La figura del mister nella attività di base



                 ALLENARE LA SITUAZIONE 
Il mister dell'attività di base che Ruolo e Competenze deve avere? per essere un mister Formativo?
Il Mister è una molteplicità di ruoli e competenze.





Esperto conoscitore della propria materia, il Mister deve essere consapevole che la sua OPERA (“MISSION”) e deve conoscere fisiologicamente la sua squadra.
L'allenatore deve avere  una valenza e prevalenza formativa e ludica, con  tre fondamentali obbiettivi:
  • Insegnare il gioco del calcio al singolo, mettendo al centro del proprio programma la crescita umana e calcistica del giovane giocatore, lavorare quindi più sulla persona che sul fisico;
  • Insegnare a giocare a calcio “in gruppo”, la forza di coesione del gruppo è la fonte di ogni vittoria;
  • FAR GIOCARE (turn over );
Deve essere in grado di modulare la sua proposta con un METODO che tiene conto delle caratteristiche proprie di ogni età.Deve conoscere il documento n°1 della FGCI
IL MISTER:

 DEVE 'SAPERE'=  LEGGERE LA PARTITA E GLI STATI D ANIMO DEI  GIOCATORI COSI COME  RIUSCIRE A DARE AD OGNUNO IL RUOLO GIUSTO


SAPER FARE : SIGNIFICA AVERE LA COMPETENZA DI ORGANIZZARE GLI ALLENAMENTE CON OBBIETTIVI BEN PRECISI E MODULARLI A SECONDA DEGLI OBBIETTIVI

Tutti i giocatori sono in possesso delle capacità neccessarie per riuscire.

RUOLI DEL MISTER
  1. ISTRUTTORE: INSEGNANTE-FACILITATORE DI APPRENDIMENTO.
  2. ANIMATORE: TRASMETTE PASSIONE PER IL GIOCO DEL CALCIO E FACILITA LE RELAZIONI. IL CALCIO E' SOCIALIZZAZIONE IN QUANTO SPORT DI SQ.
  3. MODELLO-GUIDA: COERENTE, CORAGGIOSO, EMPATICO E CARISMATICO
  4. PROGRAMMATORE: CON IL GIUSTO METODO CREA OBBIETTIVI TECNICI, TATTICI E PSICOLOGICI, “gli obbiettivi sono la fonte di ogni motivazione”;
  5. COMUNICATORE: USARE UN LINGUAGGIO CON ATTEGGIAMENTO POSITIVO, CONTAGIOSO ,EQUILIBRATO, PAZIENTE, CORAGGIOSO E CREATIVO;
  6. OSSERVATORE: ASCOLTA E OSSERVA, E' ATTENTO ALLE RELAZIONI;
  7. EDUCATORE: HA IL COMPITO DI ''TIRAR FUORI'' IL MEGLIO DAL SINGOLO. RENDERE VISIBILE 

COMPETENZE
L'OBBIETTIVO FINALE E' QUELLO DI INSEGNARE A GIOCARE A CALCIO RENDENDO VISIBILI TUTTI OGNI RAGAZZO CON LE PROPRIE CAPACITA' ALL'INTERNO DI UN PROCESSO DI CRESCITA PERSONALE E SPORTIVA.

1^ COMPETENZE RELAZIONALI:
  • Creare negli allenamenti un clima sereno di rispetto ma motivato (“dove c'è divertimento c'è apprendimento”);
  • Linguaggio positivo: Il linguaggio del mister è contagioso. Il linguaggio positivo stimola  il ragazzo a provare a mettersi alla prova senza aver paura di sbagliare, senza subire lo stress; Il linguaggio positivo del mister viene ripagato con risposte positive e di miglioramento da parte del giocatore: ''Sono convinto che puoi riuscire a...., puoi farcela se...'', ''credi e riuscirai'', “Credici fermamente e farai NATURALMENTE ciò che è necessario per riuscire'', affermazioni positive conseguono intenzioni positive;
  • Rinforzare i comportamenti positivi, rendere visibile ciascun giocatore dando a ognuno la giusta attenzione;
  • Il Mister dev'essere autorevole, fermo, coerente e, se necessario, severo, per far rispettare le regole di convivenza civile all'interno della squadra;
  • E' importante riuscire a ottenere il silenzio del gruppo e l'ascolto, senza far uso della propria autorità ma ricercando ed educando all'autodisciplina. Il rispetto delle regole non è il punto di partenza ma un obbiettivo di lavoro, la punizione ha valore e viene riconosciuta se è diretta verso il comportamento e non verso la persona;
  • Per rispettare la personalità di ciascun ragazzo può essere utile incoraggiare, gratificare. Ciò aiuta anche a far crescere la coesione del gruppo. “Uno per tutti e tutti per uno” è il motto per condividere un fine comune, i valori condivisi e le convinzioni per voler raggiungere gli obiettivi.

Questi sono il collante che tiene unito una “vera squadra”. Educa ai valori dello sport, al sano agonismo, e ai tre risultati con il giusto equilibrio.

2^ COMPETENZE TECNICHE
Conoscere bene i fattori della prestazione, ovvero il lato: fisico, atletico, psicologico, tecnico coordinativo, tattico e strategico;
Conoscere bene i gesti tecnici;
SCEGLIERE LE ATTIVITA' ADEGUATE ALL'OBIETTIVO (ESERCIZI-SITUAZIONI GIOCHI) E IN PARTICOLARE LE "PLAY REDUCED SPACES" LE PARTITE A RANGHI RIDOTTI CON PRESENZA DELL'AVVERSARIO.
RILEVARE GLI ERRORI E LE CAUSE E TROVARE LA SOLUZIONE GIUSTA E PROPORRE O SCOMPORRE L'ESERCIZIO PER CORREGGERLI
VEDERE, CAPIRE, SCEGLIERE PENSIERO TATTICO DEL GIOCATORE
Lavorare per obiettivi e dichiararli;
Alternanza del “cerchio autorevolezza” e del gioco per ricercare maggiore ATTENZIONE, spiegazioni brevi variando modulando il tono di voce;

IL MISTER CONOSCE LO STILE E METODO DI INSEGNAMENTO : PARTECIPATIVO- DIRETTIVO. LO STILE, METODO PARTECIPATIVO, NON DA' SOLUZIONI DA SVOLGERE, DA RIPETERE DA RICORDARE MA PONE PROBLEMI DA RISOLVERE. LO STILE DIRETTIVO E' LA SECONDA CONSEGUENZA. IL MISTER NON DEVE AVERE UN COMPORTAMENTO CENTRATO SOLO SULL'ERRORE, SUL PROBLEMA, MA DEVE CONCENTRARSI SULLA SUA SOLUZIONE.


Il mister deve favorire il '' giocare ''  e deve sempre rivolgersi  con atteggiamento fiducioso sia verso il singolo che al gruppo. L'AZIONE DI GIOCO PARTE DAL BASSO DA PORTIERE E MAI A CASO


PRIMA INSEGNO LE REGOLE  POI ALLENO

IL CALCIO E' UNO SPORT SITUAZIONALE E FORTEMENTE IMPREVEDIBILE E COLLABORATIVO. COSI' LO STILE PARTECIPATIVO STIMOLA LA CREATIVITA' E FACILITA' ALL'APPRENDIMENTO, ARRICHENDO IL PENSIERO TATTICO: vedo, capisco , scelgo”

3^ COMPETENZE ORGANIZZATIVE
Gestione dell'allenamento ---> ---> Gestione della partita

Metodo o modo per ottenere l'AUTODISCIPLINA, cioè attenzione, silenzio e massimo ascolto del gruppo:
''il cerchio dell'AUTOREVOLEZZA''
  1. Creare un cerchio o un quadrato in cui il Mister è l'unica fonte di ascolto;
  2. Contare fino a cinque a voce bassa, alzando in alto il braccio e con l'indice verso l'alto, ed aspettare senza fretta e senza alzare la voce o arrabbiarsi.
  3. Ottenuto il silenzio, chiedere di essere guardati negli occhi e rispondere allo sguardo a tutta la squadra. SI DEVE PARLARE A TUTTI, con fermezza e rispetto chiedere di essere ascoltato.
  4. Ad ogni interruzione riprendere da capo e, se necessario, portare il singolo e il gruppo ad esaminare le conseguenze di certi tipi di comportamenti negativi e inopportuni (cartellino rosso, giallo ecc.);
  5. Lasciare parlare solo su alzata di mano e nei tempi giusti;
  6. Cercare la condivisione con domande;
  7. Usare toni di voce variabili, non rimanere ad una vocalità uniforme, ad ogni piccolo cambiamento movimento richiamare l'attenzione;
  8. Evitare, in cerchio e sempre, richiami plateali e umiliazioni (ogni richiamo deve essere fatto lontano dal gruppo e sempre in maniera discreta);
  9. Bisogna motivare e non demotivare;
  10. Tempo massimo del cerchio 5 minuti , UNICO MOMENTO DI NON GIOCO

  11. Alternare durante gli allenamenti momenti di lavoro, con il cerchio, sia per riprendere la sq. da un atteggiamento di eccessiva distrazione o per spiegare il lavoro tecnico tattico ecc. da svolgere. Il ragazzo impara così a distinguere i due momenti ,fra di loro diversi.


 ''IL TEMPO NON CONTA, CONTA IL RAGGIUNGIMENTO dell' OBBIETTIVO''

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