I metodi di allenamento
L'evoluzione dei metodi di allenamento ha portato un livello di prestazioni fisiche elevato. La forza, la resistenza e la velocità hanno raggiunte soglie di allenamento notevoli. A volte però la ricerca esasperata di queste componenti ha prodotto, soprattutto nei settori giovanili, giocatori che sono spesso buoni atleti ma a cui mancano quegli aspetti caratteristici del gioco e di conseguenza risultano essere poco creativi, con scarsa capacità capacità d'iniziativa di scegliere, decidere e di ripetere
con successo un gesto motorio corretto, adattandosi alle varie situazioni in cui lo stesso si
verifica. Ciò implica che la capacità di mantenere le prestazioni ottimali anche in situazioni
diverse o inaspettate non viene allenato, infatti gli allenamenti seguono tutt'ora i metodi classici con molti esercizi slegati dalle caratteristiche della partita reale. Questo post fuori programma anticipa il prossimo argomento, che pubblicherò prossimamente e più precisamente in più video nel mio canale YOU TUBE e un post nel blog in seguito intitolato "La seduta di allenamento e d'intorni". Rappresenta il seguito del programma del mio progetto denominato "Palla al centro".
Nel frattempo in questo post cerco di riassumere come è cambiato, in base alle evoluzioni, il mio metodo di allenare e la mia formazione.
Al mio modo di programmare gli allenamenti ho dato il nome "Allenare la prestazione".
Non esistono metodi di allenamento certi, assoluti che garantiscono i risultati ... uno è il mio!...
Allenamento situazionale
Parto da una semplice riflessione:
" IL giocatore apprende al meglio delle sue possibilità se durante la seduta si confronta in movimento con l'avversario in continue situazioni di gioco. Riproponendo le stesse problematiche imprevedibili e complesse come quelle tecniche, tattiche, coordinative motorie e fisico condizionali che egli stesso deve affrontare nella partita reale".
Il calcio è un gioco di squadra imprevedibile e complesso. Per definizione i metodi di allenamento negli sport sono in continua evoluzione. Ho iniziato ad allenare nel 1989, e ho sempre cercato con curiosità e interesse, novità e idee nuove, formative utili e necessarie per poter migliorare il metodo di allenamento, senza trincerarmi nelle mie convinzioni.
Vorrei descrivere l'evoluzione e i cambiamenti dei metodi di allenamento che ho vissuto e che ho visto svilupparsi ed evolversi in più di trent'anni trascorsi da allenatore, analizzandoli da un punto di vista personale. Considerazioni libere ed espressione della mia esperienza e della mia formazione.
Nei primi anni il metodo di allenamento che ho attuato, è denominato il metodo " classico", era molto ancorato alle tradizionali convinzioni, senza produrre per molto tempo sostanziali cambiamenti. L'approccio riduzionistico del metodo si basava sulla separazione del dualismo "MENTE e CORPO", che significa allenare separatamente le abilità e le capacità in compartimenti specifici, in particelle divise, nella speranza che si assemblino in gara. Un metodo scollegato dalla realtà della partita, che ignora il contesto sistemico complesso del gioco. Lo strumento utilizzato nelle sedute sono gli esercizi codificati, meccanici, ripetitivi e con esercitazioni analitiche specifiche delle varie componenti prestative e avulsi dal gioco reale, i quali non prevedono la presenza dell'avversario. L'unico momento di gioco era rappresentato dalla partita di fine allenamento. Secondo il metodo classico tradizionale lo stato di forma fisica, vale adire l'aspetto fisico allenato con esercizi senza palla, è prioritario, è considerato la base del rendimento della squadra in partita reale.
Il passo successivo, con l'aiuto della letteratura scientifica, e con il supporto di nuove ricerche neuroscientifiche, l'approccio al metodo di allenare si evolve e considera il giocatore e il gioco nella loro globalità e complessità, allenando assieme più componenti prestative senza separarle utilizzando il metodo OLISTICO nella seduta. Così la struttura dell'allenamento è integrata e composta da esercitazioni a carattere globale che riescono allenare simultaneamente tutte le componenti prestative della performance. Nei metodi tradizionali le esercitazioni tecnico tattiche non venivano considerate sufficientemente formative a livello fisico condizionale, la letteratura scientifica negli ultimi anni ha dimostrato il contrario, riconoscendo che le situazioni di gioco con il pallone e con la presenza dell'avversario sono altrettanto allenanti anche sotto l'aspetto fisico.
Riconoscere che il gioco sia imprevedibile, complesso e con abilità aperte, ha lentamente trasformato il modo di creare l'allenamento, infatti le esercitazioni con il pallone sostituiscono spesso i lavori a secco specifici. La partita, il gioco sono considerati un ambiente articolato, composto da un insieme di elementi che interagiscono, si relazionano e si confrontano in maniera dinamica e organizzata, costituendo un unica identità inseparabile, capace di adattarsi e riadattarsi seguendo l'imprevedibilità delle azioni di gioco al fine di realizzare un obiettivo comune. Il comportamento , i movimenti del giocatore in partita non sono prevedibili, la seduta di allenamento deve arricchire il bagaglio conoscitivo con esercitazioni simili alle dinamiche della gara. Gli input che influenzano lo sviluppo del gioco sono infiniti, casuali e inaspettati. Le situazioni svolte in allenamento hanno lo scopo di fornire ai giocatori gli strumenti per poter gestire le innumerevoli azioni di gioco in gara sempre diverse fra loro. Un aspetto che viene trascurato durante la seduta è lo stato d'animo emotivo emozionale, anche in questo caso le situazioni con regole e vincoli particolari possono provocare tensioni simile alla partita reale se svolte ad alta intensità. L'abitudine al nuovo e alla convivenza alle difficoltà, ( avversario) sotto stress, rinforza e salda la tecnica e la capacità decisionale.
Nel 2009, con la creazione di un mio blog, avviene un successivo personale cambiamento, realizzo un metodo di allenamento che ho intitolato "ALLENARE LA PRESTAZIONE". Dopo aver seguito e ascoltato molti luminari e studiosi dei metodi di allenamento, e aver ampliato le mie conoscenze con letture, con studi e sperimentazioni in campo sono arrivato ad una personale considerazione e cioè penso che la reale argomentazione che potrebbe portare ad un cambiamento redditizio ai metodi di allenare sarebbe quella di concentrare le riflessioni da un altro punto di vista. Proviamo porre una semplice domanda e cioè: "Quanto è necessario considerare la presenza dell'avversario nelle sedute di allenamento?. Una cosa è chiara a tutti e cioè che l'avversario risulta essere, in gara, l' autentico punto di riferimento, di disturbo e di interferenza, con cui tutti i giocatori devono interagire e relazionarsi sempre in partita, ma nello stesso tempo è anche una opportunità di crescita e miglioramento delle conoscenze del giocatore e dello sviluppo del gioco. Le esercitazioni presenti nella seduta dell'allenamento, dovrebbero ruotare attorno alla sua figura e il suo coinvolgimento nelle esercitazioni dovrebbe essere totale. Gli impulsi che trasmette l'avversario nella partita sono infiniti e negli allenamenti classici sono poco considerati. Riconoscere l'importanza della presenza dell'avversario nella seduta dell'allenamento significa accelerare il miglioramento del patrimonio cognitivo e conoscitivo del giocatore. Sarebbe utile introdurre la sua presenza in tutte le esercitazioni. Per me è questa la vera innovazione del metodo. Rappresenta l'effettivo cambiamento radicale del concetto della unità di base, il punto di svolta dei metodi di allenamento. Accettare e riconoscere questa inversione di rotta, significherebbe mettere in discussione i metodi classici e anni di convinzioni incomplete. Non vorrei essere frainteso, non butto a mare anni in cui la metodologia ha messo al centro degli allenamenti gli esercizi analitici o la preparazione fisica, ma senza dubbio, ridimensiono la loro portata e metto davanti al carro, (cioè all'allenamento), la situazione di gioco che ritengo sia molto più efficace e completa rispetto gli esercizi. L'avversario e le situazioni diventano il principale strumento di allenamento. Dal mio punto di vista è il momento di rielaborare i metodi di allenamento tradizionali e cambiare con coraggio, mettendo al centro della seduta l'autentico istruttore e cioè rivalutare e aumentare il tempo speso, durante la seduta, dedicato al gioco. Non inteso gioco fine a se stesso, ma regolato, modulato e programmato con un sistema di situazioni preciso, non improvvisato, con un reale progetto situazionale. L'allenamento che intendo, ha una apertura decisa al situazionale, all'irrazionale al sorprendente, in quanto è il gioco il mezzo di allenamento più efficace e formativo, ed ha la peculiarità di aiutare a far comprendere l'irrazionalità delle azioni, migliorando tutte le capacità di lettura delle componenti della partita reale, comprese quelle motorie coordinative e fisiche condizionali.
I metodi classici negli ultimi anni comprendono l'uso della palla, Nel metodo che impiego è previsto sempre la presenza dell'avversario ed è questa la differenza sostanziale. Allenamento integrato, fortemente situazionale , e dipende dalla presenza dell'avversario, e lo è in tutte le esercitazioni della seduta di allenamento.
Grazie
Il prossimo argomento, presenterò anche in video visibile al mio canale YOU TUBE, del progetto "Palla al centro" ha l'intento di approfondire i metodi di allenamento ha titolo:
"La seduta di allenamento e dintorni." in cui presento un allenamento classico ispirato al mio metodo: Allenare la prestazione.
MisterEzio
MisterEzio