COME GESTIRE IL POST PARTITA
IL MISTER E’ FIGURA CARISMATICA PER I GIOCATORI
Il mister deve così
mostrare sempre il bicchiere mezzo pieno.
Deve quindi comunicare sempre in positivo alla sq.,con un
linguaggio adeguato pacato. Deve trasmettere il messaggio di fine partita, in
maniera categorica positiva e convincente, il concetto che dopo una sconfitta
ogni sq. e ogni giocatore ha la possibilità e la capacità di riprovarci , con l’obbiettivo
di metterci un impegno ancora più crescente.
Il mister incide ed è responsabile, in particolare nella attività di base,
della crescita del giovane giocatore. Deve trasmettere sempre i
giusti valori di cui lo sport e il calcio è un portatore sano. E’ evidente, inevitabile che dipende anche da che lettura dal comportamento o reazione che il mister assume nel dopo partita
o durante un allenamento. Quanto potrebbe essere pericoloso se il mister non intuisce o
capisce da subito l’ importanza di intraprendere una
strategia giusta e ben chiara con la squadra o con il singolo senza
colpevolizzare o umiliare? Noi mister non
possiamo sottrarsi da queste responsabilità....Vorrei precisare che la
frustrazione è quella situazione psicologica comportamentale in cui il ragazzo sperimenta il proprio
impedimento alla soddisfazione , COME PERDERE UNA PARTITA O NON GIOCARE, scaturita
da una sua aspirazione, aspettativa , bisogno, o motivazioni che non si
avvera. Lo stato di frustrazione dopo una
partita persa può essere causa o effetto di stress psicofisico che potrebbero
generare reazioni personali depressivi momentanee , o processi difensivi
che si esprimono in reazioni anche aggressive , o di apparenti e
momentanei perdite di interesse in quello che si sta facendo , come appartenere
ad una squadra o giocare a calcio. Tutto ciò rispecchia una reazione momentanea che se gestita dal
mister in maniera ingiusta potrebbe sfociarsi con la volontà di manifestare
di non voler più giocare a calcio. Sta alla capacità, alla abilita comunicativa convincente del mister a trasformare la
frustrazione in stimolo positivo. Riconoscendo al gruppo il limite attuale come intrinseco e inevitabile
per la sua crescita ma nello stesso tempo si deve accettare che si
può superare e migliorare sempre. Successivamente ad una partita persa , c'è sempre un altra
partita da giocare. Ebbene è proprio in questi stati d animo confusi del giocatore e
del gruppo che il mister deve dimostrare le proprie capacità di intervento per
tentare di emarginarle. Dovrebbe atteggiarsi come un pompiere e non certo come un piromane. Dovrebbe evitare frasi come '' vi aspetto al prossimo allenamento e
aspettatevi una sonora ramanzina ...o lavata di capo ecc...'' oppure uscire con frasi del tipo ancora ''mi
vergogno di allenarvi'''..' avete fatto pena'' e ce ne sono molte altre. Dopo aver perso scaricare le responsabilità alla sq. è
colpevolmente banale. C’è il rischio reale di creare ulteriori tensioni e incomprensioni, che frenano la possibilità del gruppo e del singolo la volontà di
riuscire di rielaborare comunque
positivamente lo stress negativo dopo, una partita persa
male.....
I giovani se perdono spesso le partite o non giocano, accumulano situazioni frustranti che non riescono rielaborare e che possono trasformarsi in un fenomeno sociale negativo come il DROP AUT, l'abbandono precoce dallo sport. Le frustrazioni se non vengono rielaborate in positivo potrebbero diventare un carico pessimistico insopportabile per il giocatore.
Se il mister, al contrario, accompagna fuori il giocatore, dalla frustrazione e dimostra , comunque vadano le cose, di aver fiducia verso il singolo e il gruppo esercita una azione equilibratrice. Così facendo aumenta la resistenza o meglio la resilienza nel giocatore e riesce a superare le frustrazioni. In tutte le sconfitte ci sono sempre aspetti positivi. Bisogna ricaricarsi e ripartire. Il mister ha una responsabilità diretta. La frustrazione provocata da una partita persa male spesso è troppo forte per il giocatore e lo sviluppo e la crescita dell’ auto motivazione del proprio ”IO” spesso è ancora debole e la reazione non è sempre ponderata. E' importante che il mister inserisca nella programmazione la componente del gruppo e della condivisione che diventano strumenti per mettersi in gioco o con gli altri compagni e ripartire.
L’atteggiamento positivo del mister permette al giocatore di migliorare le relazioni sociali nel quotidiano e di riuscire appunto a convivere con le frustrazioni con il giusto equilibrio. Diventano così questi i motivi più solide, preminenti sul risultato e sulle inevitabili frustrazioni.
La sfida, la partita, deve essere una competizione vissuta come occasione per misurarsi con se stessi, con i compagni e con gli avversari, in un confronto sereno senza minacciare l’integrità e l' equilibrio del proprio IO e del gruppo squadra. Io sono convinto che la frustrazione provocata da una sconfitta, si potrebbe estendere e manifestarsi nei giocatori negativamente e minare la fiducia di se stessi.
E’ il compito del mister ad invertire la rotta. La 'mission' del mister è avere un comportamento positivo e propositivo, qualunque sia il risultato.