Esercizi o situazioni? L' evuzione del metodo....

Quando ho iniziato ad allenare nel lontano 1989 dalla  seconda categoria dilettanti  la metodologia  classica consigliava di allenare il giocatore e quindi  la squadra  con la corsa continua il cosiddetto "fondo". Veniva consigliato di iniziare  dall' inizio stagione, durante la  preparazione. Per poi riprendere questo allenamento nella pausa invernale. C'era chi consigliava un richiamo anche durante la stagione. Inoltre l'allenamento comprendeva  l'esercizio, per richiamare le capacità condizionali quali F. V. R.. Esercizi   il più possibile  secco,( dopo poche ripetizioni diventava noioso e poco formativo) era presente e consigliato da ogni metodo classico. Esercizi di intervall training erano presenti in tutti gli allenamenti e  dedicavo molto tempo dell'allenamento a questi lavori specifici. Eseguivo  allenamenti dettagliati  fisici condizionali con attività  anaerobica alla  Forza. Resistenza e Velocità. Sinceramente questa metodologia non mi convinceva mi pareva allontanarmi da quello che chiedeva la partita reale .


Nel frattempo il presidente di allora mi regalò un libro del maestro di calcio Maurizio Seno " Allenare i Dilettanti". Fu un regalo inaspettato. Lo lessi con molto interesse mi scosse , era contro corrente rispetto i metodi classici, dava molto spazio all'aspetto situazionale . Per me fu più di un libro. Per me rappresentava una nuova ideologia. Mi diede coraggio di invertire la rotta e di iniziare sperimentazioni che successivamente mi portarono a sviluppare un mio metodo, prevalentemente situazionale, che ho intitolato "ALLENARE LA PRESTAZIONE". Il
 protagonista dei successivi allenamento fu la palla e il gioco in tutte le sue forme. In tutte le esercitazioni inserivo  la presenza dell'avversario. Diventavano , nei  miei allenamenti, protagoniste le partite a ranghi e spazi ridotti 3 vs 3 o 5 vs5 e altre situazioni con direzione di gioco e sempre con l'avversario presente. Per me e per il mio metodo di allenare fu una vera svolta. Notai che così facendo alla Domenica i miei giocatori mantenevano il ritmo partita alla pari di altre squadre. Questi risultati mi diedero forza e coraggio. Inoltre notavo, a differenza degli esercizi, una partecipazione e coinvolgimento notevole da parte dei ragazzi. Ma non tutti apprezzavano le mie  situazioni il mio modo di allenare. Purtroppo i giocatori più anziani, che spesso erano anche  più vecchi di me😂, avevano molte riserve e dubbi verso l'efficacia di  questo metodo, dimostrando poca elasticità mentale. Per me poco importava, oramai avevo preso un altra strada. A più scettici  facevo allenamenti speciali (così li chiamavo) con esercizi a secco ed io andavo avanti per la mia strada. Il mio  metodo comprendeva il gioco in tutte le sue forme e il gioco diventava per i ragazzi il vero ISTRUTTORE di tutte la abilità calcistiche sia fisiche che tecniche. Non lo ammettevano ma anche i più anziani in realtà  giocare in situazione  divertiva molto. Poi ho cambiato varie società e ho sempre mantenuto fede al mio metodo che lo ritengo efficace. Una sera non molti tanti anni fa, sbirciando nel sito della FGCI, andai a imbattere in un libro:



Questo libro, se pur molto timidamente, va nella stessa  direzione del mio metodo. La mia fu incredulità misto a soddisfazione. La letteratura scientifica calcistica, esaminando i modello del giocatore ( con esercitazione pratiche), afferma nel libro che "l'allenamento aerobico basato sull'utilizzo delle partite a ranghi e spazi ridotti è efficace quanto l'intervall Trainig ..." ancora  "permettono di ottenere contemporaneamente miglioramenti sia della condizione fisica e sia degli aspetti tecnico tattici" ed io aggiungo anche miglioramenti coordinativi motori. Molto è cambiato dal mio 1989. Di certo è vero che non ci sono metodi certi assoluti che garantiscono risultati, così lo è stato il metodo classico. Il mio metodo è uno. Metodo creato da 30 anni  di campo con molti approfondimenti teorici e continui aggiornamenti.








Grazie 
misterEzio


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