Reazione sviluppata dai due principi attivi cioè : "non calciare i pallone a caso " e il "movimento senza palla" cioè "GIOCARE E PENSARE IN ANTICIPO"
Argomento:
"giocare e pensare in anticipo"
In un post precedente ho descritto, quali sono per me, i due principi attivi di gioco di base utili per allenare e perseguire in maniera "ridondante" e con continuità durante gli allenamenti. Da questi a cascata, derivano altri principi. Sono l'innesco che agevolano altri comportamenti durante il gioco. Come ad esempio giocare "IN ANTICIPO" l'azione di gioco. E' l'abilità del giocatore ad orientare tutti i pensieri, ragionamenti, far si che l'attenzione, diventa più selettiva, rivolta verso a qualcosa che gli sta accadendo, (azione) prima della sua comparsa cioè prima che accada è di riuscire ad anticipare la successiva evoluzione .
Le regole di non calciare a caso e mantenersi il più possibili mobili in partita, avvantaggiano e stimolano l'orientamento del giocatore di "pensare in anticipo". Non è semplice come dirlo, ma i due principi inconsapevolmente stimola il giocatore a ricercare questo atteggiamento. Obbliga il giocatore a seguire lo sviluppo del gioco con maggiore attenzione. Condizione ideale sarebbe quella di riuscire a capire in anticipo quello che può accadere dopo, nella evoluzione e futuro dell'azione. Certamente questa condizione, può essere migliorata seguendo i due principi attivi di base. Il giocatore riesce ad aumentare i processi di percezione, di elaborazione delle informazione del movimento presente. Così riesce anche ad anticipare il movimento, la scelta futura dello sviluppo del gioco. All'inizio dell'azione si attivano i neuroni canonici prima e poi i neuroni a specchio spingono alla scelta più ecologica , più stabile rapida e produttiva. Di certo sono l'aspetto emotivo e il carico (bagaglio) cognitivo che fanno la differenza per dare le soluzioni più efficaci. Più il carico cognitivo, in questo caso più è maggiore la memorizzazione situazionale, le conoscenze, più aumenta la possibilità del giocatore di dare la giusta soluzione al proseguo del gioco. La presenza dell'avversario e il suo imprevedibile comportamento è una interferenza che complica, ulteriormente, il pensiero e ragionamento del giocatore. Fra la sensazione e la percezione e la sintesi passano tempi brevissimi. Il carico o bagaglio cognitivo si potenzia e si arricchisce, in allenamento, con esperienze e attività situazionali, cioè con esercitazioni con l'avversario e le direzioni di gioco sempre presenti. Più il giocatore è immerso nel gioco più memorizza e scopre nuove esperienze motorie, che saranno utili in partita reale. Le esperienze e le conoscenze nuove aiuteranno il giocatore a dare, in situazioni di difficoltà tattica, durante le azioni di gioco, le risposte più produttive e giuste, nel più breve tempo possibile e in anticipo. Vale anche per i giocatori che al momento dell'azione sono (momentaneamente) lontani dal P.P.. Giocare continuamente in allenamento in situazioni di gioco, impartisce al giocatore una maggiore sicurezza e consapevolezza nella partita reale. Giocare in situazioni significa riconoscere e sviluppare quali siano gli elementi essenziali dell'azione da prendere in considerazione, su cui dirigere le risorse e le proprie conoscenze. Tutte le esperienze e attività situazionali, incrementano la memoria l'immagazzinamento, l'apprendimento di tutte le informazioni utili per migliorare la presa di decisione e la qualità prestativa del giocatore .
In situazione il giocatore riesce memorizzare un enorme quantità di informazioni, solo così può capire e capitalizzare le eventuali nuove variazioni imprevedibili dell'azione. A parer mio, più che allenare con schemi fissi, è fondamentale allenare per scelta. Sarà il giocatore a creare autonomamente l'idea del mister, con creatività e in maniera induttiva, cercando soluzioni efficaci di gioco nuove.