I neuroni specchio e l'unità di base







Per scrivere questo post, per parecchio tempo ho approfondito l'argomento  studiando e leggendo parecchi articoli e altro. Ho messo assieme queste nuove conoscenze con il mio metodo di allenare e l'esperienza di "campo" di più di trenta anni  da mister. Riconosco che è stato  molto impegnativo, ma ne è valsa la pena. Mettendo assieme tutti i concetti ho capito l'importanza rilevante della scoperta dei neuroni a specchio nella azione motoria  e quanto può influire nel gioco del calcio e in particolare nella metodologia degli allenamenti.
Misterezio

Visto l'argomento piuttosto complesso, consiglio di leggerlo un po' per volta e tornare più volte e rileggerlo...😊😉
Buona lettura
N.B.Ho pubblicato nel mio canale YOU TUBE due pod cast ispirati allo stesso post: "Neuroni specchio e L'unità di base"


Argomento Post : 

NEURONI SPECCHIO
e
 L' UNITÀ DI BASE



Le ricerche neuro scientifiche  hanno  portato nel ultimo decennio  alla luce la scoperta dei NEURONI SPECCHIO.  Il loro contributo  influenza il processo decisionale del giocatore  nella azione motoria intersoggettiva con l'avversario. Nel caso della partita chiarisce la condotta relazionale e comunicativa  fra giocatori (compagni) e  fra i giocatori e avversari. Durante la prestazione situazionale, si verificano meccanismi, attivati dai neuroni Canonici e Specchio, di percezione e simulazione che permettono di   riuscire ad anticipare con decisioni l'azione motoria dell'avversario. Sono strumenti utili al giocatore  per  consentire di  condividere e intuire i  movimenti, gli  atti motori (con e senza palla), il pensiero e le intenzioni dell'avversario, come se   venisse "agganciato". Il giocatore riesce ad adattarsi con successo  alla imprevedibilità e complessità dell'azione. Una nuova dimensione relazionale motoria, in cui i meccanismi nervosi,  con la capacità del rispecchio sull'altro, sono in grado di comprendere e adattarsi al comportamento e movimenti dell'avversario. Di conseguenza, a ruota,  questa acquisizione della scienza, esercita un cambiamento didattico, per me storico, che dimostra un inversione di rotta riguardo alle metodologie tradizionali di allenamento, fino ad ora preferite e messe in pratica in campo, senza tener conto di questa nuova conoscenza. In particolare cambia il modo di intendere gli  allenamenti nelle squadre della  attività di base. In pratica le nuove conoscenze che riguardano l'empatia motoria, mettono in discussione l'utilizzo di quei  esercizi con e senza palla, che non attivano i Neuroni a Specchio. Questi risultano essere poco utili e lontani dalla rappresentazione della partita reale. Di conseguenza  non permettono al giocatore  di ottenere nessun apprendimento utile per conseguire  un migliore accesso alla prestazione.

 


La scoperta, ritengo sia una autentica Rivoluzione, che  coinvolge  direttamente  anche la metodologia di allenamento nel  gioco del calcio, e chiarisce le interazione fra giocatore e l'avversario durante la prestazione. 
È la dimostrazione  che il cervello elabora delle risposte empatiche, con  decisioni immediate, richieste dalla prestazione reale. Le  attività  motorie e le azioni,  si presentano  sempre diverse fra loro, in maniera imprevedibile  e  complessa.  Le attività motorie che i giocatori svolgono  in partita,  hanno uno scopo, una finalità, la presenza continua dell'avversario e una direzione di gioco. Nelle dinamiche di movimenti e azioni di gioco improvvise, inaspettate e spesso inattese,  le decisioni, del giocatore  di adattamento in risposta alla  complessità delle azioni, sono prese in maniera  immediata istantanea. Non coinvolgono il pensiero, la razionalità. Dipendono e sono proporzionali al proprio patrimonio motorio conoscitivo. L'empatia, fenomeno riconosciuto dalla letteratura neuro scientifica,  si manifesta negli propri  stati d'animo, di emozioni che si rispecchiano nell'altro. La letteratura neuro scientifica, ed è questa la grande  novità,   afferma  che l'empatia, con l'attivazione dei  neuroni specchio, si ripete  anche  durante le azioni motorie. Questo  è dimostrato, con ricerche, dalla esistenza di meccanismi di rispecchiamento: imitazione e apprendimento, che  nel cervello umano  hanno evidenziato per la prima volta un meccanismo neurofisiologico capace di spiegare molti aspetti e comportamenti anche durante una azione motoria come avviene nel gioco del calcio. Nel caso del gioco del calcio è la presenza dell'avversario che attiva nel giocatore gli neuroni ad una alternativa empatica motoria comportamentale, simultanea istantanea.

I NEURONI SPECCHIO :



In questo post desidero affrontare un argomento piuttosto complesso, arduo, scomodo da descrivere e  tutt'ora difficile da accettare dalla letteratura calcistica. Vale a dire l’influenza che  ha portato la scoperta dei neuroni specchio nella attività motoria e quanto può incidere nella metodologia, nella elaborazione e creazione dell'allenamento, nella unità di base , è una nuova proprietà del sistema motorio. Dal mio punto di vista questa  scoperta  porta con se  una vera e propria rivoluzione didattica metodologica. Novità neuroscientifica che si estende anche nelle dinamiche della prestazione. Senza dubbio una nuova proprietà del sistema motorio, una novità scientifica  che apre nuovi orizzonti, ma come accade a molte novità creano uno "scoglio didattico"  che impedisce la totale accettazione. Prima di entrare nel vivo del ragionamento vorrei fare una premessa per rendere più chiaro e centrare  l'argomento. Il gioco del calcio è uno sport considerato  OPEN - SKILLS, cioè con abilità aperte e imprevedibili, mai lineari fra loro. E’ un gioco di squadra   fortemente   situazionale, caratterizzato da movimenti di tipo intermittente. Infatti, il giocatore in partita compie molte  fasi  a diverse velocità e  tipi di corsa e alterna,  fasi dove  in cui  è statico e dove l’impegno è quasi nullo, con altre  fasi ad alta intensità. Svolge azioni motorie di elevato impegno fisico e mentale, con accelerazioni esplosive,  massimali e sub-massimali, con cambi di direzione, decelerazioni arresti improvvisi, con contrasti, salti, colpi di testa e  fasi di conduzione del pallone di varie andature veloci, lente  e con  fasi di gioco confusionale. Così come dimostrano le  "seconde palle" , i così detti "palloni di nessuno" cioè i rimpalli, i duelli aerei, i passaggi imprecisi e i  rinvii del portiere ecc... Oppure con  continue transizioni di gioco, ossia momenti di passaggio dalla fase difensiva a offensiva e viceversa, anche esse impreviste e con epilogo incertoDurante la prestazione esiste un altissimo numero di variabili tattiche, tecniche e fisico-motorie coordinative  a cui il giocatore deve  fare riferimento. Ognuna delle quali può presentarsi con un’infinita gamma di sfaccettature, che  generano i presupposti per altrettante possibilità di decisioni, più o meno da prendere  in velocità, quasi sempre in breve tempo  e alla fine  influiscono, nel bene e nel male, in base alla decisione presa, nello  sviluppo della azione successiva  di gioco. 

Dopo questa  introduzione, vorrei descrivere l’elaborato che ho deciso di esporre:

TITOLO:


I principi in cui si poggia, li considero illuminanti e portano con sè una autentica RIVOLUZIONE didattica calcistica  alle metodologie di allenamento. La funzione principale riscontrata, nella attività motoria, in partita, dei neuroni specchio, è quella di riuscire di capire istantaneamente in anticipo e in maniera intuitiva, senza utilizzare il ragionamento, le  intenzioni degli avversari, oltre che a compiere azioni in prima persona  in risposta alle difficoltà tattiche. L'adattamento  immediato del giocatore e l'attivazione dei neuroni specchio, rinvia  il concetto classico" del giocatore pensante", (vedi  figura 1) e prende forma una nuova  realtà, un altro modo di intendere il comportamento intersoggettivo del giocatore, nella azione motoria, introdotta dai Neuroni specchio, ossia Empatia motoria (vedi figura 2 ) .

PENSIERO RAZIONALE

Il Ragionamento tattico motorio

IL GIOCATORE PENSANTE

(figura 1) 

IL PENSIERO SIMULTANEO
"EMPATIA MOTORIA"
La percezione, la comprensione e l'azione sono raggruppate in un meccanismo unitario. I neuroni specchio consentono una comprensione immediata delle intenzioni dell'avversario, rendendo possibile una previsione del  comportamento futuro.

                (figura 2)


Se il giocatore in partita ragionasse sempre  prima di muoversi o di scegliere, pensando troppo cosa fare,  inevitabilmente la sua  azione motoria e la sua decisione  sarebbe  ritardata, a vantaggio dell'avversario. La decisione, simultanea alla azione motoria, attivata dai neuroni specchio, è spesso provocata dalla imprevista difficoltà tattica, causata dalla "collisione" inaspettata  con l'avversario, autentico guastatore. Il cervello reagisce immediatamente e si adatta alla difficoltà elaborando una risposta, una decisione non  ragionata, apparentemente  istintiva  ma generata da una delle immagini memorizzate e vissute in situazione. Sono l'effetto, il risultato del  proprio bagaglio conoscitivo ricavato dalla sommatoria delle  attività situazionali pregresse  svolte in allenamento. Il potenziale del bagaglio conoscitivo è stabilito dalla "Enciclopedia (sommatoria) motoria interpersonale" che suggerisce la decisione che meglio permette al giocatore di raggiungere l'obiettivo. Il bagaglio conoscitivo e le conoscenze motorie  del giocatore dipende la capacità d'agire velocemente. I neuroni decodificano istantaneamente le proprietà della azione, predisponendo il nostro cervello ad una risposta, altrettanto veloce, con una sequenza di attività motorie, avendo riconosciuto e già vissute  nell'avversario (rispecchio) le intenzioni. L'apporto delle proprie conoscenze motorie, basate da esperienze situazionali passate è cruciale per l'interazione e per portare a termine a proprio vantaggio  il confronto con l'avversario e lo sviluppo del gioco. Più sono le esperienze svolte che hanno agevolato e potenziato il bagaglio conoscitivo del giocatore più avrà possibilità di successo. Le azioni di gioco  sono  "sequenze complesse" dotate di uno scopo finale, questo permette l'attivazione dei neuroni specchio.  L’individuo ha una capacità innata e programmata di internalizzare, incorporare, assimilare, imitare lo stato di un’altra persona, e i neuroni specchio costituiscono la base di questa capacità. La funzione dei neuroni specchio durante una attività motoria, nella partita reale, ha essenzialmente due compiti comunicativi molto importanti. Sono:  l’IMITAZIONE l’ APPRENDIMENTO. Significa "FARE E POTER FARE". Nel primo caso, la ricerca scientifica definisce  imitazione, quando un soggetto ripete  un gesto od una azione motoria che appartiene già al suo patrimonio conoscitivo.


Il patrimonio conoscitivo, le conoscenze assimilate sono utili   per  rispondere ad una determinata azione motoria richiesta dal gioco. (rispecchio empatico motorio). La funzione principale riscontrata nei neuroni specchio è quella di riuscire a riconoscere in maniera intuitiva, senza utilizzare il ragionamento, le intenzioni e le azioni degli avversari e compagni.  Oltre che a compiere azioni in prima persona. Percezione e azione  coesistono e si uniscono contemporaneamente. Nel secondo caso si parla invece di apprendimento quando un giocatore, deve appunto apprendere uno schema motorio nuovo,  che ancora non gli appartiene. Permettendo così di memorizzare  "una copia motoria". Significa che durante le esercitazioni il giocatore deve sperimentare, deve sentirsi libero di provare ad eseguire nuovi percorsi motori, con e senza palla.  L'apprendimento motorio non è il risultato di calcoli, indicazioni verbali o ragionamenti,  ma dipende dalla quantità di esperienze situazionali di gioco pregresse che il giocatore ha svolto in allenamento. Il processo di riconoscimento e di risposta, si compie solo se il soggetto, vede fare dall’avversario, una azione che ha  precedentemente vissuto. Concretamente, il bagaglio conoscitivo  del giocatore è assicurato  attraverso l’esperienza di attività di gioco complesse e  pratiche, come impersonano le situazioni di gioco. Sono esercitazione che hanno caratteristiche molto simili alle richieste della partita reale. E’ con l’esperienza maturata in attività di gioco situazionale, che migliora nel giocatore la capacità di comprendere l’azione e di anticipare le intenzione dei compagni e degli avversari. Consentendo di fornire risposte efficaci nelle difficoltà tattiche,  che il gioco presenta continuamente. Il processo, i neuroni a specchio vengono sollecitati e attivati  solo se percepiscono una intenzione, una finalità, un disegno,  certamente molto più complesso della “ripetizione” meccanica di un gesto espresso da  un esercizio che non prevede, a differenza della situazione,  la presenza dell’avversario. Nella partita reale il giocatore deve dimostrare una immediata capacità di adattamento al gioco. I neuroni specchio riorganizzano il sistema motorio in maniera simultanea al pensiero del giocatore. Più è ricco il bagaglio conoscitivo, espressione della somma di  esperienze situazionali vissute in passato, più il giocatore può controbattere e riuscire a costruire il giusto comportamento, per ottenere a proprio vantaggio  lo  sviluppo della azione. È stato definito che un rispecchiamento inadeguato, in mancanza di conoscenze situazionali  non vissute in passato, è la causa di  risposte sbagliate, di scelte inadeguate, a vantaggio dell’avversario. I dati ricevuti osservando gli avversari e compagni e la palla, si conformano a i dati dalla propria esperienza e apprendimento, il sistema a specchio la configura la riconosce e “spara” una risposta. Questa predisposizione ha bisogno di un partecipe dell’esperienza motoria della attività nelle vicinanze, vale a dire di avversari e compagni. Le situazioni sono attività, che amplificano la sfida personale con l’avversario, sono esperienze indispensabili per assodare le conoscenze tecniche tattiche individuali e collettive e trasferirle nel contesto di gioco reale. L’apprendimento è assicurato quando il giocatore si relaziona, si interfaccia con l’avversario. Queste sono le competenze che l'esercitazione proposta in allenamento deve rispettare.  In entrambi i casi l’esercitazione, affinchè i neuroni si possano attivare, deve avere le stesse condizioni, qualità, movimenti e   requisiti simili   a quelli presenti nella   partita reale. Vale a dire devono  contenere uno scopo e una finalizzazione. La presenza dell’avversario, nella attività situazionali, è una garanzia a queste richieste. I neuroni Specchio si attivano quando cresce l’interazione intersoggettiva fra i giocatori. In particolare quando il giocatore si relaziona con l’avversario o con i compagni, nell'ambiente, più possibile simile alla partita reale. O per meglio dire  in situazioni di gioco complesse. L’avversario è la leva in cui si appoggia "l’apprendimento e l’imitazione". L’ attivazione dei neuroni specchio è una “simulazione incarnata” che abbiamo dentro tutti. Si attiva e per farlo, l’azione  deve avere uno scopo, una finalizzazione. Nella partita, nei momenti di gioco, come ad esempio l'uno contro uno,  il giocatore, sia che  si trovi in  possesso palla (Fase offensiva) o  sia che si trovi   senza possesso palla, ( fase difensiva) deve   affrontare in duello  l'avversario e decidere come intuire le sue intenzioni, e scegliere  quali potrebbero essere le risposte  più efficaci per sè e per lo sviluppo dell’ azione, però molto velocemente e in maniera prolungata nel tempo. Il giocatore  per comprendere le probabili iniziative dell'avversario, le sue volontà decisionali, sono orientate a riuscire ad intuire, ad anticipare  ed  imitare i suoi  successivi movimenti, le sue intenzioni,  con la volontà di  controbattere le  iniziative successive dell'avversario. Il giocatore si mette  in una prospettiva di imitazione interna, che in qualche modo fa sorgere, fa presagire in lui analoghe conoscenze, in virtù di un'antica associazione tra movimento e sensazione emotiva provate in situazioni di gioco. L’avversario in partita, è l’autentico guastatore, disturbatore del pensiero di ogni giocatore.  Influenza le  scelte di ogni giocatore durante il gioco. Lo definisco la “Miccia” che assicura l’attivazione dei neuroni specchio. Le situazioni sono sezioni di gioco variabili che prevedono la continua presenza dell’avversario. Contengono caratteristiche  simili, se non uguali alla partita reale. Queste osservazioni determinano una prima riflessione.  Non tutte le esercitazioni svolte in allenamento sono formative e utili al giocatore. Infatti sono le situazioni di gioco,  il mezzo più completo ed efficace da svolgere in  l’allenamento. Le situazioni che più adempiono maggiormente al compito di IMITAZIONE e quello di APPRENDIMENTO nelle attività motorie sono le "Partite a ranghi e spazi variabili". Penso alla efficacia delle  partite a ranghi e spazi variabili come l’ 1 contro 1,  2 contro 2 ,  3 contro 3 , 7 contro 7  ecc. con regole e vincoli diversi, con intensità alta, con densità di giocatori spazi del rettangolo differenti e con  vincoli particolari. Queste esercitazioni hanno sempre una  direzione di gioco, con  scopi e regole  molteplici, multiformi e con  l'avversario sempre  presente

Solo con l'attività situazionale  estremamente attiva e continuamente presente  negli allenamenti  può ridurre e prevenire gli errori tecnici, tattici, dinamici, di coordinazione, motorii e garantire la "forma" fisico condizionale. 


Più un atto motorio  assomiglia a uno presente nel patrimonio conoscitivo dell'osservatore,  più tende ad indurne l'esecuzione. Il giocatore ripete i gesti osservati dell'avversario, se questi appartengono al proprio potenziale  motorio,  riesce a dare risposte efficaci. L'intensità del  bagaglio cognitivo facilita la possibilità di elaborare e decidere scelte con  soluzioni, in  alternativa, che meglio permette al giocatore  di raggiungere l’obiettivo e di adattarsi con successo alle difficoltà della azione. L’apprendimento di nuove conoscenze  con la presenza dell’avversario, la vera interferenza e imprevedibilità del gioco, è assicurato. Il giocatore deve in allenamento, con coraggio “Provare, riprovare  e sperimentare”, senza paura di sbagliare, cercando nuove informazioni, azioni motorie di gioco che richiedono risposte , scelte e decisioni originali e creative. In particolare nelle squadre delle attività di base. Il gioco del calcio è un gioco complesso in quanto imprevedibile, incerto e come ho già affermato confusionario, pieno di nodi da sciogliere. In sostanza, per riconoscere le intenzioni dei compagni e degli avversari, gli elementi interpretativi risultano superflui, mentre diventano determinanti le conoscenze accumulate dalle attività situazionali,  svolte prima   nel corso del tempo. Questo induce a pensare che tanto più è ampio il vocabolario di atti motori del soggetto, tanto maggiori sono le sue possibilità di apprendere per imitazione un nuovo comportamento osservato. Il coinvolgimento del sistema motorio durante l’osservazione di azioni comunicative, che hanno uno scopo, è comprovato che l’osservatore se le comprende, in maniera riflessa riesce dentro se stesso e ricreare una simulazione motoria delle stesse azioni. Inoltre, se precedentemente vissuta, riesce a scoprire le intenzioni dell’avversario, anticipando la simulazione motoria delle stesse azioni e anche  della azione non ancora eseguita. Significa riuscire ad  anticipare le intenzioni dell’avversario. I neuroni specchio  si attivano sia nella esecuzione e sia  durante l’osservazione di un’azione (che prima si ritenevano coinvolte solamente nel riconoscimento di azioni) . Essi sono complici  anche nella comprensione del “perché dell’azione, cioè dell’intenzione dell’avversario che l’ha motivata. Non solo codificano l’atto motorio osservato, ma sembrano anche permettere di predire il successivo atto motorio dell’avversario, e quindi la sua intenzione complessiva. Accade  che le due fasi di COGNIZIONE E DI AZIONE si uniscono automaticamente per dare una risposta istantanea.   Il cervello agisce, simultaneamente,  e intuisce quando comprende,  così il giocatore riesce ad imitare  l'avversario e decidere di coordinare i movimenti, le posture nella risposta più rapida e adattiva nella maniera  più efficace. Concludo, per  giungere ad una riflessione per me conseguente a quanto . Che motiva  il perchè, nel mio metodo applico il principio: " il modello dell'allenamento imita e si ispira al modello della partita reale". Supportato anche dalla scoperta dei Neuroni Specchio.

La scoperta dei neuroni specchio evidenzia che ci deve essere  un cambiamento, che rivoluziona l’attuale modo di concepire gli allenamenti classici. 
Gli allenamenti abituali, li considero sorpassati, spesso sono formati da esercizi disgiunti, staccati dalla prestazione, con caratteristiche che hanno  poco  a che fare con il gioco del calcio e alle richieste che l’azione chiede a giocatore. Questa innovazione, mette  in discussione, il metodo, la didattica e i mezzi di allenamento tradizionali e  le  certezze, le convinzioni che sono previsti negli   allenamenti attuali,  nella  attività di base e non solo. Il modello classico della unità di base, nonostante sia stato superato dalle attuali conoscenze neuroscientifiche, influenza ancora molto la teoria e la pratica dell'allenamento, ostacolando l'adozione di nuove prospettive.
"A parere mio il giocatore in partita ha già degli schemi in testa ben chiari come marcare, tirare, muoversi aggredire l'avversario, ripiegare ecc... ma è compito delle  attività SITUAZIONALI" fornire  gli strumenti giusti, appropriati come i modi e i tempi per raggiungere l'obiettivo motorio richiesto,  per avere un migliore e completo  apprendimento che permette  l' avvicinamento alla partita reale." 
Conclusioni & Riflessioni:

IN ALLENAMENTO:
Accettare il cambiamento, l'inversione di rotta, per molti è difficile da superare e può anche essere uno scoglio scivoloso e  insuperabile. Capita di vedere anche in ambienti professionistici svolgere  esercizi, che 20anni fa erano innovativi e che ora sono superati e  obsoleti. Ho descritto come un esercizio, abbastanza inutile e monotono può essere rigenerato in situazione , e diventare molto più formativo e coinvolgente. Nel calcio la retorica rimane ben radicata, e spesso è padrona del "campo". E' per questo che ogni cambiamento, pur necessario e documentato viene vissuto con distacco o  denigrato. Per finire posso tranquillamente affermare che il massimo apprendimento del giocatore in allenamento si ottiene creando situazioni di difficoltà che mettano in crisi le conoscenze e le certezze, in movimento e in presenza dell'avversario.




👋 Misterezio👋

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