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IL PASSAGGIO O MEGLIO L'APPOGGIO STRUMENTO PRINCIPALE PER IL GIOCO E DELLA COMUNICAZIONE DI SQUADRA

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ALLENARE LA PRESTAZIONE Questo articolo l'ho scritto molti anni  orsono, risulta essere molto odierno: COSI’ COME LA COMUNICAZIONE AVVIENE CON LA PAROLA, LA COSTRUZIONE DEL GIOCO SI SVILUPPA CON IL PASSAGGIO’ . IL PASSAGGIO E’ IL MATTONE CHE CONSENTE LA COSTRUZIONE DEL GIOCO. E’ IMPORTANTE CAPIRE CHE L’ESSENZA DEL PASSAGGIO NON E’ LA PRECISIONE DEL GESTO TECNICO MA L’ELABORAZIONE CHE LO PRECEDE. IL GESTO TECNICO DI CHIUSURA CIOE' IL PASSAGGIO  E’ COME LA CORNICE CHE SI METTE AD UN QUADRO DOPO AVERLO DIPINTO; E ANCORA, LA SCELTA DELLA CORNICE STESSA SI FA IN BASE AI COLORI E AL TIPO DI DISEGNO ECC,; ANCHE LA SCELTA DEL PASSAGGIO  DEVE AVVENIRE  IN FUNZIONE DELLA SITUAZIONE DI GIOCO E DELLO SPIRITO DI COLLABORAZIONE. IL DIALOGO CALCISTICO DEL PASSAGGIO AVVIENE TRA DUE COMPONENTI: IL PORTATORE DI PALLA E L’APPOGGIO CIOE' COLUI CHE RICEVE IL PASSAGGIO, PRECEDUTO DA UN MOVIMENO SENZA PALLA. IL PASSAGGIO...

Le assenze pesano....

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Spesso sento dire dal giovane giocatore: "mister  non vengo all'allenamento perchè devo studiare, " e spesso viene suggerito, o imposto, dai genitori. Da alcuni anni, le assenze dagli allenamenti , da parte del giovane giocatore, sono sempre  più frequenti e quasi sempre  per motivi scolastici. Purtroppo spesso è dovuta da una incapacità dei ragazzi di organizzarsi con i studi. Molto spesso però sono genitori, che per motivi scolastici, non mandano  all'allenamento i ragazzi.  Scelta, per me, molto discutibile e sbagliata, chiaramente  contro alla volontà del ragazzo, e alla sua salute psico fisica di gioco  che potrebbe equilibrare , centrare con l'allenamento tramite lo scarico motorio.....  Viene facile, da parte del genitore , di  impedire l' allenamento.  La presa di posizione del genitore ,  spesso è accompagnato con  un  castigo a medio o a lungo termine,  per me e poco efficace per il  ragazzo...

MisterEzio

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            Quest'anno festeggio, in silenzio, i miei primi trent'anni da allenatore da MISTER                                                    1989 - 2019              💪💥 Metamorfosi del mister😊😏 Sempre in campo,   il sorriso e la positività  non mi sono  mai mancati.  Ho iniziato ad allenare  per volontà di un grande presidente (ex giocatore professionista e allora dirigente di industria ,VITETTA GIUSEPPE) che mi ha permesso di iniziare ad allenare a 27 anni, dopo un grave infortunio calcistico. A 28 anni allenavo in seconda categoria grazie alla sua incredibile lungimiranza . 1989....1990 GRAZIE A GIUSEPPE VITETTA. Mi ha fatto indossare il mio vestito. Ma chi sono???       ...

Lasciamoli giocare

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Per noi ragazzi della nostra generazione, purtroppo di molti anni fa, dopo gli anni 60 e 70 veniva naturale a giocare a calcio. Bastava un pallone (non sempre con forma ,peso e dimensione regolare) e  minimo 4 amici, non necessariamente bravi a giocare a calcio  e non necessariamente amici, ma vogliosi di giocare, di sfidarsi. Il calcio è nato per strada , così afferma il documento numero uno della FGCI Già con quattro amici ,nasceva una partita 4 x 4 a portine. Grandi erano le sfide le partite che si facevano , che spesso per fare i pali della porta bastavano i giubbetti o facevamo i pali con mucchietti di terra o di sassi. Il campo era la strada un campo ,un portico ,un giardino, in oratorio. A fine della partita si andava a mangiare un gelato o altro. Si giocava sette giorni su sette fuori all'aria all' aperto, e mai con gli stessi amici dipendeva dalla zona della città . Si giocava al pomeriggio dopo la scuola o dopo aver fatto i compiti e in  estate anche dopo...

Considerazioni sul calcio giovanile

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Allenare nel settore giovanile di  calcio per è una  autentica "mission" e non certo un mezzo per ottenere vittorie  gloria o particolari premi, coppette o altro. Metto la mia esperienza a disposizione del giovane atleta per aiutarlo e accompagnarlo nella sua crescita sia come persona che come giocatore, sempre e solo in un clima positivo e sereno. Ritengo fondamentale rispettare la  volontà , del giovane giocatore,  di voler  GIOCARE a calcio  senza umiliarlo con rimproveri inutili  o farlo sentire in colpa innanzi ad un errore come nel caso di  una  una sconfitta  o in  un gesto tecnico non ben riuscito. Non sopporto quei  mister, e c'è ne sono ancora tanti,  che  pur di trarre  proprio profitto  di immagine , che  pur di vincere, nelle categorie della attività di base, sono pronti a tutto....e a vincere  a tutti i costi. Non basta insegnare a giocare a calcio per permettere al giovane di ...

Progetto Formativo , un progetto di misterEzio educativo calcistico

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Parto sempre dal mio metodo di allenare:                                                                       Allenare la prestazione                                " SOLO Giocando si impara a Giocare"   Il mio m etodo, modo di allenare in cui il metodo dell'allenamento si ispira, copia il modello della prestazione ,della partita. L'allenamento e il progetto formativo favorisce sia l'insegnamento del gioco del calcio che la migliore conoscenza del gioco stesso. L'allenamento formativo  situazionale ha obbiettivi di formazione e non unicamente mirati alla vittoria . In questo progetto, in questa programmazione il centro è il giocatore , il giovane ,la persona. Il modello ispiratore è " Allenare la prestazione".Qu...

Campionato esordienti provinciali

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ALLENARE LA PRESTAZIONE  Sabato 30/11, le due nostre due squadre di esordienti (10/12 anni) si sono incontrate nell'ultima partita di campionato. La squadra Grigia e squadra Rossa ,due squadre iscritte e create equilibrate non squadra A o B , non una squadra composta con i ragazzi più bravi e l'altra con i meno bravi. Le squadre le abbiamo composte in maniera equilibrate fra loro , andando anche contro molte volontà di altri adulti e genitori che avrebbero voluto di spaccare in due tronconi il gruppo squadra : i bravie i più scarsi!!!!!! invece abbiamo agito contro l'idea che manifesta il calcio odierno, retorico, bugiardo, arrogante e fallimentare in cui il risultato e magari a tutti i costi è l'unico obbiettivo e non rispettando la volontà del giovane giocatore. Il giovane giocatore chiede in anzitutto di poter giocare e di imparare partecipando al gioco e non lasciandolo in disparte . Ormai il non voler fare giocare il giocatore ha prodotto il "droop au...