Esercizio? o Situazione?
In questo post descrivo due , dei tanti, mezzi di allenamento.
Vale a dire:
Penso che l'essenza della tattica collettiva, si misuri nella capacità di gestire efficacemente le due fasi di gioco e precisamente nei modi e i tempi precisi e appropriati, in cui il singolo prima e il collettivo poi, dimostrano abilità di riuscire a coordinare il cambiamento delle transizioni durante la gara. In anzitutto ci vuole una buona dose di collaborazione fra compagni e condivisione di principi. Vale a dire gestire efficacemente i passaggi dal possesso palla al non possesso palla e viceversa. Significa allenare strategie e movimenti e spostamenti sincronizzati sia individuali che collettivi, in tempi brevi. Vale a dire ad esempio nel caso in cui la squadra perdesse palla riuscendo nell'intento di riconquistare il possesso e inventare un contrattacco, in tempi brevissimi, sorprendendo l'avversario. Tutto ciò è l'espressione di due modi di agire, imprescindibili e condivisi, cioè la "COMUNICAZIONE IN MOVIMENTO" e il mantenimento DELL' ALTA INTENSITÀ.
ESERCIZIO? O SITUAZIONE ?:
Il gioco del calcio è prevalentemente:
"INVASIVO, INTENSO, EMOZIONALE
E SITUAZIONALE"
Il principale....l'inevitabile movente è l'avversario
Anteprima
Quando ho iniziato ad allenare seguivo durante la preparazione pre -campionato e durante la stagione alla lettera le indicazioni, convinto di allenare con efficacia, la metodologia classica. Mi aggiornavo con piacere e in più canali, libri e convegni e altro. Poi ho fatto due corsi uno per conseguire il diploma UEFA B e ho avuto la fortuna di frequentare forse uno degli ultimi corsi per istruttore scuola calcio CONI - FIGC. Il problema, anzi un vero tormento, piuttosto comune a tutti gli allenatori, e cioè mi chiedevo spesso: "Ho fatto buona preparazione fisica? mi chiedevo: ho scelto il metodo giusto per la mia squadra'? Allora, negli anni 90 non potevamo permetterci un preparatore atletico. Il pensiero, la preoccupazione principale è stata sempre la preparazione fisica condizionale sia in precampionato che i vari richiami durante la stagione. Inizialmente ero convinto che fosse legata ai risultati. Mi ero creato un formulario di esercizi da ripetere costantemente. Poi sono passati alcuni anni e notavo sempre di più che mancava qualcosa, non mi soddisfaceva il metodo. In questo periodo mi buttai a capo fitto alla ricerca di libri e frequentavo convegni e altro, allora non c'erano i social. Frequentavo e ho avuto la fortuna di ascoltare varie figure e personalità di calcio del calibro di Maurizio Seno, maestro di calcio e esperto di metodologia dell'allenamento e mister De paoli e altri. Sono andato ad ascoltare anche altri mister pur che conformi ai metodi classici, anche se non ero d'accordo con i loro pensieri, coglievo sempre qualche spunto interessante e utile. Nel frattempo in quegli anni cominciavo idealizzare il mio metodo e mi rendevo sempre più conto che l'allenamento doveva essere connesso alla partita. Mi rendevo sempre più conto che era l'aspetto SITUAZIONALE dell'allenamento che più influiva nella preparazione. Tornando al concetto, del giocatore, che spesso non prende iniziativa in partita, è la dimostrazione di non possedere un bagaglio conoscitivo situazionale personale ridotto. L'ho noto in molte partite, una costante che colgo ancora adesso nel calcio odierno. e in parte è colpa del metodo di allenamento utilizzato. Noto che ci sono giocatori senza dubbio con tecnica fina, ma poco creativi.
Penso che l'essenza della tattica collettiva, si misuri nella capacità di gestire efficacemente le due fasi di gioco e precisamente nei modi e i tempi precisi e appropriati, in cui il singolo prima e il collettivo poi, dimostrano abilità di riuscire a coordinare il cambiamento delle transizioni durante la gara. In anzitutto ci vuole una buona dose di collaborazione fra compagni e condivisione di principi. Vale a dire gestire efficacemente i passaggi dal possesso palla al non possesso palla e viceversa. Significa allenare strategie e movimenti e spostamenti sincronizzati sia individuali che collettivi, in tempi brevi. Vale a dire ad esempio nel caso in cui la squadra perdesse palla riuscendo nell'intento di riconquistare il possesso e inventare un contrattacco, in tempi brevissimi, sorprendendo l'avversario. Tutto ciò è l'espressione di due modi di agire, imprescindibili e condivisi, cioè la "COMUNICAZIONE IN MOVIMENTO" e il mantenimento DELL' ALTA INTENSITÀ.
Per recepire queste conoscenze di base per attuare qualsiasi tattica non esistono esercizi che riescono riprodurre fedelmente queste variabili, impossibile da codificare rendere schematiche. Solo le situazioni di gioco risultano essere formative e fonte di conoscenze.
Nel grafico sotto descrivo le principali Partite a ranghi e spazi variabili, le considero le principali situazioni
SVOLGIMENTO
ELABORAZIONE POST
Vorrei illustrare un argomento in cui analizzo la metodologia di allenamento esaminando le diverse utilità di
due, dei mezzi adottati negli allenamenti, vale a dire dell'esercizio e della situazione. Nella situazione è prevista
sempre la presenza dell'avversario e almeno una direzione di gioco, mentre
l'esercizio non prevede la presenza dell'avversario. I tempi di utilizzo dei
due mezzi dovrebbe variare a seconda della categoria che si allena. Nelle
categorie di giocatori adulti l'esercizio viene utilizzato come un'attività di
richiamo delle specifiche capacità anaerobiche come la forza la resistenza o la
velocità, mentre nella attività di base, la situazione di gioco dovrebbe essere lo strumento guida dell'allenamento. la situazione di gioco è utile sia per
migliorare le abilità tecniche tattiche e motorie e sia per migliorare la soglia della potenza
aerobica. La ricerca scientifica calcistica negli ultimi anni ha ammesso che
allenare con situazioni alla stessa efficacia degli esercizi di interval –
Training. Più precisamente le ricerche scientifiche hanno dimostrato che nelle due metodologie di
allenamento il massimo consumo di ossigeno i valori della frequenza cardiaca riproducono
gli stessi valori della partita reale. I metodi classici sono ancora arroccati alla ricerca dell'esercizio
ideale e non sempre viene accolto di buon grado il riconoscimento che i due
strumenti, la situazione l'esercizio, abbiano la stessa efficacia di
allenamento. Le squadre dell'attività di base dilettantistiche svolgono due al
massimo tre allenamenti settimanali, quindi il tempo a disposizione per allenarsi
non è molto. Penso che sia importante
sfruttare al meglio le occasioni di gioco, in questo caso è sicuramente utile
creare allenamenti con continue situazioni, anche a scapito di esercizi, in
quanto le situazioni sono esercitazioni di gioco contengono elementi e forme
simili alla partita reale. Mentre l'obiettivo dell'esercizio è quello di
migliorare e potenziare un'unica qualità e capacità con e senza palla e
chiaramente senza avversari, con il rischio di eseguire una esercitazione che
si allontana gradualmente dagli elementi e variabili presenti nella gara. Nell'attività di base l'esercizio è utile per
il breve insegnamento analitico, poi sarà la situazione di gioco, nella partita reale, avere il
compito definitivo di regolarlo e ricentrarlo. Per evitare che l'esercizio
diventi noioso ripetitivo è utile aggiungere regole vincoli o
pressioni temporali, così facendo si riscuote una maggiore coinvolgimento e
agonismo così gli scopi e le
finalizzazioni sono simili e si avvicinano alle variabilità della gara. Ad esempio inventare
staffette sfide o gare in circuiti con o senza palla, con regole e vincoli diversi, il successo dell'esercizio
è garantito. L'utilizzo dei due mezzi
deve prevedere micro gruppi, con pochi partecipanti questo per ottenere un maggiore rendimento e alta
qualità dell'attività proposte evitando file lunghe di attesa, oppure soste non
previste. L'obiettivo Comune dei due
mezzi, è ricercare e fare in modo che l'esecuzione delle
attività siano svolte ad alta intensità,
per allenare l'atleta a sopportare carichi di sforzi fisici, ossia migliorare
la resilienza alla fatica e adattarsi alla imprevedibilità del gioco. Ritengo fondamentale e necessario, inseguire
un compito essenziale, vale a dire creare una cultura tattica e insegnare al
giocatore ad imparare a leggere le azioni e lo sviluppo di gioco. Dandogli più informazioni strumenti
e conoscenze possibili, sia tecniche tattiche motorie e fisiche per far
comprendere i principi del gioco, pur sapendo di avere a che fare con un gioco
imprevedibile, di difficile
interpretazione. Per riuscire in questa
funzione sono due le cose che mi sono sembrate importanti anzi direi
fondamentali, la prima da quando ho iniziato ad allenare ho ritenuto
prioritario presentarmi alla squadra sicuro di aver raggiunto
competenze una certa autorevolezza e convincenti idee che volevo trasmettere ai
ragazzi. Aggiornarmi, leggere, studiare
e ascoltare mister autorevoli è stato fondamentale per la mia crescita. La
seconda è stata mettere in primo piano, all'interno, anzi al centro della mia metodologia e
nell'allenamento, l'aspetto situazionale del gioco è cioè svolgere le unità di base con infinite
forme e modi di situazioni, con l'avversario sempre presente e con regole e
vincoli diversi. In particolare le partite a ranghi e spazi variabili, le PRSV. Con
sorpresa e senza nessuna volontà da parte mia di voler essere arrogante,
questa metodologia di allenamento ha portato molte migliorie al singolo e al
gruppo squadra che ho allenato. Entrambi
i mezzi sono formativi, la piacevole novità
è che lo sia alla pari dell'esercizio anche la situazione. Inoltre la situazione di gioco migliora la
capacità decisionale in difficoltà tattica, allena e abitua il giocatore a dare
risposte che diventano efficienti simultanee nell’ ambiente ideale. Incrementando conoscenze utili per confrontarsi al meglio nella partita reale.
Utilizzare l'esercizio per potenziare una specifica variabile, alla lunga si corre nel rischio di cadere nella ripetitività, nella monotonia e di togliere quella emotività agonistica passionale che impedisce un'efficace apprendimento. Se l'esercizio non presenta delle
similitudini con il gioco, non è utile ai fini della partita reale e i neuroni specchio non si attivano e non viene trasferito nella prestazione. Mentre la situazione è una esercitazione
coinvolgente e partecipativa, con caratteristiche molto vicine alla realtà
della partita. Favorisce e facilita un
apprendimento consapevole che consente la scoperta di nuove conoscenze, utili
per un migliore accesso alla partita reale.
Perfeziona il "saper fare" e auto efficacia del giocatore.
Gli esercizi, spesso svolti a secco o con palla, rivelano apparenti miglioramenti, non sempre trasferibili alla partita reale. Penso
che le situazioni e in modo particolare le partite a ranghi a spazi variabili, siano
uno strumento utile altamente formativo e allenante. A dispetto di esercizi, le
situazioni confermano il miglioramento e mantenimento di tutte le variabili
delle abilità e capacità presenti nella partita reale. E’ una attività globale che in realtà va a migliorare e ottimizzare tutte le specifiche caratteristiche richieste dalla gara alla pari dell'esercizio. La variabilità delle esperienze situazionali
porta allo sviluppo della capacità, di adottare e applicare soluzioni creative
utili alla partita reale. Il modello pilota
delle situazioni sono le partite a
ranghi e spazi variabili è un mezzo affidabile, sono uno strumento di allenamento
che propone attività situazionali. Aumentano
l'impegno gradualmente con proposte variabili influenzate dalle regole e dai
vincoli, viene applicato con il principio che determina la scelta del
vincolo e delle regole da inserire . Nelle PRSV l'inizio PREVEDE regole semplici che progressivamente
diventano più difficili e complesse. Il passaggio alla gradualità corrisponde
anche con la trasformazione del gioco intermittente al gioco continuo, anche il
cambiamento passa da valori di intensità bassa e media a valori di alta e altissima
intensità. Le memorizzazioni e gli
adattamenti che si verificano durante le attività situazionali, registrano un
incremento delle conoscenze rafforzando ancora di più l'apprendimento tecnico
tattico motorio e fisico condizionale. L'apprendimento delle capacità e delle abilità è un percorso lungo e non
sempre definito non immediato, ma è certamente favorito dall'utilizzo, negli allenamenti, delle
attività situazionali, in particolar modo le PRSV. Le considero un valido strumento di allenamento.
L'algoritmo è un elenco d'istruzioni dettagliate, elaborate per svolgere una determinata attività o risolvere un problema specifico. A ben vedere, gli algoritmi sono ovunque. Le partite a ranghi e spazi variabili, con regole e vincoli graduali, sono la situazione adeguata per il gioco del calcio.
Se applicate spesso generano
un avanzamento dell'apprendimento in maniera marcata reale e più solida, gli
errori motori e tattici con il tempo diventano più piccoli così anche le
correzioni. L'attività nella unità di base dovrebbe comprendere il maggior
numero possibile di attività situazionali, solo così diventano un mezzo utile
per il giocatore per adattarsi e assolvere con profitto le condizioni variabili e
imprevedibili presenti. E’ la partita a ranghi spazi variabili la
situazione numericamente più piccola della tattica collettiva racchiude tutti i
movimenti i principi della creazione e sviluppo delle azioni di gioco. Le PRSV sono sezioni di gioco variabili e più piccole della
partita reale e hanno tutti gli stessi ingredienti della prestazione. Una caratteristica delle PRSV è il mantenimento dell'alta intensità e della maggiore autorevolezza nella scelta dei tempi e dei modi del movimento senza palla, altrettanto alto e cioè:
Movimento senza palla per riceverla, ideando una linea libera di passaggio, per aiutare il P.P. in difficoltà andando in sostegno, per riconquistare palla con pressing, per coprire o marcare spazi in tutti i casi dipende sempre dalla fonte di gioco cioè da chi è in possesso palla.
Penso alle infinite
variabili, alle infinite TRANSIZIONI, ai contesti e frangenti presenti in partita, che il giocatore deve risolvere continuamente, con risposte efficaci e simultanee. Durante
un'azione di gioco, il giocatore che va in contrasto con un
avversario deve riuscire ad intuire, percepire e controbattere con decisioni efficaci le sue intenzioni, per questo ha bisogno di possedere un ampio potenziale
conoscitivo di memorizzazione. Significa
avere una ampia enciclopedia cognitiva, ricca di conoscenze, che gli permettono di riconoscere e
anticipare le intenzioni dell’avversario.
Mi chiedo spesso se siamo certi che gli allenamenti classici diano
al giocatore queste garanzie di successo.
Le conoscenze sono proporzionali alle nozioni, alle memorizzazioni
acquisite dalle esperienze, attività situazionali
vissute nei precedenti allenamenti. Rispetto
ad un esercizio una situazione di gioco, prevede la presenza dell'avversario,
autentica interferenza e guastatore della
azione, impedisce lo sviluppo del gioco. Considero la situazione di gioco e in
particolare le partite a ranghi e spazi variabili il mezzo più formativo ed
efficace da inserire con costanza negli allenamenti. Tramite le attività
situazionali il giocatore immagazzina nella memoria molti input di
apprendimento che gli permetteranno di fare la scelta la decisione più opportuna,
per portare a termine il suo compito nei riguardi dell'avversario e dello
sviluppo del gioco.
Preciso che non ho nulla contro i metodi di allenamento classici, l'unica riflessione che mi sento di fare è, sono convinto che se fossero veramente più utilizzate le situazioni in allenamento, il risultato sarebbe un maggiore rendimento e beneficio sotto tutti gli aspetti, ad esempio in quello affettivo - emotivo, nelle funzioni dell'apprendimento e nel controllo dell'ansia. In conclusione, se le situazioni sono presenti negli allenamenti, favoriscono un
miglioramento prestativo della performance.
Il mister, in questo contesto dovrebbe essere, in base agli obiettivi prefissati, un ideatore, creatore di SITUAZIONI.
N.B. E' possibile visionare il video dello stesso argomento nel mio canale YOU TUBE altrettanto più esauriente.
Alla prossima.
MisterEzio