere le scelte giuste, nel momento giusto e nel modo opportuno è necessario allenarsi similmente a quello che accade nel gioco del calcio e nella partita. E' un concetto semplice ma in molti casi, per molti mister, difficile da accettare e condividere. Spesso l'allenamento situazionale, come propone oggi la letteratura calcistica è difficile da digerire, ma è la dimostrazione del cambiamento metodologico necessario. I metodi classici sono legati all'esercizio specifico senza la presenza dell'avversario e lavori specifici espressione del intervall - training; sono tutt'ora, i mezzi più utilizzati negli allenamenti. Il mezzo situazionale avallato da ricerche e studi nei quali si afferma svolgere attività in situazione si raggiunge lo stesso livello di allenamento, di forma, uguale utilizzo dell' intervall- training.
La novità metodologica in cui la situazione diventa il mezzo principale dell'allenamento, per poter ottenere il massimo dell' apprendimento, per molti mister è uno scoglio didattico difficilmente da superare.
E' comunque innegabile che negli allenamenti si dovrebbe riprodurre esercitazioni, sezioni di gioco, simili alla partita reale e di conseguenza con la presenza dell'avversario. Scegliere il percorso situazionale significa riconoscere l'importanza che ha avuto il "calcio di strada".
Molte delle situazioni che propongo in allenamento sono ispirate dal gioco di strada. Le ultime ricerche e studi affermano che il sistema dei neuroni a specchio si attivano anche nella attività motoria, cioè in partita. La ricerca scientifica afferma che più il giocatore svolge esperienze di gioco ossia attività situazionale, maggiore sarà la capacità di risolvere le difficoltà che presenta l'azione di gioco. Riassumendo, le ricerche scientifiche affermano che per ottenere il massimo apprendimento e la massima comprensione del gioco è necessario fare, in allenamento, molte attività situazionali. Il potenziale di esperienze situazionali permette al giocatore di trovare le giuste contromosse nella partita reale. Penso che negli anni scorsi, lentamente, a parità di capacità tecniche sempre rimaste molto elevate; il calciatore abbia perso la capacità di adattamento alle imprevedibilità del gioco, in altre parole in partita non riesce a capire quale sia la scelta giusta e non comprende cosa gli propone il gioco in quel momento. La causa, secondo me, è stata la rincorsa dell'esercizio ideale, ahimè senza collegamento alla partita reale. Questa scelta, ha influito la stesura degli allenamenti e di conseguenza trascurando il metodo situazionale. Si è preferito svolgere in allenamento esercizi senza avversario e direzione di gioco. Orientati a formare il giocatore che "esegue" alla letterale le indicazioni proposte da noi mister, soffocando la libertà di provare e sbagliare, togliendo al giocatore autonomia e creatività. Allenando meticolosamente, forse esagerando, più l'aspetto fisico e tattico. Il giocatore ha subito didattica imposta dal mister , senza accorgersi che il metodo di allenamento applicato pian piano si allontanava da tutte le caratteristiche imprevedibili che il gioco richiede. Abbiamo lentamente perso il giocatore "pensante", il vero protagonista autonomo nelle sue scelte. L'allenamento situazionale rimette al centro il giocatore consapevole e autonomo. Il così detto:
E' innegabile che il metodo situazionale è uno strumento utile che aiuta il giocatore a rimanere connesso ai principi della partita reale. E' un mezzo di allenamento che accelera la formazione e il massimo apprendimento, da tutti i punti di vista: tecnico, tattico, coordinativo - motorio e fisico - condizionale.
In conclusione: